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Le iniziative

La protesta: «Pfas, sono passati 10 anni. Ancora nessuna risposta»

Una settimana di sensibilizzazione nazionale con incontri e docufilm. I comitati: «Difendiamo ambiente e territorio. Imprescindibile il diritto alla salute»
Dieci anni di Pfas: inizia una settimana di sensibilizzazione sul tema (Foto Archivio)
Dieci anni di Pfas: inizia una settimana di sensibilizzazione sul tema (Foto Archivio)
Dieci anni di Pfas: inizia una settimana di sensibilizzazione sul tema (Foto Archivio)
Dieci anni di Pfas: inizia una settimana di sensibilizzazione sul tema (Foto Archivio)

Una settimana di eventi, incontri e riflessioni per ricordare le tante testimonianze realizzate, ma anche «per riaffermare la priorità della protezione dell’ambiente e quindi della salute nell’agenda politica, e allo stesso tempo che la difesa, la cura, l'aiuto all’ambiente, la custodia del creato, come ha detto anche papa Francesco, dipende da ognuno di noi». L’iniziativa è proposta da 13 associazioni (Mamme no Pfas, Legambiente, Italia nostra, Medicina democratica, Greenpeace, No Centrale, Pfas.land, Cgil, Acqua bene comune, Cillsa, Isde, Rete gas cicentina, Cittadini zero Pfas) nella ricorrenza del decennale di quando, nell’estate del 2013, emerse la maxi contaminazione da Pfas, della acque nel Veneto centro-occidentale.

«Sono passati dieci anni, tanti, troppi per non avere ancora - sottolineano le 13 associazioni - delle risposte più concrete e risolutive ad un problema che continua ad avvelenare l’ambiente. In concomitanza con un punto cruciale del processo Miteni in Corte d’Assise a Vicenza, da oggi al 27 maggio si apre una settimana di sensibilizzazione, azione culturale e memoria sulla problematica Pfas. Grazie alle migliaia di persone che si sono mobilitate - mamme e genitori No Pfas, comitati, lavoratori, ambientalisti, centri sociali, associazioni di cittadinanza attiva e sindacati - tale inquinamento è oggi sotto i riflettori della cronaca giornalistica e giudiziaria come il più grande inquinamento dell’acqua nella storia d’Europa».

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Le iniziative predisposte vogliono ricordare la grande produzione di informazione avvenuta in questi anni dal basso, con creazione di articoli, incontri pubblici, assemblee popolari, manifestazioni, convegni, libri, mostre, spettacoli. Rievocare i passaggi e i coinvolgimenti a livello istituzionale, dagli enti locali alla Regione, ai ministeri ed alle istituzioni europee, alle università, fino alle Nazioni unite.

Inoltre, narrare «una progressiva consapevolezza collettiva, una cooperazione che ha attraversato e attraversa i territori coinvolti e non solo: una rete nord-sud, est-ovest, che ha messo in relazione fra di loro i diversi territori devastati in silenzio per anni e la sofferenza fisica, psicologica e sociale di migliaia di persone. Raccontare una storia che considera i lavoratori, le persone, i territori abitati e la conoscenza al centro della difesa dei beni comuni, una storia che parla alle nuove generazioni mettendosi in ascolto dei loro bisogni, a partire dalle scuole e dalle organizzazioni e movimenti locali e internazionali, includendo le esperienze di chi è testimone diretto delle crisi ambientali e sociali, una storia che non dimentica chi si è battuto anche prima del 2013 per i diritti di tutti».

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E poi promuovere, a partire dai temi prioritari della salute e dell’ambiente, «le basi per la speranza concreta di un cambiamento e di un futuro più giusto per le prossime generazioni». Ma anche «rendere protagonisti tutti i cittadini nella difesa dell’ambiente dei territori e dell’imprescindibile diritto alla salute e creare nuova cittadinanza attiva mobilitando i cittadini verso un concreto e urgente cambiamento di paradigma e di modello economico-sociale, non più prorogabile».

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La settimana di eventi sarà distribuita nei territori della contaminazione, anche con eventi a distanza.

 

Giorgio Zordan

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