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Emergenza Pfas

Tolto ogni dubbio sul Pfoa: «È cancerogeno»

Uno studio classifica questa sostanza perfluoroalchilica come certamente cancerogeni
Emergenza Pfas: uno studio classifica i Pfoa come certamente cancerogeni
Emergenza Pfas: uno studio classifica i Pfoa come certamente cancerogeni
Emergenza Pfas: uno studio classifica i Pfoa come certamente cancerogeni
Emergenza Pfas: uno studio classifica i Pfoa come certamente cancerogeni

«Il Pfoa è certamente cancerogeno, mentre il Pfos è possibile cancerogeno». Sono queste le conclusioni di uno studio, che è stato realizzato da 30 scienziati provenienti da 11 Paesi, certificate dalla Iarc ovvero l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.

I risultati della ricerca Iarc, agenzia per la ricerca sul cancro

I risultati della ricerca sono stati pubblicati giovedì sull'autorevole rivista scientifica "Lancet Oncology". Rispetto al passato, dunque, sono stati alzati i livelli di pericolosità e cancerogenicità delle due molecole appartenenti all'ampia famiglia dei Pfas, le sostanze perfluoroalchiliche che trovano svariate applicazioni su una moltitudine di prodotti, dalle padelle antiaderenti ai tessuti idrorepellenti, dalle schiume antincendio fino ai colliri.

La pericolosità di Pfoa e Pfos 

Sulla loro effettiva pericolosità per la salute umana si sta discutendo anche nel processo in Corte d'Assise di Vicenza che vede imputati 15 manager di Miteni, Icig e Mitsubishi Corporation, accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari.

«Questa è una svolta davvero molto importante - hanno sottolineato le Mamme no Pfas - perché impedisce, ancora una volta, di minimizzare e chiudere gli occhi sulla pericolosità di queste sostanze».

In consiglio regionale

Ad intervenire, proprio in seguito alla pubblicazione dell'articolo su "Lancet Oncology" sono anche gli esponenti del Partito democratico in consiglio regionale. «La Iarc ha diffuso i risultati di una valutazione che stabilisce, una volta per tutte, che le sostanze perfluoroalchiliche sono cancerogene. Si tratta di una svolta importante perché fino ad oggi veniva persino messa in dubbio la loro pericolosità per la salute». La sottolineatura arriva da Andrea Zanoni, Anna Maria Bigon e Chiara Luisetto che aggiungono: «Per il governo del Veneto, dove l'inquinamento da Pfas ha prodotto la contaminazione del sangue di 300 mila persone oltre a danni ambientali che hanno toccato il Vicentino, il Padovano ed il Veronese, dal Po fino al mare, è finito ogni alibi. Si mettano subito in campo azioni per l'accelerazione delle bonifiche e per la prevenzione sanitaria, dando anche il via libera all'approvazione di una serie di emendamenti in materia che presenteremo in sede di bilancio», concludono Zanoni, Bigon e Luisetto

La consigliera regionale di Europa Verde torna ad invitare la Regione a proteggere chi non è allacciato all'acquedotto. «Era risaputo che i Pfas - ha dichiarato Cristina Guarda - fossero un promotore tumorale molto potente, ma ora Iarc ha innalzato il livello di pericolosità e cancerogenicità di Pfoa e Pfos. Non è più possibile minimizzare i rischi che derivano dalla esposizione a queste sostanze. Si tratta di una svolta importante perché impedisce, ancora una volta, di minimizzare e anche chiudere gli occhi sulla pericolosità di queste sostanze».

Zone rosse e arancioni e allacciamento all'acquedotto

Alla luce di questo «sensibile incremento del rischio sanitario da esposizione», la consigliera Guarda ritiene «inaccettabile» che nelle zone rosse o arancioni del Veneto «si continui a rendere discrezionale e a pagamento l'allacciamento al servizio acquedottistico. Se l'avvicinamento delle acque esigeva la procedura di emergenza per avviare i lavori di allacciamento a nuove fonti - argomenta - altrettanto urgente si rivela proteggere tutti i cittadini. Non possiamo sottoporli a sottovalutazioni del rischio talvolta giustificate dalla carenza di risorse a disposizione della salvaguardia della salute dei cittadini».

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