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Dentro l'alta velocità

Nuova strada e cavalcavia: rivoluzione ai Ferrovieri

Sono una ventina gli edifici che dovranno essere demoliti lungo viale San Lazzaro perché troppo vicini alla ferrovia
Sono una ventina gli edifici che dovranno essere demoliti lungo viale San Lazzaro perché troppo vicini alla ferrovia
Sono una ventina gli edifici che dovranno essere demoliti lungo viale San Lazzaro perché troppo vicini alla ferrovia
Sono una ventina gli edifici che dovranno essere demoliti lungo viale San Lazzaro perché troppo vicini alla ferrovia

Difficile dire se una volta terminato il lungo cantiere, il quartiere sarà più distante o più vicino rispetto alla città. Di certo per i Ferrovieri l’avvento dell’alta velocità comporterà non pochi cambi di abitudine e di percorsi. I residenti (e anche i pendolari) dovranno dire addio al cavalcavia di Ferreto de Ferreti nonché alla passerella ciclopedonale di via D’Annunzio (destinati alla demolizione) e allo stesso tempo saranno chiamati a dare il “benvenuto” a una nuova arteria chiamata “Arsenale” e a un nuovo cavalcaferrovia con passerella ciclopedonale in sede riservata all’altezza di via Maganza poco prima di Gogna. Nuova viabilità, nuovo assetto urbanistico e nuovi percorsi, dato e considerato che passare dal quartiere operaio - che non a caso è stata la “casa” di chi lavorava e lavora in ferrovia - a viale Verona/San Lazzaro non sarà più così immediato. Anzi, quel corridoio che ora connette l’asse ovest con viale Sant’Agostino scomparirà una volta demolito Ferreto de Ferreti. Sarà più semplice, a quel punto, connettersi alla stazione. 

La nuova tappa Il viaggio attraverso le carte del progetto definitivo dell’alta velocità (secondo lotto funzionale, attraversamento della città di Vicenza) arriva al quartiere dei Ferrovieri. Dopo la panoramica in zona Fiera, ecco dunque il focus su quella parte di città che sarà rivoluzionata dalla Tav e che dovrà anche fare i conti con non pochi disagi durante il cantiere. Uno su tutti: l’impianto di betonaggio c in via Maganza, limitrofo sì ai binari ma non distante - per usare un eufemismo - dalle abitazioni. 

La nuova strada Ma si comincia dalle strade con una premessa. Data la demolizione di Ferreto de Ferreti, scrivono i tecnici, «in mancanza di nuovi collegamenti, l’area posta a sud della linea ferroviaria, in particolare il quartiere dei Ferrovieri, verrebbe pressoché isolata dalla città». Da qui la necessità di realizzare in primis la bretella Arsenale; si tratta di una strada lunga due chilometri che collega la zona industriale arriva con la stazione, attraverso un percorso non proprio rettilineo. Il tracciato comincia in via dell’Industria con due rotatorie (una all’incrocio con via dell’Artigianato e l’altra con via dell’Arsenale). La bretella prosegue lungo via dell’Arsenale (ora strada chiusa) e arriva in corrispondenza dell’ingresso del Terminal intermodale di Vicenza (oggi sbarrato con un cancello) dove ci sarà un altro rondò. A questo punto l’arteria continua all’interno dell’area di Rfi, dove viene demolita l’attuale struttura che confina con l’ex Lanerossi; corre poi parallela al fascio di binari collocandosi a sud e passando dove oggi si trova il Bocciodromo (destinato secondo Rfi all’abbattimento) arriva al parcheggio di via Rossi. Il progetto prevede quindi di eliminare parte dell’area poiché la nuova bretella, arrivata a questo punto, deve andare in galleria, passando sotto il fascio dei quattro binari, risalendo poi a nord della linea (in viale Verona dove oggi termina il cavalcaferrovia di Ferreto de Ferreti). Qui sono previste due rotatorie con una soluzione leggermente spostata rispetto al progetto preliminare; così facendo, «si elimina l’abbattimento dell’edificio di 5 piani di via Verona 85/87 - scrivono i tecnici - e si evita l’abbattimento dell’edificio di 6 piani di viale san Lazzaro». I due rondò consentono da una parte il collegamento con l’asse di viale San Lazzaro e viale Verona e dall’altra la connessione con il nuovo asse viario ricavato sull’ex sedime di Ftv: si tratta di una strada che corre a nord dei binari fino ad arrivare in stazione dove si collega, tramite una rotatoria, con il cavalcaferrovia di via Maganza. 

Il cavalcaferrovia Ed è qui che si trova la seconda grande opera che cambierà il volto - e la viabilità - del quartiere: il viadotto di via Maganza. È una delle opere più delicate dal punto di vista dell’impatto paesaggistico e anche per questo motivo, si legge, nella fase di progettazione definitiva, la configurazione è stata oggetto di approfondimenti. L’opera si stacca da via Maganza, nell’area verde di via Ca’ Alte. Rispetto al preliminare la lunghezza del cavalcaferrovia (che atterra sul piazzale della stazione) è stata ridotta, passando da 220 a 206 metri. È stata diminuita anche l’altezza, sarà di circa 10 metri, e si è ottenuta una «rilevante riduzione volumetrica della rampa nord che nel progetto preliminare costituiva l’ingombro visivo con maggiore impatto paesaggistico». Attenzione è stata posta - in base a quanto si legge - anche agli aspetti architettonici. «Gli elementi “impalcato”, “pile” e le “velette metalliche”, cercando dei riferimenti nell’architettura vicentina, richiamano il profilo del Ponte degli Angeli e i rivestimenti in pietra dei muri di sostegno si conformano alla tradizione locale», specificano i tecnici di Rfi. 

Le ciclabili Accanto al ponte di via Maganza ci sarà anche un passaggio ciclopedonale che andrà a sostituire la passerella di via D’Annunzio, destinata alla demolizione. Sono inoltre previste connessioni per pedoni e biciclette dove oggi si trova il cavalcaferrovia di Ferreto de Ferreti. 

L’impianto di betonaggio Certo, lo stravolgimento del quartiere Ferrovieri non sarà indolore per i residenti. Soprattutto perché, a differenza di quanto previsto nel preliminare, è stato inserito un nuovo cantiere non previsto. Tecnicamente viene definito nelle schede “Campo operativo a supporto della realizzazione degli adeguamenti della stazione di Vicenza, viale Roma - cavalcaferrovia di via Maganza. Impianto di betonaggio”. Una struttura imponente, per una superficie totale occupata di 13.950 metri quadrati, che ospiterà uffici, spogliatoi, un laboratorio, locali di guardiania, un magazzino, parcheggi, locali tecnici e, appunto, l’impianto di betonaggio di 1.180 metri quadrati. La nuova collocazione dell’impianto potrebbe mettere in allarme il quartiere dei Ferrovieri per l’aumento del traffico dei mezzi pesanti in una zona residenziale. L’area, infatti, è collocata lungo l’argine del Retrone (dove si svilupperà il nuovo ponte di via Maganza) e quindi sulla sponda opposta rispetto all’insediamento di Gogna e accanto ad alcune abitazioni. Inizialmente, in fase di progettazione preliminare, doveva essere collocato a sud della stazione «in zona di pertinenza della stazione stessa» tuttavia «l’area individuata è di dimensioni estremamente contenute e insufficienti per l’armamento di progetto. Pertanto è stata individuata una seconda area», spiegano i progettisti. 

 

Nicola Negrin

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