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Recoaro-Valdagno

Marmolada, inchiesta archiviata. Le guide alpine: «La montagna è imprevedibile»

di Luigi Cristina
Il commento delle guide alpine sul crollo del ghiacciaio in cui morì il loro collega Paolo Dani. Anche l'alpinista Franco Perlotto concorda con la sentenza
Il 3 luglio 2022 sulla Marmolada morì anche la guida alpina Paolo Dani
Il 3 luglio 2022 sulla Marmolada morì anche la guida alpina Paolo Dani
Il 3 luglio 2022 sulla Marmolada morì anche la guida alpina Paolo Dani
Il 3 luglio 2022 sulla Marmolada morì anche la guida alpina Paolo Dani

Archiviata l'inchiesta della procura di Trento sul disastro della Marmolada in cui persero la vita 11 alpinisti dei quali 7 vicentini in quanto «evento non prevedibile». Una decisione giunta a quasi un anno dal crollo del seracco. Il disastro è avvenuto poco dopo le 13.45 del 3 luglio 2022 con il crollo di un seracco dal ghiacciaio della Regina delle Dolomiti causato, a quanto riportato dai consulenti della procura, dalle «temperature elevate registrate da metà giugno». Il giudice del tribunale di Trento, Enrico Borrelli, ha condiviso le motivazioni della procura e dei periti tecnici, secondo cui l'evento non era prevedibile. Non è stata, dunque, la mano dell'uomo a causare le vittime e il ferimento di 8 persone.

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Tra le vittime c'era la guida alpina valdagnese Paolo Dani, che avrebbe compiuto 52 anni tre giorni dopo la tragedia, originario di Brogliano, conosciutissimo in tutta la valle dell'Agno perché era stato il responsabile della stazione del soccorso alpino di Recoaro-Valdagno dal 2013 al 2020, elicotterista e istruttore regionale del soccorso alpino. Ed è proprio una guida che fa parte del Soccorso Recoaro-Valdagno, Paolo Asnicar, a commentare l'archiviazione dell'inchiesta sottolineando che «la colpa è dei cambiamenti climatici ma non si può fare un processo all'umanità. In un certo senso siamo tutti corresponsabili e un po' fa male visto che abbiamo perso amici. Il rischio zero in montagna non c'è mai e negli ultimi anni le cose cambiano troppo velocemente. Le guide alpine fanno una formazione continua e l'unica strada è quella di informarsi ancora di più».

Anche l'alpinista Franco Perlotto concorda con la sentenza: «Una frana si può prevenire ma che quella calotta si staccasse è qualcosa che non si poteva prevedere. Inoltre le guide alpine sanno fare bene il loro mestiere e se avessero avuto il sentore di un rischio non avrebbero portato quel giorno le persone sulla Marmolada. Ci sono calotte come quella del Gran Zebù sull'Ortles che ciclicamente si staccano ma quella della Marmolada no, non si era mai mosso nulla. Certo il ghiacciaio si sta ritirando ma non è collegato alla caduta. Il clima sta cambiando e sicuramente è la causa principale di questa tragedia».

Il ricordo di Dani è ancora molto vivo tra gli amici, soprattutto tra chi oggi commenta la decisione dell'archiviazione dell'inchiesta. Un dolore grande, quello per la scomparsa di Dani che viveva con la compagna Giulia Cornale e la figlia a Castelvecchio. Aveva anche tre fratelli: Lino, Daniele e Rosilda. È stato socio de "Le Guide" dal 2006 al 2015 e aveva svolto l'attività di guida alpina accompagnando gruppi e singoli su ogni terreno: alta montagna, cascate ghiacciate, trekking. Con lui si aveva la certezza di essere in mani esperte e sapienti.

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