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Tragedia del 3 luglio 2022

Disastro Marmolada, archiviata l’inchiesta: «Evento non prevedibile». Morirono sette vicentini

A quasi un anno dal crollo del seracco è stata archiviata l'inchiesta della Procura di Trento sul disastro in cui persero la vita 11 alpinisti

A quasi un anno dal crollo del seracco sulla Marmolada, è stata archiviata l'inchiesta della Procura di Trento sul disastro in cui persero la vita undici alpinisti. Il gip del tribunale di Trento, Enrico Borrelli, ha condiviso le motivazioni della Procura e dei periti tecnici, secondo cui l'evento non era prevedibile. Non c'è stata la mano dell'uomo a causare le undici vittime - sette vicentini, una trentina, un trevigiano, e due cechi - ed il ferimento di otto persone.

Archiviata l'inchiesta del disastro sulla Marmolada

Il distacco di 6.480 metri cubi di materiale dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada, poco sotto Punta Rocca, tra massi, fango, neve e blocchi di ghiaccio, è stato provocato da diversi fattori: scioglimento della neve di superficie, formazione di torrenti sotto il ghiaccio e crepe che hanno contribuito alla disgregazione del ghiacciaio.

Il crollo del seracco il 3 luglio di un anno fa

Il disastro è avvenuto poco dopo le 13.45 del 3 luglio del 2022, con il crollo di un seracco dal ghiacciaio della Regina delle Dolomiti causato, a quanto riportato dai consulenti della Procura, dalle «temperature elevate registrate da metà giugno».

Tra gli undici morti, sette erano vicentini

La colata di ghiaccio, fango e sassi ha travolto alcune comitive di escursionisti, uccidendo undici persone. Di queste sette erano vicentini: la guida alpina valdagnese Paolo Dani, 52 anni compiuti il 6 luglio mentre era dato per disperso, originario di Brogliano, conosciutissimo in tutta la Valle dell’Agno, era stato il responsabile della stazione del soccorso alpino di Recoaro-Valdagno dal 2013 al 2020, elicotterista e istruttore regionale del Soccorso alpino; di Filippo Bari 27 anni, originario di Isola ma residente a Malo, padre di un bimbo di 4 anni; di Nicolò Zavatta, 22 anni di Ponte di Mossano-Barbarano, studente all'università di Padova; di Tommaso Carollo, 48enne di Zanè, compagno di Alessandra De Camilli, 51 anni, architetto di Schio, ferita. L'altro superstite ferito Riccardo Franchin, di Barbarano di Mossano.

Sul ghiacciaio sono morte anche due coppie: la guida alpina Davide Miotti, titolare del negozio "Su e giù Sport" di Tezze sul Brenta, e la moglie Erica Campagnaro, entrambi residenti a Cittadella, ed Emanuela Piran, bassanese con il compagno Gianmarco Gallina, originario di Montebelluna (Treviso) che da qualche tempo vivevano a Casella d'Asolo, nel trevigiano.

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