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Arriva San Patrizio e i bimbi festeggiano i folletti verdi irlandesi

Sabato sarà San Patrizio e già cominciano a fiorire cartelloni che annunciano eventi a tema e addobbi verdi con tanto di leprecani (gnomi) e trifogli. Tutte cose che attirano inevitabilmente la curiosità dei bambini e le immancabili domande di fronte a qualcosa di nuovo. Vediamo allora chi era questo santo diventato patrono d’Irlanda, perché si festeggia e perché tra i vari simboli della festa ci sono proprio il trifoglio e il leprecano. La storia del santo risale al IV-V secolo dopo Cristo. Nacque infatti nell’attuale Carlisle, al confine tra Inghilterra e Scozia nel 385 e da ragazzo fu rapito dai pirati e venduto come schiavo in Irlanda. Fuggito divenne vescovo e fu mandato a cristianizzare l’Isola di Smeraldo, dove la popolazione era di religione pagana. Per convertirli conservando le loro tradizioni creò la croce celtica e utilizzò il trifoglio per spiegare il concetto di Trinità, cioè un unico Dio in tre persone. Lo Shamrock, termine derivato da un’anglicizzazione della parola gaelica, è poi diventato uno dei simboli dell’Irlanda, ripreso negli stemmi di molte città. Tante sono anche le leggende legate a questo santo. Una riguarda il pozzo: si racconta infatti che San Patrizio pregasse in una caverna molto profonda nell’isolotto sul lago di Lough Derg, nel Donegal e che talvolta spingesse i fedeli ad avventurarsi in essa perché potessero vedere i patimenti dell’inferno. Oggi l’espressione “pozzo di san Patrizio” indica un luogo pieno di infinite di ricchezze. A tal proposito, una curiosità riguarda la città di Orvieto, che ospita un suo “Pozzo di San Patrizio”. E che, ovviamente, nonostante il nome non ha nulla a che vedere con il santo. Un’altra leggenda riguarda invece i serpenti, che Patrizio avrebbe fatto scomparire dall’Irlanda nel 441. Come? Dopo 40 giorni di digiuno avrebbe lanciato giù dal monte Croagh Patrick una campana, facendoli fuggire. La campana sarebbe poi caduta nella Baia di Clew formandovi delle isolette. Nell’anniversario della sua morte, avvenuta il 17 marzo del 461 cominciò ad essere festeggiato nella liturgia nel 1600, quando fu istituita ufficialmente e nel 1903 divenne festa nazionale in Irlanda, in occasione della quale da allora vengono organizzate feste e parate. In quelle occasioni dappertutto predomina, ovviamente, il verde, colore legato all’isola per la sua immensa distesa di prati. E questo è anche il colore di cui il 17 marzo di ogni anno viene tinto il fiume Chicago, nell’omonima città statunitense. L’emigrazione irlandese infatti contribuì a portare questa usanza nel mondo. E il leprecano? Questi folletti sono considerati parte del “popolo delle fate” e secondo la tradizione abitavano l’isola prima dell’arrivo dei Celti. La rappresentazione è quella di un uomo alto meno di un metro, con giacca e pantaloni alla zuava verdi, un cilindro, un panciotto di lana, calze al ginocchio, scarpe con fibbie d’argento e redingote. Il suo lavoro è fare scarpe per sé e per le fate e si dice abbia grandi tesori nascosti, ma quando lo si costringe a rivelare dove si trovano, confonde il malcapitato e a salvare il suo oro. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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