<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Le indagini

Sparatoria a Fara Vicentino, indagine dell’anti-terrorismo sul 28enne ucciso

Gli investigatori stanno scavando nella vita di Soufiane Boubagura per verificare se si fosse radicalizzato e per ricostruire i suoi contatti
Il luogo della sparatoria e, nel riquadro, la vittima Soufiane Boubaruga (FOTO STUDIOSTELLA)
Il luogo della sparatoria e, nel riquadro, la vittima Soufiane Boubaruga (FOTO STUDIOSTELLA)
Il luogo della sparatoria e, nel riquadro, la vittima Soufiane Boubaruga (FOTO STUDIOSTELLA)
Il luogo della sparatoria e, nel riquadro, la vittima Soufiane Boubaruga (FOTO STUDIOSTELLA)

Un fanatico, un folle sotto l’effetto di qualche sostanza oppure entrambe le cose. Anche i detective dell’antiterrorismo sono al lavoro per capire chi fosse Soufiane Boubagura, il cittadino marocchino di 28 anni che lunedì è stato ucciso dai carabinieri nel conflitto a fuoco in via Crosara a Fara Vicentino, nel quale è rimasto ferito in modo grave l’agente di polizia locale Alex Frusti. 

Il 28enne marocchino era arrivato in Italia nel 2011

Gli investigatori stanno cercando di ricostruire i contatti del nordafricano, che da circa un anno si era stabilito a Villaraspa di Colceresa. Il loro obiettivo è capire se si fosse convertito o meno all’islam radicale. Fino all’altro giorno, Boubagura era sconosciuto alle forze dell’ordine. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, era arrivato in Italia nel 2011 e aveva sempre vissuto in Campania. Aveva un permesso di soggiorno per motivi di lavoro rilasciato dalla questura di Salerno e, ufficialmente, risiedeva a Scafati. L’unico guaio con la legge risaliva a diversi anni fa, quando era stato trovato in possesso di qualche dose di droga ed era stato segnalato come assuntore abituale di stupefacenti. Dopodiché, il magrebino era scomparso dai radar.

I video che lo hanno immortalato prima della sparatoria

Fino a lunedì, quando è uscito di casa indossando solo una tunica e ha cominciato a correre scalzo, farneticando in arabo. Durante il suo vagare avrebbe tentato di aggredire alcuni automobilisti e passanti e messo in pericolo anche la propria incolumità, come quando si è aggrappato al retro di un camion facendosi trascinare per vari metri. L’episodio è stato immortalato con il cellulare da un testimone. Il conducente di un’auto lo ha invece filmato mentre correva con lo sguardo fisso davanti a sé e, sembra, stesse pregando. Boubagura avrebbe inoltre tentato di rubare una bicicletta e danneggiato alcune vetture in sosta. Fino a quel momento, il comportamento di Boubagura non era stato minimamente paragonabile a quello di un attentatore uscito di casa con l’intento di provocare una strage. È ciò che si è verificato in seguito ad avere fatto accendere i fari dell’anti-terrorismo sulla vicenda

Leggi anche
Sparatoria a Fara Vicentino, i testimoni: «I colpi e la pistola proprio davanti a me. Mi si è gelato il sangue»

Cosa è successo in via Crosara

In base alla ricostruzione degli inquirenti, Boubagura è stato intercettato attorno alle 10.30 in via Crosara, al confine tra Fara e Breganze. Una pattuglia del radiomobile della compagnia di Thiene, composta da un vicebrigadiere e un appuntato scelto, gli ha intimato di fermarsi. Lui ha dato in escandescenze. Era in evidente stato di alterazione psicofisica, ha iniziato a gridare «Allah akbar» («Dio è il più grande») e tentato di aggredire l’equipaggio del 112. In base agli elementi raccolti dai detective del nucleo investigativo, coordinati dal sostituto procuratore Cristina Carunchio, i militari avrebbero utilizzato il taser due volte. I dardi hanno colpito il bersaglio, ma il risultato è stato pressoché nullo. Per gli inquirenti è possibile che alcol o stupefacenti, soprattutto se assunti in quantità eccessiva, abbiano neutralizzato o comunque attenuato gli effetti delle scariche elettriche.
A quel punto Boubagura ha spinto a terra l’appuntato scelto e gli ha strappato la pistola d’ordinanza. Il giovane ha tentato più volte di sparare, invano. Dopodiché sarebbe riuscito ad armare la pistola e ha iniziato a fare fuoco. La pattuglia della polizia locale Nordest Vicentino è passata in via Crosara in quel momento. Frusti e il suo collega sono scesi per dare man forte ai militari. Boubagura ha svuotato tutto il caricatore. Quindici colpi, tre dei quali hanno raggiunto Frusti. Dopo averlo ferito gravemente, il magrebino avrebbe tentato di finirlo. Il vicebrigadiere dei carabinieri, che la procura ha indagato per omicidio commesso per eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi, ha però ucciso l’esagitato sparandogli più volte.

Leggi anche
Alex Frusti, l'agente ferito nella sparatoria: «Vivo per miracolo, quello mi voleva finire»

I detective dell’antiterrorismo avrebbero già individuato l’abitazione dove viveva la vittima del conflitto a fuoco e parlato con alcuni suoi connazionali. Gli inquirenti avrebbero inoltre ascoltato la sorella e il cognato di Boubagura per mettere al posto giusto tutti i tasselli.  

Valentino Gonzato

Suggerimenti