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Lo scontro a fuoco

Sparatoria a Fara Vicentino, i testimoni: «I colpi e la pistola proprio davanti a me. Mi si è gelato il sangue»

Le voci di quanti si sono trovati casualmente di fronte al conflitto a fuoco in via Crosara, tra Fara e Breganze.
L'agente che si trovava assieme al collega Alex Frusti, rimasto ferito ferito nella sparatoria (FOTO STUDIO STELLA)
L'agente che si trovava assieme al collega Alex Frusti, rimasto ferito ferito nella sparatoria (FOTO STUDIO STELLA)
L'agente che si trovava assieme al collega Alex Frusti, rimasto ferito ferito nella sparatoria (FOTO STUDIO STELLA)
L'agente che si trovava assieme al collega Alex Frusti, rimasto ferito ferito nella sparatoria (FOTO STUDIO STELLA)

Una scena da far west, che ha fatto vivere momenti di terrore a passanti e residenti. Più di un testimone ha assistito ieri (lunedì 24 aprile) alla sparatoria al confine tra Fara Vicentino e Breganze, in via Crosara. Altri hanno udito distintamente gli spari, scambiati da qualcuno per petardi. L'evento è arrivato a squarciare la tranquillità delle comunità di Fara Vicentino e di Breganze, in un lunedì mattina di primavera. Una giornata nella quale il sole faceva di quando in quando capolino tra le nubi, funestata da un dramma tanto terribile quanto inaspettato. Un conflitto a fuoco che si è concluso con un bilancio tragico: un agente della polizia locale ferito gravemente, anche se non in pericolo di vita, e un cittadino nordafricano morto.

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«Quel ragazzo con in mano una pistola»

«Stavo arrivando in auto da Thiene - racconta Annalisa, che vive a pochi metri dal luogo della sparatoria -. Dopo aver superato la rotatoria, mi sono fermata perché ho visto davanti a me un ragazzo che stringeva in mano una pistola». La donna, che avrebbe dovuto proseguire verso il centro di Breganze per raggiungere la propria abitazione, ha così subito arrestato la marcia. «Quel giovane teneva la pistola verso l'alto e ad un certo punto ha iniziato a sparare in aria, saranno stati 3-4 colpi - continua la testimone -. In quegli stessi istanti, ho notato un uomo in divisa che si riparava dietro ad un furgoncino e ho sentito altri spari. Alla fine, ho visto il ragazzo nel fossato che costeggia la via e un altro uomo delle forze dell'ordine che dalla strada gli puntava contro la pistola. Dal fosso è salito poi un altro uomo in divisa che si massaggiava una gamba con una mano, come se fosse stato ferito. Alla fine sono passata oltre e sono venuta a casa, dove mi sono messa al sicuro».

«Pochi metri e ci saremmo trovati in mezzo alla sparatoria»

«Stavo tornando da Breganze e procedevo verso Thiene, assieme a mia madre - racconta un'altra automobilista -. Improvvisamente, ho visto le auto davanti a me che iniziavano a fermarsi e contemporaneamente abbiamo iniziato a sentire dei botti, uno dopo l'altro. Sembravano dei petardi. Da un furgone che si era fermato davanti a noi sono scesi degli uomini che hanno iniziato ad agitare le braccia e a gridare "Via, via!". Allora ho girato a destra e ho preso la strada che porta a Fara; nel frattempo continuavo a sentire dei colpi. Non avevo capito cosa stesse accadendo, credevo avesse preso fuoco il furgone. Poi sono tornata indietro, avevano già chiuso la strada, e ho capito cos'era successo. A quel punto io e mia madre ci siamo sentite raggelare: sarebbero bastati pochi metri e ci saremmo trovate in mezzo alla sparatoria. Abbiamo capito che avevamo schivato un pericolo terribile. Avevamo incrociato quella persona poco prima, mentre viaggiavamo verso Breganze, dove eravamo dirette per una commissione: quell'uomo indossava una tunica e camminava a passo svelto. Ricordo come mi avesse colpito il fatto che fosse a piedi nudi».

«Ho sentito i colpi, poi ho visto una persona a terra»

L'evento è durato pochi istanti, un intervallo di tempo troppo breve, forse, per permettere a chi era presente di capire con chiarezza cosa stesse accadendo. Un tempo sufficiente, però, per gettare nel terrore chi si è trovato lì, a pochi metri, e per destare paura e apprensione nel vicinato. «Ero in casa e ho sentito tre colpi - racconta un ragazzo che vive poco lontano -. Pensavo fossero dei petardi. Poi sono uscito e ho visto una persona a terra. Alla fine è arrivata l'ambulanza». Tra le testimonianze anche quella di chi si trovava nella zona per lavoro. «Ho sentito nove colpi, in successione - racconta un operaio edile che in quegli istanti stava lavorando in un'abitazione vicina -. Ho pensato che qualcuno stesse sparando agli uccelli sugli alberi». Molti, insomma, di fronte all'inaspettato, hanno cercato di interpretare a loro modo quanto stavano vedendo e udendo. L'opzione di un conflitto a fuoco era inimmaginabile.

Il nordafricano avvistato poco prima a Colceresa

Nelle ore successive alla drammatica vicenda, si è formata una piccola folla al limitare dell'area transennata con il nastro rosso e bianco delle forze dell'ordine e presidiata dai carabinieri e dalla polizia locale. Molti sono accorsi dopo aver letto la notizia sul sito del Giornale di Vicenza e rilanciata anche da diverse testate nazionali o dopo aver sentito il tam tam in paese. Altre persone, magari di passaggio, incuriosite dalle operazioni di soccorso e di rilievo, dai lampeggianti e dalle sirene, nonché dal notevole spiegamento di uomini e mezzi, hanno parcheggiato l'auto o la bici e si sono avvicinate, alla ricerca di spiegazioni e informazioni. A Breganze, la notizia ha fatto ben presto il giro del paese. Nei negozi e nei bar, tutti erano a conoscenza di quanto accaduto. L'eco della vicenda si è spinto anche oltre, fino a Colceresa, dove la vittima era stata vista passare, a piedi nudi, prima della sparatoria (VIDEO). Da qui, secondo alcuni testimoni, il nordafricano sarebbe sceso, sempre a piedi, in centro a Breganze dove, all'altezza di piazza Mazzini, avrebbe danneggiato alcune automobili. Nella fattispecie, l'immigrato sarebbe stato visto urlare frasi in arabo per poi colpire a pugni una vettura in sosta, per quella che è stata una mattina di paura e di terrore.

Matteo Carollo

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