<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Veneto

Digital art e criptovalute: scoperta evasione fiscale da oltre mezzo milione di euro

I finanzieri del Comando Provinciale di Verona hanno svolto tre verifiche fiscali nei confronti di lavoratori autonomi operanti nel settore delle cripto-attività
Evasione fiscale nel settore delle criptovalute, operazione della Guardia di Finanza nel Veronese
Evasione fiscale nel settore delle criptovalute, operazione della Guardia di Finanza nel Veronese
Evasione fiscale nel settore delle criptovalute, operazione della Guardia di Finanza nel Veronese
Evasione fiscale nel settore delle criptovalute, operazione della Guardia di Finanza nel Veronese

I finanzieri del Comando Provinciale di Verona, nel corso di specifiche attività tese a contrastare l’evasione fiscale nel campo delle tecnologie applicate al mondo delle monete digitali, hanno svolto tre verifiche fiscali nei confronti di lavoratori autonomi operanti nel settore delle cripto-attività, in particolare due nella cosiddetta “digital-art” (viene commercializzata un'opera o una pratica artistica che utilizza la tecnologia digitale come parte del processo creativo o di presentazione espositiva) e una in quella del “mining” (processo attraverso il quale nuove cripto-valute vengono messe in circolazione, in cambio di un compenso).

Il servizio, che nasce da approfondimenti sulla percezione di redditi da “cripto-attività” elaborati dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma, ha consentito di registrare diverse irregolarità.

Artisti digitali

Nel primo caso, infatti, due “artisti digitali” vendevano su portali online dedicati numerose opere digitali (meglio note come non-fungible token - NFT), tramite l’utilizzo di varie blockchain (meccanismo di database avanzato che permette la condivisione trasparente di informazioni all'interno di una rete), a esperti e investitori del settore. I relativi importi, però, non sono confluiti nelle relative dichiarazioni dei redditi.

«Minatore» di criptovalute

Nel secondo caso un “miner” (letteralmente “minatore” di cripto-valute) ha percepito compensi non dichiarati al fisco per l’attività di “impacchettamento” di informazioni in “blocchi” per consentirne l’accodamento nella blockchain.

Complessivamente è stata recuperata a tassazione, ai fini delle imposte sui redditi, una base imponibile pari a euro 522.000,00.

Le attività effettuate evidenziano come la Guardia di Finanza vigili costantemente anche su un settore delicato come quello dei circuiti finanziari alternativi al sistema bancario, potenzialmente impiegabile per celare ricchezze e redditi.

Suggerimenti