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L'atlante
del cielo
inquinato

L’astronomo (e farmacista) Pierantonio Cinzano, 54 anni, mostra la zona del Nord d’Italia e della Pianura Padana “rossa” di luce. FOTO STELLAIl planisfero che mostra dove le zone di inquinamento luminoso sono più evidenti: grandi città e Paesi a forte industrializzazioneL’Italia delle luci notturne: in rosso le zone dove non si vede il cielo
L’astronomo (e farmacista) Pierantonio Cinzano, 54 anni, mostra la zona del Nord d’Italia e della Pianura Padana “rossa” di luce. FOTO STELLAIl planisfero che mostra dove le zone di inquinamento luminoso sono più evidenti: grandi città e Paesi a forte industrializzazioneL’Italia delle luci notturne: in rosso le zone dove non si vede il cielo
L’astronomo (e farmacista) Pierantonio Cinzano, 54 anni, mostra la zona del Nord d’Italia e della Pianura Padana “rossa” di luce. FOTO STELLAIl planisfero che mostra dove le zone di inquinamento luminoso sono più evidenti: grandi città e Paesi a forte industrializzazioneL’Italia delle luci notturne: in rosso le zone dove non si vede il cielo
L’astronomo (e farmacista) Pierantonio Cinzano, 54 anni, mostra la zona del Nord d’Italia e della Pianura Padana “rossa” di luce. FOTO STELLAIl planisfero che mostra dove le zone di inquinamento luminoso sono più evidenti: grandi città e Paesi a forte industrializzazioneL’Italia delle luci notturne: in rosso le zone dove non si vede il cielo

La notte è sparita dalla faccia della Terra.

Non solo contemplare la via lattea è un'impresa impossibile per la quasi totalità della popolazione mondiale, ma addirittura sperimentare il buio naturale è diventato sempre più arduo, con gravi ricadute per l'ecosistema e per l'uomo. Tutta colpa dell’inquinamento luminoso, che, come evidenziato dal nuovo atlante mondiale pubblicato su Science Advances da un’équipe di scienziati italiani, tedeschi, statunitensi e israeliani, è largamente cresciuto negli ultimi anni fino ad arrivare a interessare ben l’80% dell'umanità. La novità è rimbalzata su tutte le riviste scientifiche mondiali. Ed ha un “cuore” ed un cervello vicentini.

La ricerca internazionale, coordinata dalla squadra italiana dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso (Istil) che ha sede a Thiene e di cui è presidente l'astronomo Pierantonio Cinzano, è stata realizzata in collaborazione con la Noaa, l'agenzia statunitense per l’atmosfera e gli oceani, l’università israeliana di Haifa e il centro tedesco di ricerca geologica Gfz di Potsdam.

La luce dispersa nell'atmosfera dalle nostre città è stata misurata dal satellite Suomi-Npp di Nasa e Noaa, i cui dati sono poi stati rielaborati dal software per la propagazione della luce in atmosfera sviluppato proprio a Thiene da Cinzano (54 anni, fa il farmacista, ma ha anche una fruttuosa laurea in Astronomia), e poi calibrati grazie a 30 mila misurazioni da terra effettuata da gruppi di cittadini appassionati, molti dei quali hanno utilizzato l'app "Loss of the night".

Il nuovo atlante mondiale della brillantezza artificiale del cielo notturno, che aggiorna quello pubblicato nel 2000 sempre dai ricercatori volontari dell'Istil di Thiene, dimostra che l'80% del mondo vive sotto una cappa di inquinamento luminoso. E purtroppo il peggio deve ancora venire: il passaggio all'illuminazione led potrebbe infatti aumentare di 2-3 volte l'attuale grado di inquinamento luminoso.

All'interno del gruppo dei G20, l'Italia è, insieme alla Corea del Sud, in assoluto il Paese più inquinato dalla luce artificiale, con il 41% del territorio che supera la soglia che impedisce di vedere la nostra galassia e neppure uno spicchio a luminosità perfettamente naturale.

La Pianura Padana è praticamente una macchia brillantissima nella notte italiana, ovvero una tra le regioni più ampie al mondo dove si è persa la possibilità do vedere la Via Lattea, mentre l'oscurità naturale in Italia è relegata a piccole porzioni di Sud Tirolo, Sardegna, Calabria e Maremma.

Nel resto d'Europa, i cieli meno inquinati sono quelli di Scozia, Svezia, Norvegia, e a tratti anche quelli di Austria e Spagna. Se si confrontano poi città come Milano e Monaco di Baviera, oppure Roma e Berlino, le aree metropolitane italiane risultano essere molto più luminose rispetto alle cugine tedesche.

«Nonostante in Italia vi siano le migliori leggi contro l'inquinamento luminoso esistente al mondo - spiega l'astronomo Cinzano, presidente dell'Istil - il nostro Paese è quello che soffre maggiormente a causa degli elevati livelli di illuminazione artificiale. Basterebbe evitare di sovra illuminare la notte o spegnere i lampioni da una certa ora, quando il traffico stradale, diminuisce per ottenere un immediato miglioramento ed evitare sprechi e danni all'ecosistema e all'uomo. Esposto alla luce artificiale, e in particolare al led che ha un elevato contenuto della parte più blu dello spettro elettromagnetico che compromette la nostra visione notturna, il corpo produce meno melatonina. La conseguenza è un'alterazione del ritmo cardiano, ovvero il nostro orologio biologico, e dunque del ritmo sonno-veglia».

Vi sono poi Paesi in cui le persone non sperimentano mai condizioni che somigliano alla vera notte perché il crepuscolo artificiale è così luminoso che i loro occhi non possono adattarsi completamente alla visione notturna. Succede a Singapore, in Kuwait, Qatar, Emirati Arabi, Arabia Saudita ma anche nel centro di Milano e Roma.

«La speranza - sottolinea l’astronomo thienese - è che questa ricerca scientifica, oltre a registrare la situazione attuale del nostro pianeta, possa anche sensibilizzare le persone sull'utilizzo dell'illuminazione artificiale affinché si possa tornare ad ammirare le stelle».

Alessandra Dall’Igna

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