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Bassano

Gli avvocati triveneti: «No al nuovo tribunale»

Decisa presa di posizione dell’Unione dei 14 consigli dell’ordine forense: «Organici scoperti e poca efficacia della riforma Cartabia: non va dato seguito alle iniziative per la Pedemontana»

Un altro “no” al Tribunale della Pedemontana. Un “no” pesante che arriva dal consiglio dell’Unione triveneta dell’ordine degli avvocati che, con una nota a firma del presidente dello stesso ordine Andrea Pasqualin, spiega i motivi della scelta dell’organismo che rappresenta 14 ordini, tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
Il documento è stato inviato in primis al Ministero della Giustizia e inoltre a senatori e onorevoli del territorio, al presidente della Regione Luca Zaia, all’assessore regionale Elena Donazzan, a responsabili di diversi uffici giudiziari con l’interessamento della Corte d’appello di Venezia, dei presidenti dei tribunali di Vicenza, Treviso e Padova, considerando che l’eventuale sì al tribunale coinvolge anche diversi Comuni delle ultime due province.

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Tre punti spiegano l'inutilità del tribunale di Bassano

Sono tre i punti che l’avvocato Pasqualin, con studio a Mestre, mette in evidenza per affermare l’inutilità di un ritorno a Bassano del tribunale. Un ritorno per il quale si stanno muovendo in grande stile rappresentanti locali del mondo della politica, dell’avvocatura e di altri enti, con l’adesione pressoché unanime dei Comuni interessati, ritenendo che il ripristino degli uffici giudiziari nella sede costruita poco più di dieci anni fa in via Marinali, mai utilizzata, porterebbe indubbi vantaggi a comprensorio vasto, con un numero elevato di residenti e caratterizzato dalla presenza di numerosissime attività imprenditoriali e commerciali.

L'apertura toglierebbe personale a strutture già sotto organico

Al contrario, l’Unione triveneta sostiene, in primo luogo, che la riapertura di una nuova struttura sottrarrebbe personale a uffici che già operano sotto organico. «Il che – scandisce l’avvocato Pasqualin – significherebbe peggiorare ulteriormente le performances degli uffici in attività con pesante pregiudizio al funzionamento della giustizia».

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La riforma Cartabia non migliorerà la situazione

Nemmeno la riforma Cartabia migliorerà la situazione. «Inoltre – si legge ancora – la frammentazione degli uffici con la conseguente riduzione del numero di addetti, determinata anche dalla riduzione del bacino di utenza, è inconciliabile con la specializzazione del personale, obiettivo imprescindibile per garantire risposte celeri alla richiesta di giustizia in un contesto che richiede conoscenze di normative sempre più complesse».

I vantaggi dei progressi nel settore informatico

Nel terzo e ultimo punto l’avvocato evidenzia i vantaggi apportati dal settore informatico: «La piena operatività del processo civile telematico – scrive – in fase di estensione anche al giudice di pace e le diverse possibilità di accesso ai servizi giudiziari hanno diminuito notevolmente l’importanza della vicinanza di una struttura giudiziaria in realtà territoriali non particolarmente estese e dotate di collegamenti agevoli».
Ricordando che lo scorso anno in soli cinque dei 14 tribunali dei distretti di corte d’appello di Venezia, Trieste e Trento si è registrata una diminuzione dei tempi di durata dei processi civili mentre nelle altre nove sedi si sono allungati, l’Unione triveneta chiede pertanto al Ministero della giustizia e alle forze politiche «di non dare seguito al disegno di istituzione del Tribunale della Pedemontana e invece a perseguire al più presto la copertura degli organici in sofferenza per carenza di giudici e personale amministrativo, così da porre fine alle gravi disfunzioni segnalate e da creare le effettive condizioni per un adeguatofunzionamento del sistema, nell’interesse di cittadini e imprese».

Lucio Zonta

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