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L'indagine

Drago di Vaia, il rogo è doloso. Trovate tracce di accelerante delle fiamme

Le fototrappole potrebbero incastrare l'autore: è caccia al piromane. Il sindaco di Gallio: «Rischio emulatori: vanno sorvegliate le altre opere »
Con questa foto di Andrea Mutinelli, pubblicata su Instagram, Martalar ringrazia tutta Italia per le testimonianze e l'appoggio ricevuti
Con questa foto di Andrea Mutinelli, pubblicata su Instagram, Martalar ringrazia tutta Italia per le testimonianze e l'appoggio ricevuti
Con questa foto di Andrea Mutinelli, pubblicata su Instagram, Martalar ringrazia tutta Italia per le testimonianze e l'appoggio ricevuti
Con questa foto di Andrea Mutinelli, pubblicata su Instagram, Martalar ringrazia tutta Italia per le testimonianze e l'appoggio ricevuti

Dopo un nuovo, lungo sopralluogo sui resti carbonizzati del Drago di Vaia compiuto ieri, giovedì 24 agosto, dai vigili del fuoco di Trento assieme ai carabinieri di Rovereto, pare non ci siano più dubbi: l'installazione di land art dell'artista roanese Marco Martalar è stata distrutta dalla mano dell'uomo.

Drago di Vaia, incendio doloso: tracce di accelerante

I tecnici sembrano aver individuato tracce di accelerante, usato per garantire che il rogo divorasse il drago, con i sui 6 metri di altezza e 7 di lunghezza, realizzato con rami e corteccia residui della tempesta Vaia. È quindi caccia al piromane, che, forse, senza saperlo, ha lasciato traccia del suo misfatto.

Infatti ci sono delle telecamere installate nella frazione Magrè di Lavarone che potrebbero aver immortalato il malfattore ma anche, almeno è quanto trapelato in paese, delle fototrappole installate per controllare il numero e la salute della fauna selvatica.

Il sindaco di Lavarone: «Saremo più forti della stupidità»

Il sindaco di Lavarone, Isacco Corradi, è fiducioso. «Saremo più forti della stupidità e non ci faremo prendere né dalla rabbia né dal rancore - afferma il primo cittadino lavaronese -. La giustizia farà il suo corso, anche se mi chiedo quale può essere la pena per aver ucciso un drago. Con impegno avevamo costruito un percorso e un progetto educativo importante, purtroppo la stupidità umana lo ha rovinato».

 

 

 

La foto e i ringraziamenti dell'artista Martalar sui social

«Con questa immagine voglio ringraziare tutti voi che a migliaia mi avete scritto , dimostrato affetto e vicinanza attraverso i modi più vari, dai messaggi su Instagram, Facebook, Whatsapp, mail, giornali e tv di tutto il Paese. Purtroppo non è materialmente possibile dare una risposte a tutti, dico ancora grazie per me questo è un grande messaggio di speranza. Per quel che riguarda il gesto ignobile fatto al Drago Vaia è confermato l'atto doloso e l'indagine prosegue, non posso negare che come penso tutti voi, il colpevole venga trovato. In fine e cosa a me più cara, abbiate fede, l'arte non ha confini e i draghi non si possono uccidere con le fiamme» ha scritto su Instragram oggi, 25 agosto, Martalar.

 

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La raccolta fondi su "Go Found Me"

La raccolta fondi su "Go Fund Me" ha già raccolto oltre 31 mila euro, destinati a far ripartire subito un nuovo progetto, con la stessa finalità, con la stessa simbologia, che raccoglie l'eredità lasciata dal Drago di Vaia, perché come puntualizza il suo creatore, Marco Martalar.

 Un progetto dal Trentino al Vicentino per collegare le opere di Martalar

Un'eredità che stava per partire con un progetto dal Trentino al Vicentino: un itinerario turistico ed educativo per collegare tutte le opere di Martalar in un percorso tra arte, sensibilizzazione ambientale e natura. «Dovevamo trovarci a fine estate - racconta il sindaco di Enego, Marco Frison -. Anche se l'Aquila di Vaia è a Grigno, la piana di Marcesina è di tutti, unisce quello che l'uomo ha diviso. La distruzione dell'arte impoverisce tutti».

Il sindaco di Gallio: «Gli emulatori sono dietro l'angolo»

Sconcertato anche Emanuele Munari, sindaco di Gallio, comune che custodisce un'opera di land art dedicata a Vaia. «Adesso c'è da chiedersi come organizzare della videosorveglianza per garantire la tutela delle altre opere. Quella galliese è davanti al Comune ed è protetta ma le altre necessitano di tutela subito: gli emulatori sono dietro l'angolo».

 

Gerardo Rigoni

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