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IL PROCESSO

Contaminazione da Pfas. «Il ministero sapeva dal 2013»

Valsecchi del Cnr: «Il nostro studio ha confermato che a febbraio è venuta alla luce la maxi contaminazione in circa 30 comuni»
Udienza in Corte d’assise in tribunale a Vicenza ZORDAN
Udienza in Corte d’assise in tribunale a Vicenza ZORDAN
Udienza in Corte d’assise in tribunale a Vicenza ZORDAN
Udienza in Corte d’assise in tribunale a Vicenza ZORDAN

Di sostanze perfluoroalchiliche, a livello di Unione europea, si è cominciato ad «interessarsi» nel 2006, ma il problema Pfas è emerso in Italia, e in particolare nel Vicentino, quando Irsa-Cnr, ovvero l’Istituto ricerca sulle acque - Centro nazionale di ricerca, ha completato la seconda fase del suo campionamento. Di fatto, si è concluso a febbraio 2013 l’incarico di valutazione del rischio ambientale e sanitario associato alla contaminazione da Pfas nei principali bacini fluviali italiani.

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Le relazioni degli esperti

«Le prime relazioni sono arrivate fra marzo e aprile sul tavolo del ministero dell’ambiente che, a metà maggio, ha convocato una riunione con al tavolo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l’Istituto superiore di sanità, il ministero della salute e Irsa-Cnr, e a fine maggio sono stati coinvolti Arpav, Provincia e Regione».

È la ricostruzione cronologica fatta ieri, in Corte d’assise a Vicenza, da Sara Valsecchi che, assieme a Stefano Polesello, per il Cnr ha condotto uno studio per conto del ministero dell’ambiente. Un’udienza, nell’ambito del processo presieduto da Crea (giudice a latere Cuzzi) che vede sul banco degli imputati 15 manager di Miteni, Icig e Mitsubishi corporation (società che si sono succedute nella gestione dell’industria chimica), accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari, incentrata sulla testimonianza della ricercatrice.

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Lo studio

«Ho iniziato a studiare i Pfas - ha detto rispondendo alle domande degli avvocati dei responsabili civili Cammarata e Scuoto, e di quelli di parte civile Ceruti e Tonnellotto - tra il 2007 ed il 2008 in seguito alla notizia di uno studio europeo del 2006. Ci sono voluti circa un paio d’anni per partire con il nostro progetto, ovverosia nel 2011. Nel Vicentino per i prelievi ci siamo fatti accompagnare da Arpav. Ma è stata nella seconda fase, quella conclusasi a febbraio 2013, che è venuta alla luce la maxi contaminazione da Pfas nelle acque superficiali coinvolgendo una trentina di comuni racchiusi tra i territori di Vicenza, Padova e Verona. Abbiamo individuato “Miteni” come principale fonte di pressione. Abbiamo indagato, per verificare eventuali altre sorgenti, anche il distretto conciario di Arzignano, ma le concentrazioni trovate sono state molto basse. Così pure per il distretto del tessile nella valle dell’Agno».

In precedenza è stato sentito il direttore tecnico di Arpav, Paolo Rocca, che ha più volte sottolineato di «non aver avuto un ruolo operativo» e, in riferimento agli anni passati, ha spesso eluso le domande degli avvocati della difesa.

Giorgio Zordan

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