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Vicenza

Tav, bufera a Settecà: «Il sindaco si dimetta». La replica: «Il progetto non c’è»

L’opposizione in sopralluogo attacca: «Grave non sapere del viadotto». Celebron: «È solo un disegno in una slide: non siamo stati interessati»

Movimento, ieri mattina, 12 novembre, in zona Settecà, tra consiglieri di minoranza e gruppo misto che si sono dati appuntamento sulla passerella di strada del Paradiso per chiedere le dimissioni del sindaco, e lo stesso Rucco che poco prima era stato visto in zona, in un’uscita che gli ha dato probabilmente occasione anche di confrontarsi con alcuni residenti. Motore di tutto lo scavalco ferroviario che Rfi starebbe valutando di realizzare in quel punto, senza che l’amministrazione - secondo quanto più volte affermato da Rucco e dal vicesindaco Matteo Celebron - ne fosse informata. 

Le slide del 2021 parlavano già del progetto

In realtà, come emerso in questi giorni, se a palazzo Trissino l’idea di arretrare il maxi viadotto da Grumolo (dov’era previsto nello studio di fattibilità del 2015) al capoluogo è stata vissuta come una doccia fredda, per Rfi che l’ipotesi fosse allo studio pare essere chiaro da tempo. 
Qualcosa era già emerso in una riunione del novembre 2021 e le parole “scavalco linea lenta” all’altezza di Settecà si leggono anche nelle slide illustrate in commissione territorio il 3 maggio (anche se in queste ore stanno circolando due versioni, una ad alta e una a bassa definizione, che comportano la visione più o meno nitida delle parole); in quella commissione però di “scavalco” poi i tecnici Rfi non hanno parlato, concentrandosi nel tratto tra la stazione e il nodo Camisano. Non solo. L’incrocio dei binari sarebbe disegnato anche nelle slide pubblicate martedì per il lancio del percorso partecipativo sulle ipotesi dello sviluppo a est della Tav voluto dall’amministrazione, ma il punto non è approfondito nei documenti. 

Tutti contrari allo scavalco previsto da Rfi

Se oggi tutti sono contrari, resta però il punto che nessuno in Comune finora se ne sarebbe accorto. E nessuno lunedì, quando l’ex assessore Lucio Zoppello ha sollevato il dubbio, avrebbe chiesto conferma o smentita a Rfi. 
La battaglia è comunque servita. Ieri minoranze e gruppo misto si sono trovate in strada del Paradiso, proprio dove Rfi avrebbe ipotizzato lo sviluppo centrale del viadotto, che si stima possa avvicinarsi ai venti metri. 
«Se l’amministrazione non sapeva è grave - attacca Raffaele Colombara, “Grande Vicenza” - perché significa che non ha presente l’impatto di un’opera così importante sul suo territorio; e se invece sperava di fare uscire la questione dopo le elezioni, è ancor più grave». «Porteremo la cosa in consiglio comunale con mozione per sfiduciare il sindaco - aggiunge Sandro Pupillo, “Da adesso in poi” - siamo 15 consiglieri comunali su 32, oggi quasi metà del consiglio comunale sfiducia il sindaco». Ennio Tosetto, Vinova, rincara: «Il sindaco non può dirsi sorpreso da una linea dell’alta velocità. Doveva almeno chiedere come stanno le cose». «È anche presidente della Provincia - continua Patrizia Barbieri, gruppo misto - dovrebbe avere una visione di tutto il territorio». «Vergognoso il disinteresse di questo sindaco per la città», aggiunge Isabella Sala, Pd. «Per arrabattare questo percorso di finto coinvolgimento a est evidentemente si sono dimenticati del mostruoso viadotto che però era già previsto», sottolinea Leonardo Nicolai, Coalizione civica. “Rigeneriamo Vicenza”, gruppo al lavoro in vista delle amministrative, sottolinea «il clamoroso deficit di competenza in questa amministrazione». 

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La replica del vice sindaco Celebron a chi chiede le dimissioni

La replica arriva dal vicesindaco Matteo Celebron, con una nota. «Ci teniamo a ribadire, ancora una volta - evidenzia - che l’amministrazione è da tempo impegnata nel trovare una soluzione, condivisa con i cittadini, per l’uscita a est dell’alta velocità alta capacità. Dubbi o supposizioni le lasciamo a chi vuole far polemiche e utilizza una slide, non un progetto o una nota specifica, per addossare all’amministrazione responsabilità che non ha». «A supporto di questo - aggiunge - c’è la Commissione territorio del 3 maggio quando tecnici Rfi e Italferr si sono confrontati sull’uscita a est in direzione Padova. In quella commissione, e gli atti sono disponibili, non c’è stato alcun accenno allo scavalco di ferrovia in zona Settecà. Il materiale reso noto in questi giorni, già inviato ai consiglieri in data 21 aprile 2022 e allegato alla Convocazione, non può considerarsi né una proposta progettuale, né tanto meno uno studio di fattibilità, sul quale evidentemente non solo l’amministrazione, ma i consiglieri tutti avrebbero avuto qualcosa da dire». «Viene quindi da pensare che Rfi abbia avviato un ragionamento su una propria ipotesi, senza però mai interessare l’amministrazione».

«In ogni caso - conclude - la nostra posizione, se il progetto confermasse le indiscrezioni (ma che esista l’ipotesi Settecà è stato confermato al GdV da Rfi, ndr), resta contraria. Il passaggio in territorio comunale di Vicenza sarà condiviso in toto con i cittadini e portato poi al voto del Consiglio comunale». 

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Alessia Zorzan

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