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L'inchiesta

Attentato all'ex direttore del GdV Gervasutti, la verità di Filippi: «Sono innocente»

Interrogatorio fiume durato cinque ore. L'ex senatore ha voluto dare la sua versione respingendo tutte le accuse
Nel 2018 furono esplosi 5 colpi contro la casa dell'ex direttore del GdV Ario Gervasutti
Nel 2018 furono esplosi 5 colpi contro la casa dell'ex direttore del GdV Ario Gervasutti
Nel 2018 furono esplosi 5 colpi contro la casa dell'ex direttore del GdV Ario Gervasutti
Nel 2018 furono esplosi 5 colpi contro la casa dell'ex direttore del GdV Ario Gervasutti

Un interrogatorio fiume, durato oltre cinque ore fino a sera inoltrata, quello al quale si è sottoposto volontariamente ieri l'imprenditore vicentino ed ex senatore leghista Alberto Filippi, deciso a dare la sua versione dei fatti e rispondere alle accuse che gli muove la Distrettuale antimafia del Veneto. Filippi ha respinto tutte le accuse e si è dichiarato innocente.

Il titolare di Unichimica, si è presentato alle 15 a Palazzo di Giustizia di Venezia, insieme ai suoi legali Cesare Dal Maso e Renzo Fogliata, per rispondere alle domande dei pubblici ministeri Stefano Buccini e Lucia D'Alessandro, che lo accusano di aver pagato uomini di 'ndrangheta trapiantati nel Vicentino per alcuni regolamenti di conti. Un incontro durato sino alle 21 e che proseguirà il 24 ottobre: «Ogni nostra eventuale dichiarazione sarà rilasciata successivamente», fanno sapere i legali.

L'inchiesta è quella sulle attività della famiglia Giardino: la Dda ha chiuso le indagini, preparandosi a chiedere il rinvio a giudizio di 43 persone. Tra queste, anche l'ex senatore, che ieri ha "utilizzato" il suo diritto di essere interrogato prima che la Procura chieda o meno il processo.

La versione di Domenico Mercurio

Ad accusare Filippi è il collaboratore di giustizia Domenico Mercurio, che nel febbraio 2020 ha fatto mettere a verbale - come riportato dal Corriere del Veneto - che l'imprenditore vicentino avrebbe commissionato a suo zio Santino Mercurio alcune «ritorsioni»: «L'ultima fu un atto di intimidazione nei confronti di uno scrittore o giornalista di Padova. Filippi pagò a Santino 25mila euro da consegnare a fatto compiuto (...) per picchiare o incendiare l'auto a questa persona perché scriveva delle cose sull'attività di Filippi per il rischio di inquinamento della sua ditta».

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I colpi di pistola contro l'abitazione di Ario Gervasutti

Si tratta del giornalista Ario Gervasutti, ora caporedattore del Gazzettino, ma fino al 2016 direttore de Il Giornale di Vicenza: cinque i colpi di pistola sparati nella notte del 16 luglio 2018 contro la sua abitazione a Padova, tre finiti nella camera del figlio. Domenico Mercurio mette a verbale che le istruzioni di Filippi sarebbero, però, state altre: «Invece di picchiarlo solo, spararono alla casa di questo giornalista e venne fuori un casino, in quanto Filippi non aveva chiesto questo e non voleva pagare, e disse a me e a Santino (...): "Io avevo ordinato una pizza e voi mi avete portato una bistecca"». «Si arrabbiò tantissimo», aggiunge il collaboratore, ma «i 25 mila euro furono consegnati attraverso una falsa fattura» emessa da una ditta collegata al gruppo criminale e che sarebbe stata pagata da una società di Filippi, con tanto di Iva. C'è da dire che da parte sua Santino Mercurio (tra i 43 indagati dell'inchiesta) ha negato tramite i suoi legali su tutta la linea.

La posizione di Filippi

Nel lungo interrogatorio di ieri, l'imprenditore vicentino ha raccontato la sua verità. Anche perché l'agguato al giornalista Ario Gervasutti non è l'unica contestazione che gli muove la Distrettuale Antimafia. Domenico Mercurio, infatti, ha anche raccontato che il titolare di Unichimica gli avrebbe chiesto di regolare i conti con una azienda concorrente: incarico pagato - secondo il capo d'accusa - 20 mila euro ed eseguito bruciando un furgone e parte della struttura dell'azienda veronese Toscolapi, vittima dell'attentato nel luglio del 2019.

Filippi, durante l'interrogatorio, ha risposto a tutte le accuse e ha dichiarato di essere innocente. Ma adesso se ne riparlerà martedì 24 ottobre. 

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