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Versol’adunata

Tradizione e vitalità nella sezione Ana di Marostica

Cento anni appena compiuti e la vitalità di sempre. Con oltre duemila soci, tra alpini, aggregati e amici degli alpini pronti ogni giorno a trasformare in azioni concrete lo spirito di servizio che caratterizza le penne nere. È la sezione Ana di Marostica, intitolata alla medaglia d’oro al valor militare Giovanni Cecchin, giovane ufficiale caduto nel 1917 combattendo sull’Ortigara. Cento anni più tre, a dire il vero, perché i primissimi passi di quella che sarebbe divenuta la sezione marosticense furono mossi nel 1921, in occasione dell’adunata nazionale di Cortina. La seconda, dopo il raduno sull’Ortigara dal quale prese vita la tradizione che ancor oggi porta ogni anno in primavera centinaia di migliaia di penne nere a incontrarsi. «A Cortina alcuni “veci” reduci della Grande guerra, tra i quali il futuro primo presidente, Oreste Battistello – spiega il suo attuale successore, Fortunato Pigato – lanciarono l’idea di costituirsi in associazione». Accanto a Battistello, il gruppo era formato da Bruno Benozzo, Giuseppe Cabion, Beppino Cuman, Umberto Franceschetti, Ferruccio Pelato, Federico Zanfrà e Angelo Zannini. Insieme, si fecero promotori di una riunione dalla quale sarebbe nata la sezione, effettivamente costituita nell’aprile del 1923. Il primo atto ufficiale fu la “Grande Adunata Alpini” (come recitavano i manifesti dell’epoca) del successivo 9 settembre, al cimitero di guerra di Malga Sorgazza, non lontano da Castello Tesino, dov’erano sepolti i Caduti del battaglione Valbrenta. «Lì – riprende Pigato – fu benedetto il primo vessillo sezionale, alla presenza della madre del tenente Cecchin». In breve la neonata sezione vide costituirsi i primi gruppi, indicativamente uno per ognuna delle frazioni che compongono il comune di Marostica e le penne nere della “Giovanni Cecchin” iniziarono a partecipare ai diversi momenti associativi. Tra tutti, è particolarmente scolpita nelle memorie marosticensi, l’adunata nazionale del 1948, a un passo da casa a Bassano, con sfilata sul ponte palladiano appena riportato in piena salute dagli stessi Alpini e con l’atmosfera che profumava di ricostruzione e ripartenza. «Da allora – sottolinea il presidente – vessillo, gagliardetti e bande alpine della sezione non sono mai mancati alle adunate. E noi non siamo mai mancati sull’Ortigara per il pellegrinaggio che ogni anno ricorda i nostri caduti». Del resto, gli Alpini marosticensi sono custodi di un autentico pezzo di storia della Grande guerra: l’edificio di via Val Bella e Vallonara sul quale campeggiano ancora oggi, a oltre un secolo di distanza, la scritta “Comando militare distaccamento tappa” e le indicazioni per Conco e per Asiago. La facciata è stata recentemente restaurata (ad opera della sezione, naturalmente), e testimonia a chiunque passi l’importanza strategica del settore pedemontano per le battaglie di cento anni fa. Ancora, tra i ricordi di sezione, del ’78, doppiata la boa del mezzo secolo di esistenza, è la pubblicazione del giornale “Dai fidi tetti” (che riecheggia il primo verso del “Trentatré”, il canto considerato l’inno delle penne nere) mentre degli anni successivi la declinazione dello spirito alpino in una serie di iniziative a sfondo sociale. «Il coro innanzitutto – spiega Pigato – che per noi che abbiamo indossato il cappello con la penna nera è assolutamente importante, la protezione civile che negli ultimi anni si sta rivelando sempre più fondamentale per intervenire in caso di calamità, i donatori e il servizio di trasporto solidale». Quest’ultimo, tra i progetti più recenti dell’Ana marosticense, vede impegnati undici soci, quotidianamente disponibili a fare da autisti a persone fragili. «Poi – evidenzia il presidente – siamo parte delle sezioni vicentine, in una delle province più alpine d’Italia, di conseguenza sentiamo un po’ nostra ogni adunata che vede sullo sfondo il Grappa, l’Altopiano e il Pasubio». Per restare alle più recenti, dopo Vicenza nel 1991, Asiago nel 2006, Bassano nel 2008 e oggi, nuovamente, Vicenza. «Ci siamo preparati un anno fa col nostro centenario di sezione – spiega – e in questi mesi abbiamo dato la disponibilità a contribuire al grande appuntamento del 10-12 maggio. Lo faremo in memoria, tra gli altri, di un amico come Gigi Menegotto, per decenni autentica anima e tuttofare della nostra sezione». Quanto allo spirito che da qui al mese prossimo animerà le penne nere marosticensi, Pigato è certo di una cosa: «Gli anni passano, ma passione, onestà e spirito di servizio si consolidano. E anche in quest’occasione risponderemo all’appello».

Lorenzo Parolin