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Gli scenari della Tav

Alta Velocità, la paura dei residenti: «Vivere sotto il viadotto? È meglio andarsene via»

I residenti di Settecà guardano con paura all’ipotesi dello scavalco. «Se non fermeremo il progetto ci indennizzino e ci trasferiamo».
Nubi all’orizzonte sul progetto ovest dell’Alta Velocità
Nubi all’orizzonte sul progetto ovest dell’Alta Velocità
Nubi all’orizzonte sul progetto ovest dell’Alta Velocità
Nubi all’orizzonte sul progetto ovest dell’Alta Velocità

Traditi ma non ancora sconfitti. I vicentini che vivono sui binari della ferrovia a Settecà, ci stanno quasi tutti dalla nascita. Sono abituati al passaggio dei treni e hanno fatto il callo ai muri delle case che tremano. Digeriscono (con qualche lamentela) anche il fischio che i convogli fanno a ogni transito, a qualsiasi ora del giorno e della notte, anche se il passaggio a livello non c’è più. 

Il passaggio dell'Alta Velocità

Non riescono invece a abituarsi a una decisione che sarebbe calata dall’alto, quella del passaggio ferroviario dell’alta velocità sopra i binari della linea tradizionale. Un maxi-viadotto alto 20 metri che risulterebbe, per usare un eufemismo, impattante. Ora annunciano battaglia. Ieri, all’ora di pranzo, sotto i 46 scalini della passerella ciclo-pedonale che passa in strada del Paradiso il “no” all’eventuale viadotto ha raggiunto il 100 per cento delle preferenze, con diverse sfumature.

La protesta di Settecà

Maria Teresa Dalla Vecchia si era appena seduta sul divano a riposare: «Mi offrano qualcosa qua vicino, anche di pari valore a casa mia, e allora me ne vado da qui ma spero davvero che non facciano il viadotto. Dall’altra parte della strada ho mia mamma che ha 88 anni e ha bisogno di un aiuto. Vorrei stare qua ancora qualche anno, se possibile».

Silvana Bertinazzi e il figlio escono di casa e si fermano in giardino: «Dobbiamo ancora informarci ma siamo contrari - spiegano - Chiunque avesse una casa qui lo sarebbe, soprattutto per un’opera che non serve a niente. Parteciperemo di sicuro alle assemblee in programma. ci tento di giardino è tutto e facciano delle cose che non servono a niente. Non ci interessa la polemica politica. Noi cittadini abbiamo la forza di bloccare questo progetto. Capiamo che questa cosa è partita tanti anni fa ma, almeno, se deve essere fatta, ci rendano vivibile quest’area. E non c’è solo l’impatto ambientale dell’opera terminata ma cosa sarà di questa zona con il cantiere?». 

 

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Doppia assemblea nei prossimi due giovedì

Adriano Porelli, grande esperienza in tante battaglie cittadine, è pronto a trasformarsi in attacchino per pubblicizzare la doppia assemblea in programma nei prossimi due giovedì: «Sappiamo che da anni si fanno pressioni per avere un colloquio con il sindaco per proporre una soluzione sotterranea ma lui non ci sente - racconta - Abbiamo dovuto battagliare anche per la passerella ma questo passaggio ferroviario sarebbe una cosa pazzesca: almeno ci indennizzino che ce ne andiamo da qui perché sarebbe come avere un nuovo muro di Berlino fuori dalle finestre di casa».

Giuseppe Dalla Vecchia sta terminando alcuni lavori di giardinaggio e parte con un’amara considerazione: «Perché venite a chiedere la nostra opinione per qualcosa che è stato già deciso? Abito qua da 70 anni e osservo spesso i treni che transitano: è una linea morta, non c’è mai nessuno, forse un passeggero ogni carrozza. In ogni caso, se passassero sotto terra, non darebbero fastidio a nessuno».

«Qualche anno fa ci avevano raccontato una cosa diversa»

Tiziano Bedin vive proprio nell’ultima casa che si affaccia sulla passerella ciclo-pedonale ed è molto concreto: «A Villa Tacchi qualche anno fa ci avevano raccontato una cosa diversa e cioè che avrebbero aggiunto al massimo un binario alla linea esistente e non ci sarebbero stati troppi problemi. A livello visivo, l’impatto sarebbe schifoso e rumoroso. Un'altra cosa che mi preoccupa, visto che si parla tanto di mobilità sostenibile: io per andare al lavoro uso la bici e, facendo la passerella, ci metto dieci minuti. Non vorrei dover prendere la macchina per fare tutto il giro. Insomma, la passerella è stata fatta dopo una lotta durata dieci anni e la morte di una donna. Ora spero anche almeno ci lascino passare».

La questione è sentita: le due assemblee al teatro di Bertesinella di giovedì 17 (con tecnici) e 24 (con Rucco) sono finite anche sul foglietto domenicale della parrocchia 

 

Karl Zilliken

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