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Manifestazioni

Ambientalisti in campo: «Pfas, bonifica subito». La Regione: «Continua attività di monitoraggio»

Quattro presidi diversi in contemporanea per dire stop ai Pfas e chiedere l'immediata bonifica dell'area Miteni
La manifestazione degli attivisti per chiedere la bonifica immediata del sito Miteni dai Pfas
La manifestazione degli attivisti per chiedere la bonifica immediata del sito Miteni dai Pfas
La manifestazione degli attivisti per chiedere la bonifica immediata del sito Miteni dai Pfas
La manifestazione degli attivisti per chiedere la bonifica immediata del sito Miteni dai Pfas

Quattro manifestazioni in contemporanea per dire «Stop ai Pfas» e «Basta agli scarichi assassini». Oggi, 25 febbraio, sono stati infatti quattro i presidi organizzati dalle associazioni ambientaliste: uno davanti alla sede della Miteni, uno al municipio di Trissino, un altro davanti alla sede della Regione Veneto a Venezia e un quarto al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica.

In campo diversi attivisti di Legambiente, Greenpeace, Mamme No Pfas, Medicina Democratica, ISDE (associazione medici per l’ambiente), Acqua bene Comune Verona, Monastero del Bene Comune, Movimento Blu, per chiedere la bonifica subito del sito Miteni inquinato.

La preoccupazione

Oggi a preoccupare ulteriormente è la scoperta di nuove situazioni di inquinamento ancora in corso, rilevate nel sito Miteni dai tecnici di Arpav a fine gennaio in occasione dei sopralluoghi giudiziari a verifica delle operazioni di smantellamento degli impianti.  «Per questo a fronte di questa drammatica condizione ci rivolgiamo a Regione Veneto ed al Ministero all’Ambiente chiedendo di rispondere con coraggio e coerenza, a partire da un rinnovato protagonismo nel dibattimento processuale che aiuti a produrre l’avvio delle procedure di bonifica urgente del sito inquinato», dicono gli attivisti.

«Ma non solo, chiediamo anche di riprendere e portare a termine alcuni importanti provvedimenti e di sviluppare quadri strategici e normativi che prevedano un “exit strategy” dall’uso e consumo e trattamento dei Pfas residui, anche attraverso la predisposizione di incentivi adatti a ridurre l'attuale inquinamento attraverso l'utilizzo di pratiche di bilancio verde e di imposte ambientali per le aziende che, come sugerisce l’Europa, sono più difficili da evadere rispetto alle imposte sul reddito delle società o delle persone fisiche», concludono.

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La Regione e il monitoraggio

Intanto dalla Regione Veneto una nota fa sapere: «Nel territorio comunale di Trissino, i soggetti presenti nel sito interessato dall’inquinamento da Pfas si stanno al momento occupando sia delle operazioni di MISO/caratterizzazione/bonifica sia delle attività di decommissioning degli impianti produttivi. Operazioni che, ormai, sono praticamente concluse. Anche la recente problematica connessa al rinvenimento di liquidi in alcune caditoie e strutture interrate presenti nel sito è stata presa in carico dalla Ditta ICI 3 che sta eseguendo gli interventi necessari nel rispetto delle indicazioni impartite dagli Enti competenti e sotto la supervisione degli stessi».

La manifestazione anti Pfas
La manifestazione anti Pfas

E l'assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin precisa: « Le diverse strutture della Regione Veneto sono state, sin dai primi momenti di questa vicenda, impegnate nel fronteggiare la criticità. Competenze diverse, ambientali, sanitarie e scientifiche, messe a sistema hanno permesso l’emergere del fenomeno dei Pfas, il cui inquinamento non era precedentemente noto, e di pianificare con gli altri Enti coinvolti le azioni successive».

E prosegue: «Ora la ditta ICI 3 in qualità di attuale proprietario del sito, si è assunta l’onere di eseguire gli interventi di MISO/bonifica, come disposto dalla legge nazionale. La Regione non può che continuare ad assicurare il supporto tecnico al Comune di Trissino, che ha competenze dirette sull’iter di bonifica, in collaborazione con gli altri Enti competenti, ed in particolare con l’Arpav, sia nell’ambito delle Conferenze di Servizi sia nell’ambito dell’apposito Comitato tecnico istituito allo scopo, raccordandosi, ove necessario, con il Ministero e gli organi statali competenti».

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