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La grande opera

Tav, il Comune frena. Chiesti altri 4 mesi per gli accertamenti

C’è bisogno di tempo perché il progetto vicentino della Tav riesca a finire sui binari giusta
C’è bisogno di tempo perché il progetto vicentino della Tav riesca a finire sui binari giusta
C’è bisogno di tempo perché il progetto vicentino della Tav riesca a finire sui binari giusta
C’è bisogno di tempo perché il progetto vicentino della Tav riesca a finire sui binari giusta

Non è uno stop, bensì un segnale di precedenza. Si potrebbe riassumere così la lettera che palazzo Trissino nelle scorse ore ha inviato a Rfi. L’oggetto della missiva è “Progetto definitivo Tav, secondo lotto funzionale attraversamento della città di Vicenza” e la richiesta che è stata messa nero su bianco dall’amministrazione comunale all’interno del documento è precisa: avere altri 120 giorni di tempo per esaminare le carte. Perché la materia è complessa, perché è necessario passare attraverso i consiglieri comunali e la cittadinanza e, soprattutto, perché ci sono alcuni aspetti che non tornano rispetto alle richieste che erano state formulate dal Consiglio comunale in sede di approvazione del progetto preliminare. Una su tutte: le fasi di chiusura e demolizione del cavalcavia di Ponte Alto con lo stop al traffico. 

È forse una delle principali criticità a livello viabilistico. Anzi, è la più importante se si considera solamente la fase di cantierizzazione, come d’altronde hanno ammesso i progettisti all’interno della relazione generale. «L’intervento di demolizione e ricostruzione del viadotto degli Scaligeri (che comporterà anche interventi sul viadotto del Sole ad esso limitrofo) - si legge - costituisce, indubbiamente, la perturbazione più importante dal punto di vista dei possibili effetti sulla mobilità della città di Vicenza». Questo perché per adeguare i due ponti alla nuova linea ferroviaria e alle opere viabilistiche complementari, Rfi ha ritenuto necessario effettuare una sistemazione non di poco conto: demolire e ricostruire le due infrastrutture senza consentire il passaggio delle automobili. Tempo di realizzazione: due anni. Esatto, 730 giorni durante i quali chi proviene dal casello dell’autostrada di Vicenza ovest, dalla tangenziale (o viceversa chi deve dirigersi) non potrà più percorrere come oggi viale del Sole, ma dovrà prendere il nuovo sottopasso di viale dell’Oreficeria oppure la nuova viabilità di via dell’Arsenale. Non si parla di qualche passaggio, ma di migliaia e migliaia di veicoli al giorno. 

Ed è proprio per questo motivo che il Comune - secondo quanto trapela dai corridoi di palazzo Trissino - ha deciso di puntare i piedi. Gli uffici, infatti, hanno trovato una difformità rispetto alle richieste che erano state avanzate. In particolare l’amministrazione comunale, insieme ai vertici di Ieg, aveva chiesto di non procedere con la chiusura totale del ponte ma di prevedere l’abbattimento in due fasi, di modo tale da consentire di spostare il traffico sull’altra carreggiata, così come avviene solitamente in autostrada durante i lavori. 
L’istanza a quanto pare non è stata recepita e anche per questo motivo i tecnici comunali hanno chiesto a Rfi di rallentare.

Ci sono, però, altri aspetti che - a una prima analisi - non quadrerebbero rispetto a quanto ci si aspettava. La corsia del metrobus di viale San Lazzaro, ad esempio, ma anche la mancanza di aree alternative dove recuperare parcheggi in seguito all’eliminazione che si è resa necessaria proprio per far correre la nuova linea del trasporto pubblico locale. Criticità, queste, che non possono essere risolte in un mese (anche se a dire la verità non erano nemmeno state affrontate in sede di definizione del progetto preliminare). Da qui la necessità di avere più tempo e chiedere una proroga delle tempistiche. Allo stato attuale, infatti, il progetto definitivo dovrebbe essere studiato, validato e approvato entro il 7 ottobre; il che vorrebbe dire poco meno di 40 giorni. Troppo pochi per esaminare una materia così complessa, sebbene, va detto, il progetto definitivo ricalchi in tutto e per tutto quello preliminare. 

Nella lettera inviata a Rete ferroviaria italiana, Francesco Rucco avrebbe dunque messo nero su bianco le proprie preoccupazioni. In base a quanto ricostruito, il sindaco avrebbe comunque ribadito il suo sì all’alta velocità e la volontà di sostenere il progetto, tuttavia avrebbe anche sottolineato di dover affrontare il tema in maniera puntuale con il consiglio comunale e con la cittadinanza, attraverso assemblee. Da qui la necessità di avere almeno altri 120 giorni di tempo dopo il 7 ottobre. 
A questo proposito un primo incontro sul tema è previsto in commissione consiliare alle 17 di martedì 6 settembre. Parteciperanno anche i progettisti di Rfi per una prima descrizione dell’opera che è contenuta in 2.500 schede.

 

Nicola Negrin

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