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L'autopsia

Sparatoria a Fara Vicentino, il 28enne ucciso è stato colpito cinque volte

L'autopsia sulla salma di Soufiane Boubagura, il marocchino morto nel conflitto a fuoco con le forze dell'ordine in via Crosara. Attesa per gli esiti tossicologici e la perizia balistica.
Fara Vicentino, fiori sul luogo della tragedia (Foto STUDIOSTELLA)
Fara Vicentino, fiori sul luogo della tragedia (Foto STUDIOSTELLA)
Fara Vicentino, fiori sul luogo della tragedia (Foto STUDIOSTELLA)
Fara Vicentino, fiori sul luogo della tragedia (Foto STUDIOSTELLA)

Soufiane Boubagura, il cittadino marocchino di 28 anni che lo scorso 24 aprile a Fara ha rubato la pistola a un carabiniere ed è rimasto ucciso nel conflitto a fuoco con le forze dell'ordine, è stato raggiunto da almeno cinque proiettili. È quanto è trapelato fino a questo momento dopo l'autopsia eseguita nei giorni scorsi dal medico legale Giovanni Cecchetto, che nelle prossime settimane consegnerà al sostituto procuratore Cristina Carunchio la relazione completa in merito all'esame. Il resoconto conterrà anche il risultato del test tossicologico, pure questo disposto dal pubblico ministero per verificare le condizioni psicofisiche dello straniero che durante la sparatoria ha ferito gravemente l'agente della polizia locale Nordest Vicentino Alex Frusti, ricoverato in ospedale. Quest'ultimo è indagato (come atto dovuto) assieme al vicebrigadiere Stefano Marzari. Il reato ipotizzato a carico di entrambi, difesi dall'avvocato Nicola Guerra, è quello di omicidio commesso per eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi.

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Attesa per la perizia balistica

Sarà invece l'esame balistico a stabilire da quale arma sia partito il colpo (o i colpi) risultato fatale al marocchino che, mentre scaricava l'intero caricatore dell'arma sottratta al compagno di pattuglia del vicebrigadiere contro i rappresentanti delle forze dell'ordine, gridava «Allah akbar» («Dio è il più grande»). È stata questa circostanza a far accendere sulla vicenda i riflettori della Digos della questura e dei carabinieri del Ros. I detective dell'antiterrorismo, che alcuni giorni fa hanno perquisito l'appartamento a Villaraspa di Colceresa dove viveva da qualche tempo il cittadino marocchino, stanno scandagliando anche alcuni profili social per verificare se Boubagura si fosse radicalizzato e i suoi eventuali contatti. Gli esperti hanno inoltre fatto tradurre il video, girato con il cellulare da un testimone poco prima della sparatoria, nel quale si vede Boubagura correre a piedi nudi con indosso solo una tunica di colore nero. Nel filmato il giovane stava recitando una preghiera: «Allah è il più grande, non esiste altro Dio e il suo profeta è Maometto», ripeteva.

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Potenziati i servizi di vigilanza

Dopo la sparatoria, intanto, il prefetto Salvatore Caccamo ha deciso di predisporre il potenziamento dei servizi di vigilanza e di controllo del territorio comunale interessato dalla terribile vicenda, oltre ai dispositivi interforze nei comuni di Fara e Breganze. Caccamo ha anche chiesto al questore e ai comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza di proseguire e consolidare i rapporti di collaborazione sempre ai fini del controllo del territorio. Le verifiche e le misure di prevenzione, che vedono in particolare il contrasto ai fenomeni di devianza e di disagio giovanile, al consumo di sostanze stupefacenti, agli atti illegali e alle situazioni di pericolo negli esercizi pubblici, riguarderanno anche i territori comunali di Colceresa e Lusiana Conco, luoghi di ultima dimora di Boubagura prima del dramma.

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