<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Vicenza

Tav, il viadotto a Settecà allo studio da un anno. E in Consiglio è bufera

Nel 2021 si è tenuto il vertice in Regione con i tecnici di Rfi sul tratto est. Minoranze all'attacco: «Il sindaco sapeva dell’opera». Rucco: «No, si è parlato di arretramento»
Il punto dello scavalco: il maxi-viadotto ferroviario dovrebbe sorgere all’altezza della passerella di strada Paradiso
Il punto dello scavalco: il maxi-viadotto ferroviario dovrebbe sorgere all’altezza della passerella di strada Paradiso
Il punto dello scavalco: il maxi-viadotto ferroviario dovrebbe sorgere all’altezza della passerella di strada Paradiso
Il punto dello scavalco: il maxi-viadotto ferroviario dovrebbe sorgere all’altezza della passerella di strada Paradiso

Una cosa è certa: l’ipotesi di collocare l’ormai famosa “farfalla di scavalco” nell’ambito del terzo lotto funzionale della Tav a Settecà è allo studio di Rfi già dallo scorso anno. E allora, il sindaco sapeva o non sapeva di questa possibilità? Questa la domanda attorno alla quale si è acceso ieri sera il consiglio comunale, con le minoranze che con due domande di attualità hanno portato indietro l’orologio di un anno, esattamente al 12 novembre 2021. Giorno in cui sono andati in scena, a Mestre, nella sede di Veneto Strade, due incontri sulla Tav convocati dalla Regione, rappresentata dalla vicepresidente Elisa De Berti, alla presenza anche dei tecnici di Rfi e del commissario straordinario per l’Av/Ac Brescia-Verona-Padova Vincenzo Macello, e ai quali erano stato invitati i Comuni vicentini interessati dai tre diversi lotti funzionali della Verona-Padova). Confronto durante il quale della “farfalla di scavalco” si sarebbe effettivamente parlato. E al quale era presente anche il sindaco Francesco Rucco, oltre ad altri primi cittadini. 

Leggi anche
Tav, la rivoluzione di Rfi per il viadotto ferroviario. «Sì, c’è l’ipotesi Settecà»

Lo "scavalco"

Impossibile, dunque, secondo le minoranze, che l’amministrazione non sapesse delle intenzioni di Rfi. Con il sindaco che in effetti conferma che, sì, dello scavalco si è parlato, ma solo dell’arretramento, senza precisarne la localizzazione. Un arretramento rispetto alla posizione indicata nel progetto di fattibilità del 2015, che fissava a Grumolo il maxi-viadotto ferroviario (lungo 2 chilometri con un picco di altezza di quasi 20 metri) che permette ai binari dell’alta velocità di passare da sud a nord della linea storica scavalcando dunque i binari attuali (mentre non c’è mai stata previsione di realizzarlo in territorio di Torri di Quartesolo, come erroneamente scritto). 

Le indicazioni che sono state messe nero su bianco da Rfi: lo studio di fattibilità è datato 2021
Le indicazioni che sono state messe nero su bianco da Rfi: lo studio di fattibilità è datato 2021

Rucco: «Nessuno aveva parlato di Settecà»

«In quella riunione in particolare - ha precisato Rucco in risposta alle opposizioni - l’attenzione si focalizzò su alcuni punti, come il problema di un viadotto molto alto a Torri di Quartesolo per superare la criticità idraulica del Tesina. Accanto a questo i tecnici dissero che c’era un problema sulla parte del “salto del montone” su Grumolo e per motivi non meglio precisati in quel momento, che rimasero lettera morta da allora, ritenevano che c’era necessità di arretrare rispetto a Grumolo. Nessuno aveva parlato in quel momento di Settecà. Per quanto mi riguarda quindi si tratta di ipotesi che Rfi sta facendo al suo interno ma che non hanno visto alcun atto, né formale, né informale. Sia chiaro che se l’ipotesi fosse quella emersa in queste ore, questa amministrazione chiederà un cambio di rotta e lo spostamento dello scavalco in altro loco. Poi chiaramente sarà oggetto di tavolo di confronto».

La replica delle minoranze

La replica delle minoranze arriva da Sandro Pupillo (Da adesso in poi) che apre con un «ringraziamento all’ex assessore Lucio Zoppello che ha portato alla luce questa opera sulla quale siamo fortemente contrari». Poi parte l’affondo, mentre le minoranze sullo sfondo mostrano lo striscione con la scritta “Dov’è il sindaco?”. «È inaccettabile che il sindaco e l’assessore Celebron abbiano detto di non saperne nulla, anche perché pare che a questa ipotesi Rfi stia lavorando da un anno e il sindaco abbia ricevuto informazioni in alcune riunioni, tra cui quella del 12 novembre 2021. Ma non le è venuto in mentre di capire dove passerà l’opera se viene arretrata? È allarmante che nessuno tenga i rapporti su un’opera così importante. Segno di un sindaco e una amministrazione che stanno condannando Vicenza all’irrilevanza e al rischio di subire decisioni prese altrove».

Dura anche Alessandra Lolli, del gruppo misto: «Se un progetto deve arretrare, dove va ad arretrare? Non ci sono molti dubbi. Come sempre sindaco non le interessa nulla di quello di cui si occupa, tanto la città alla fine va avanti lo stesso. Esprimo tutto il mio sconcerto».

«Non si può correre sempre dietro alle decisioni che altri deliberano al posto nostro - le parole di Alessandro Marchetti (Pd) - non è possibile non preoccuparsi che l’arretramento non possa avvenire a Vicenza. Questa cosa è stata fortemente sottovalutata. E non ci ha dato risposta su quale sarà lo scavalco alternativo». Ritirato perché non attinente, l’ordine del giorno che i capigruppo di maggioranza avevano presentato alla variazione di bilancio per esprimere «contrarietà» alla collocazione in città dello scavalco.  

Leggi anche
Tav, si apre la discussione sul tratto est a Vicenza. Guarda l'anteprima video

Alessia Zorzan

Suggerimenti