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L'emergenza

La strage infinita delle innocenti: nel Vicentino dieci vittime dal 2018. E due denunce al giorno

Le vittime nel Vicentino dal 2018
Le vittime nel Vicentino dal 2018
Le vittime nel Vicentino dal 2018
Le vittime nel Vicentino dal 2018

Donne uccise dagli uomini: da quelli che si credevano i “loro” uomini, in un senso malato della relazione sentimentale. Leila, Tanja, Anna Filomena, Marianna, Dorima, Rita, Alessandra, Giulia, otto donne del Vicentino, otto vite spezzate negli ultimi 5 anni, sette esistenze unite da una sola, tragica piaga: il femminicidio. Una tragedia senza fine, un’emergenza condivisa con il resto del Paese.

La strage delle innocenti ha aggiunto ieri altre due croci, e salgono a dieci, a un libro nero fatto di volti, storie e numeri. I volti e le storie, risalendo al 2018, sono per lo più di donne giovani o di mezza età. Prima di Lidia Miljkovic e Gabriela Serrano, ammazzate ieri, era morta Giulia Rigon, 31 anni, asiaghese uccisa a calci e pugni dal fidanzato. Prima ancora, il Vicentino si era commosso e indignato, e aveva marciato in piazza, per gli omicidi ravvicinati di due giovani ragazze a settembre del 2021: Rita Amenze, di Noventa Vicentina, uccisa a colpi di pistola dal marito, mentre andava al lavoro; e Alessandra Zorzin, assassinata da un amico guardia giurata, che poi si è tolto la vita dopo essere fuggito in auto. Ad aprile la tragedia si era consumata a Pove del Grappa: vittima Dorima Alla, uccisa a martellate dal marito che poi ha chiamato i carabinieri, confessando. Nel 2019, a novembre, un’altra guardia giurata Angelo Lavarra uccise la moglie Anna Filomena Barretta da cui si stava separando: le sparò in testa nell’appartamento a Marano Vicentino, per poi simulare che si fosse suicidata, ma fu smascherato. A giugno di quell’anno, a Montegaldella, Marianna Sandonà, 43 anni, fu accoltellata a morte dall’ex compagno Luigi Segnini, che ridusse in fin di vita anche un amico di lei.
Nel 2018, il giorno di Pasquetta a Pozzoleone, il militare americano Bradley Kinser accoltellò e uccise la moglie Leila. Il 7 settembre di quell’anno fu Tanja Dugalic, operaia serba di 33 anni residente a Orgiano, ad essere uccisa dall’ex marito Zoran Lukijanovic, fuggito dai domiciliari. L’uomo, braccato dalle forze dell’ordine, si è poi tolto la vita. Altre due donne sono state uccise in questi ultimi 5 anni da uomini, in omicidi-suicidi avvenuti in contesti particolari: a Rosà, Domenico Bizzotto, 83 anni, sgozzò la moglie Antonia Rattin, costretta a letto per un intervento, per poi togliersi la vita. Quella volta, all’origine c’era la paura del marito di non poter prendersi buona cura della consorte malata. Ci fu un altro omicidio-suicidio per mano maschile: vittime Valter Magrin, pensionato di 58 anni, e la moglie Paola Bosa di 56.

Il femminicidio è la punta dell’iceberg di un fenomeno, la violenza contro le donne, che segna numeri impressionanti. Come raccontato pochi giorni fa su queste colonne, secondo i dati resi noti dai carabinieri le denunce per violenze o maltrattamenti sono state in media due al giorno negli ultimi 16 mesi, cioè quasi mille. Poco confortanti anche i dati del Centro antiviolenza di Vicenza e dello sportello di Arzignano. Donna chiama donna, che gestisce le due realtà, solo nei mesi di marzo e aprile ha contato 171 prese in carico, di cui di cui 29 nuovi accessi. Le donne italiane sono la maggioranza (101).  

Marco Scorzato e Laura Pilastro

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