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Montecchio Maggiore

Pedemontana: slitta il nuovo casello A4 a Montecchio. Nei primi tre anni 60 milioni da versare

La giunta veneta indica i conti attuali per l’opera: i costi in futuro saranno ripagati dai pedaggi ma per adesso ci sarà uno sbilancio

Inizia oggi in Consiglio regionale la maratona per l’approvazione del bilancio 2024-2026 della Regione. La maggioranza, forse anche per quell’ordine di scuderia partito dalla Lega che ha vietato ai suoi consiglieri di presentare emendamenti, ha deciso di fissare due sole sedute, oggi e domani, per arrivare a dire tre diversi sì alla “Legge di stabilità”, prima ancora al suo “collegato”, e ai numeri del Bilancio. Qualcuno probabilmente ha fatto i conti con i tempi massimi di intervento consentiti alle opposizioni, pur con valanghe di emendamenti, e ha calcolato che tirando fino a stasera a mezzanotte e poi domani fino a quando serve, forse anche in orari notturni, si possa giungere a chiudere la pratica. La novità maggiore, come era già emerso nei giorni del via libera alla Nota aggiornata del documento di finanza, sta negli emendamenti al Bilancio presentati dalla Giunta su alcune questioni cruciali del sociale. Ma spulciando nella montagna di pagine che come ogni anno formano il Bilancio della Regione emergono novità sull’opera più grande a cui il Veneto lavora da oltre 20 anni: la Spv Pedemontana veneta.

Spv: più attesa e più costi. Il casello di Alte aperto ad aprile

Proprio i documenti del bilancio regionale fanno nuova luce sulla Pedemontana. Prima di tutto sui tempi per il passaggio decisivo per l’intera opera, e cioè il nuovo casello di Alte Montecchio sulla Brescia-Padova a cui potrà collegarsi il casello finale della superstrada in arrivo dall’area a nord di Treviso. Una “sezione dedicata” del bilancio della Regione spiega infatti che, contrariamente a quanto circolato finora sull’ipotesi di fine marzo, la Regione ha saputo dalla Brescia-Padova che l’apertura del casello «sarà operativa, a livello di connessione con Pedemontana, entro il 30 aprile».

La Pedemontana intera aprirà a febbraio o inizio marzo

Un mese di attesa in più insomma. A questo si aggiunge quanto ha da poco annunciato il presidente Luca Zaia, e cioè che la Pedemontana intera aprirà probabilmente a fine febbraio o inizio marzo (senza casello A4, come noto, Montecchio e Brendola temono di essere sommersi dal traffico della Spv in uscita-entrata). Questo però ha anche costretto la Regione a rivedere i calcoli economici, perché il meccanismo che ha permesso di sbloccare l’opera sei anni fa è che il consorzio privato Sis costruttore-gestore incasserà una cifra di canone annua dalla Regione, mentre palazzo Balbi si rifarà con l’incasso dei pedaggi.

Il costo finale sarà di 60 milioni

Già i calcoli di allora però prevedevano che per almeno una decina d’anni la Regione dovrà pagare più di quello che incassa, e conta di rifarsi negli anni seguenti con entrate maggiori rispetto al canone da versare. Un emendamento della Giunta al bilancio che va al voto da oggi indica che la cifra da versare a Sis va ritoccato in leggerissimo calo per il 2024, ma significa che comunque la Regione pur con i pedaggi dovrà sborsare circa 23,5 milioni, mentre nel 2025 il conto del canone sale di 4,8 milioni e l’esborso finale per le casse pubbliche sarà di oltre 18 milioni. E nel 2026 a Sis andranno riconosciuti 5,3 milioni più del previsto e il saldo negativo per la Regione sarà di oltre 16. Insomma un conto di circa 60 milioni, prima di rientri futuri.

Altri due nodi da sciogliere

L’emendamento della Giunta ha già risolto varie questioni, ma l’assessore al bilancio Francesco Calzavara arriverà in aula con altri due nodi da sciogliere: i 28 milioni da tagliare nei conti 2024 su indicazione giunta dal Governo alle Regioni (l’assessore ieri era al lavoro per cercare di sbloccare un possibile aiuto di 8 milioni sempre da Roma) e il finanziamento degli Ats che riuniranno i Comuni per servizi sociali in rete.

Piero Erle

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