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Vicenza

«Filippi voleva far picchiare Gervasutti». L’ex direttore del GdV: «Mi costituirò parte civile»

di Matteo Bernardini
L’agguato, secondo la ricostruzione di un pentito, sarebbe però «sfuggito di mano» finendo con gli spari alla casa
La villetta di Ario Gervasutti (a destra)
La villetta di Ario Gervasutti (a destra)
La villetta di Ario Gervasutti (a destra)
La villetta di Ario Gervasutti (a destra)

Oggi pomeriggio, assieme ai suoi legali difensori, Cesare Dal Maso e Renzo Fogliata, l’ex senatore della Lega, Alberto Filippi, è atteso dai pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Venezia, Lucia D’Alessandro e Stefano Buccini, per rispondere alle loro domande legate all’inchiesta che vede l’imprenditore ed ex politico vicentino indagato con l’accusa di concorso in associazione mafiosa di stampo ’ndranghetista e in questo ambito di essere stato il mandante dell’agguato all’ex direttore del Giornale di Vicenza (oggi caporedattore del Gazzettino) Ario Gervasutti.

La svolta dopo la deposizione di Domenico Mercurio

Inizialmente indirizzati nel sospettare uno scambio di persona, gli inquirenti si trovano davanti alla svolta quando ascoltano le parole di Domenico Mercurio che davanti ai pm antimafia veneziani vuole accreditarsi come «pentito». Mercurio, nel ripercorrere quanto avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 luglio 2018, quando vennero esplosi cinque colpi di pistola contro l’abitazione di Gervasutti, tira in ballo lo zio Santino Mercurio.

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La spedizione punitiva e i 5 colpi di pistola

Sarebbe stato lui - come riporta anche il Corriere del Veneto - la persona alla quale Alberto Filippi avrebbe commissionato alcune “ritorsioni”. In particolare Gervasutti, reo secondo l’ex parlamentare di avere autorizzato la pubblicazione di alcuni articoli che avrebbero messo in cattiva luce la sua ditta, la Unichimica di Torri di Quartesolo, avrebbe dovuto subire una “lezione” da parte dei presunti ’ndranghetisti. Solo che la spedizione punitiva andò decisamente oltre.
«Invece di picchiarlo solo - avrebbe spiegato ai pm Domenico Mercurio - sparano alla casa di questo giornalista e venne fuori un casino in quanto Filippi non aveva chiesto questo e non voleva pagare».

Sarebbero stati pagati 25 mila euro per l'intimidazione

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Alla fine, però, Filippi, si sarebbe convinto a pagare sborsando agli esecutori dell’attentato che aveva preso come bersaglio la villetta di Gervasutti, a Padova, la somma di 25 mila euro. Soldi che sarebbero stati consegnati attraverso una «falsa fattura». Secondo il pentito le conversazioni che avevano stabilito l’agguato all’ex direttore del GdV sarebbero avvenute a casa dell’ex senatore. Colloqui nel corso dei quali - stando alla versione di Domenico Mercurio - lo zio Santino avrebbe detto che «se avesse saputo la rilevanza di questa persona (Gervasutti) gli avrebbe chiesto di più».

Il commando a bordo di una Fiat Panda rubata

Il commando che avrebbe agito sparando contro l’abitazione del giornalista avrebbe colpito stando a bordo di una Fiat Panda rubata qualche ora prima nei pressi della casa. Mentre i sopralluoghi sarebbe stata utilizzata un’auto “pulita”, una Suzuki modello Swift. Insomma per i magistrati l’attentato sarebbe stato «scrupolosamente pianificato» proprio come prevederebbe il metodo ’ndranghetista.

Gervasutti: «Mi costituirò parte civile»

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Dopo le rivelazioni dei dettagli che hanno preceduto l’attentato a lui e ai suoi familiari, Gervasutti parla attraverso il legale che lo rappresenta - in veste di persona offesa - l’avvocato Alberto Pellizzari: «Intendiamo contribuire a far emergere la verità di quanto accaduto la notte tra il 15 e il 16 luglio 2018. Leggeremo quindi tutte le carte con attenzione. Possiamo comunque già dire che ci costituiremo parte civile nell’ambito del processo per chiedere i danni rispetto a quanto subito e per arrivare a capire cos’abbia portato ad arrivare a tutto questo».

La difesa di Filippi promette rivelazioni che ribalteranno l'accusa

Dal canto suo la difesa di Filippi promette rivelazioni - che dovrebbero essere fatte dall’ex senatore già nel corso dell’interrogatorio previsto oggi pomeriggio - tali da ribaltare le ipotesi attualmente sul tavolo. Certo è che le carte in mano agli avvocati Dal Maso e Fogliata dovranno essere davvero importanti perché attualmente il quadro accusatorio che chiama in causa Alberto Filippi è davvero pesante visto che le dichiarazioni di Domenico Mercurio sarebbero confermate da riscontri e documentazioni.

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