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Vicenza

Ordigni e armi nascosti in casa. L’indagato passa agli arresti domiciliari

di Valentino Gonzato
Il proprietario del centro acquisti Laghetto ha risposto alle domande del giudice. La questura è in attesa dell’analisi dei cellulari e del pc per ricostruire contatti e intenzioni

Claudio Galuppo, arrestato con l’accusa di fabbricazione e detenzione di materiale esplodente e di armi, ha lasciato il carcere per passare ai domiciliari. Lo ha deciso ieri il giudice per le indagini preliminari Matteo Mantovani, al termine dell’interrogatorio durante il quale l’indagato di 46 anni ha risposto alle domande dando la propria ricostruzione dei fatti. Il magistrato ha dunque accolto la richiesta del legale di Galuppo, l’avvocato Lino Roetta. Il pubblico ministero Paolo Fietta, titolare del fascicolo, aveva invece chiesto la custodia cautelare in carcere. 

Gli scoppi hanno svegliato mezza città

Nelle prime ore di mercoledì scorso (5 ottobre), secondo la ricostruzione della questura, Galuppo aveva svegliato mezza città accendendo alcuni fuochi d’artificio di grosse dimensioni durante una festa organizzata nel capannone che un tempo ospitava la ditta di famiglia, il Tubettificio Vicentino, in strada dei Molini. Il materiale pirotecnico era stato piazzato sul tetto del centro acquisti Laghetto, di proprietà di Galuppo e della sorella, ed era stato azionato a distanza attraverso un radiocomando. Le potenti esplosioni erano state avvertite in numerosi quartieri della città e le segnalazioni avevano fatto scattare gli accertamenti dei poliziotti della questura. Il cerchio attorno a Galuppo aveva cominciato a stringersi giovedì pomeriggio, quando gli investigatori erano risaliti alla terrazza dalla quale erano partiti i grossi razzi, due dei quali erano inesplosi e ancora collegati a un timer in funzione.

L'arsenale trovato in casa di Galuppo

La zona attorno al complesso commerciale era stata dunque messa in sicurezza ed era stato richiesto l’intervento degli artificieri. Dopodiché i detective avevano perquisito l’abitazione in via Calderari di Galuppo, dove erano stati ritrovati un arsenale tra armi da sparo autentiche e ad aria compressa, sostanze e miscele per fabbricare ordigni, inneschi, timer, hashish e polvere di Mdma. Il materiale rappresentava una mix potenzialmente «micidiale», come sottolineato dalla questura. E così, gli artificieri avevano dovuto bonificare anche l’appartamento. Al termine delle operazioni, che si erano concluse all’alba, Galuppo era stato arrestato.

Si attendono le analisi su pc e cellulare

Gli investigatori della squadra mobile e della Digos, guidati rispettivamente dai vice questori Lorenzo Ortensi e David De Leo, attendono l’esito degli accertamenti che verranno effettuati dalla polizia scientifica sulle due utenze telefoniche e sul computer di Galuppo. I poliziotti vogliono ricostruire la provenienza di armi e ordigni, i contatti dell’arrestato e soprattutto le sue intenzioni. La questura mantiene il massimo riserbo. In questo momento non verrebbe esclusa alcuna pista.

Si cercano legami con altre esplosioni misteriose del passato

L’arsenale e le miscele esplosive che l’indagato custodiva all’interno del proprio appartamento potrebbero aprire nuovi scenari, alcuni dei quali particolarmente inquietanti. Gli accertamenti dei detective, coordinati dalla procura, potrebbero incrociarsi nei prossimi giorni con altre attività investigative ancora in corso che riguardano alcune esplosioni avvenute negli anni scorsi in zone diverse del capoluogo. Al momento, però, è solamente una delle ipotesi. 

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