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L'INCHIESTA

Sparatoria a Fara Vicentino, indagato anche l'agente ferito Alex Frusti

Fascicolo aperto, come atto dovuto, pure a carico del vicebrigadiere. L’antiterrorismo ha perquisito la casa del marocchino rimasto ucciso

Sono tre le persone iscritte sul registro degli indagati nel fascicolo aperto dal sostituto procuratore Cristina Carunchio in merito alla sparatoria avvenuta lunedì mattina a Fara Vicentino. Sono Stefano Marzari, 40 anni, il vicebrigadiere in servizio al radiomobile di Thiene; Alex Frusti, 41 anni, l’agente della polizia locale Nordest Vicentino rimasto gravemente ferito; e Soufiane Boubagura, il cittadino marocchino 28enne che ha rubato la pistola al collega di pattuglia del vicebrigadiere e che è rimasto ucciso nel conflitto a fuoco. A carico dei due rappresentanti delle forze dell’ordine, difesi entrambi dall’avvocato Nicola Guerra, il reato ipotizzato, come atto dovuto, è quello di omicidio commesso per eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi. Il cittadino di origini nordafricane è invece accusato del tentato omicidio dell’agente Frusti, reato che verrà estinto per la morte del reo. La procura non ha invece indagato il collega di pattuglia del vicebrigadiere, l’appuntato al quale lo straniero ha sottratto l’arma durante una violenta colluttazione. Il militare del 112 ha comunque nominato l’avvocato Deborah Squarzon per tutelare i suoi interessi.

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Digos e Ros indagano per capire se Boubagura si era radicalizzato

Parallelamente prosegue l’attività informativa della Digos della questura e del Ros dei carabinieri per verificare se Boubagura fosse entrato in contatto con qualche gruppo estremista che lo avesse spinto a radicalizzarsi. Ad accendere i fari dell’antiterrorismo sulla vicenda è stata la frase urlata più volte dall’esagitato durante il conflitto a fuoco: «Allah akbar» («Dio è il più grande»), che in passato è stata pronunciata da molti attentatori prima di colpire. Mercoledì, i militari hanno perquisito l’appartamento dove abitava il giovane e raccolto nuove testimonianze per scavare nella sua vita. 
Ieri si sarebbe dovuta svolgere l’autopsia sulla salma del cittadino marocchino per stabilire da quanti colpi sia stato raggiunto e quali siano risultati quelli mortali.

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L'autopsia di Boubagura si terrà oggi

L’esame autoptico è però slittato nuovamente per consentire a Frusti, indagato nelle scorse ore dopo essere stato ascoltato dagli inquirenti all’ospedale di Santorso dov’è ricoverato, di nominare un avvocato e un eventuale consulente. Alla fine, l’autopsia si terrà oggi. A eseguirla sarà il dottor Giovanni Cecchetto dell’istituto di medicina legale dell’Università di Padova, che effettuerà anche i test tossicologici per verificare quale fosse lo stato psicofisico del giovane. Il sospetto è che avesse assunto droga o alcolici, oppure entrambi. Il pubblico ministero Carunchio disporrà inoltre una perizia balistica per ricostruire l’esatta dinamica della sparatoria avvenuta in via Crosara, la sequenza dei colpi esplosi e da quale arma provengano i proiettili che hanno attinto Boubagura, uccidendolo. Durante il conflitto a fuoco hanno sparato il vicebrigadiere, l’agente della polizia locale e Boubagura, quest’ultimo con la pistola strappata dalle mani dell’appuntato del radiomobile.

Perquisito l'appartamento di Boubagura a Villaraspa di Colceresa

Nell’ambito degli accertamenti antiterrorismo, i carabinieri hanno perquisito l’appartamento a Villaraspa di Colceresa dove viveva da qualche tempo il cittadino marocchino, ospite di connazionali. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, i detective non avrebbero trovato materiale attinente all’indagine. Sarebbero comunque al setaccio i profili social dello straniero, che utilizzava in Rete uno pseudonimo. L’obiettivo dei detective è quello di accertare eventuali contatti con l’islam radicale. Gli esperti dell’antiterrorismo hanno inoltre fatto tradurre il video, girato con il cellulare da un testimone poco prima della sparatoria, nel quale si vede Boubagura correre a piedi nudi con indosso solo una tunica di colore nero.

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Nel filmato diffuso il marocchino pregava

Fara Vicentino, la vittima ripresa in un video

Nel filmato il giovane stava pregando: «Allah è il più grande, non esiste altro Dio e il suo profeta è Maometto», recitava come un mantra lo straniero durante il suo girovagare senza una meta apparente. Un comportamento incomprensibile per la sorella Khadija, l’unica parente della vittima residente in Italia. «Soufiane non era un estremista religioso; anzi, non era nemmeno praticante - ha fatto sapere la donna tramite l’avvocato Paolo Pastre, che la assiste -. Era una persona molto tranquilla, un grande lavoratore e non aveva mai dato segnali di qualche problema».

Lunedì, qualcosa deve però essere scattato nella mente di Boubagura. Per questo, gli investigatori dell’antiterrorismo vogliono vederci chiaro fino in fondo, senza lasciare nulla di intentato. 

Valentino Gonzato

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