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Vicenza

Mezza città svegliata dai botti. I razzi sparati durante un party

La festa organizzata dall’arrestato nell’ex azienda della sua famiglia. Nuove perquisizioni della questura. Attesa per le analisi di cellulari e pc

Le esplosioni che nelle prime ore di mercoledì 5 ottobre hanno svegliato e terrorizzato mezza città sono state provocate dai potenti fuochi d’artificio accesi durante una festa. A scoprirlo sono stati gli investigatori della questura che 48 ore dopo hanno arrestato Claudio Galuppo, 46 anni, che abita in un elegante appartamento in via Calderari in città dove sono stati sequestrati un arsenale tra armi da sparo autentiche e ad aria compressa, sostanze e miscele per fabbricare ordigni, inneschi, timer, hashish e polvere di Mdma.

Indagini sulle armi e il materiale rinvenuti a casa di Claudio Galuppo

Armi e materiale sul quale si sta ora concentrando l’attenzione dei detective della Digos e della squadra mobile per tentare di ricostruirne la provenienza e capire per quale motivo il proprietario del centro acquisti Laghetto di strada Marosticana li detenesse e a cosa gli servissero. Importanti elementi potrebbero arrivare dall’analisi delle due utenze telefoniche e del computer che sono stati sequestrati a Galuppo, attualmente in carcere in attesa di essere interrogato dal giudice. 
Con il passare delle ore i poliziotti stanno aggiungendo sempre più tessere per completare il puzzle.

C'era una festa in via Molino a Vicenza

Nella notte tra martedì 4 e mercoledì 5 ottobre, secondo la loro ricostruzione, era in corso un party all’interno del capannone dismesso del Tubettificio Vicentino in via dei Molini, l’ex azienda di famiglia di Galuppo, che si trova a poca distanza dal centro acquisti Laghetto. Lo spettacolo pirotecnico sarebbe stato il momento clou della festa. Attorno alle 4.30 Galuppo avrebbe premuto il pulsante di un telecomando per far partire i fuochi d’artificio inseriti in sette tubi in vetroresina, uniti tra loro e collegati con un innesco radiocomandato, che aveva posizionato sul tetto del suo complesso commerciale. Le esplosioni provocate dai quei botti, fabbricati da un’azienda sarda e che richiederebbero una speciale licenza per essere utilizzati, sono state talmente potenti da buttare giù dal letto moltissimi vicentini.

Le indagini

Il cerchio attorno a Galuppo ha cominciato a stringersi giovedì pomeriggio, quando gli investigatori sono risaliti alla terrazza dalla quale erano partiti i fuochi d’artificio, due dei quali erano inesplosi e ancora collegati a un timer in funzione. Da qui la decisione della questura di far intervenire gli artificieri per mettere in sicurezza la zona. Dopodiché sono scattate le perquisizioni nell’ex Tubettificio Vicentino e soprattutto nell’abitazione in via Calderari, anche questa messa in sicurezza dagli artificieri perché il materiale rinvenuto rappresentava una mix potenzialmente «micidiale», come sottolineato dalla questura.

Le operazioni sono terminate all’alba di venerdì quando Galuppo è stato arrestato, come disposto dal pubblico ministero Paolo Fietta. Ieri, la Digos è tornata nell’abitazione dell’arrestato assieme all’unità cinofila. Le perquisizioni, però, potrebbero estendersi anche ad altri numerosi immobili che farebbero parte di un’ingente eredità contesa tra l’arrestato e alcuni familiari. Gli inquirenti, infine, attendono di scoprire il contenuto dei cellulari e del pc di Galuppo che verranno analizzati per ricostruire i suoi contatti, la provenienza di armi e ordigni esplosivi e, soprattutto, le sue intenzioni. Al momento, gli inquirenti non escluderebbero alcuna pista. 

Valentino Gonzato

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