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Bassano/Asiago

Uccise a botte la fidanzata Giulia Rigon: condannato a 21 anni. L'accusa aveva chiesto l'ergastolo

La sentenza emessa dalla Corte d'assiste di Vicenza nei confronti di Henrique Cappellari, 33enne, per l'omicidio avvenuto a Bassano nel dicembre del 2021
A sinistra Henrique Cappellari; a destra la vittima, Giulia Rigon, 31 anni
A sinistra Henrique Cappellari; a destra la vittima, Giulia Rigon, 31 anni
A sinistra Henrique Cappellari; a destra la vittima, Giulia Rigon, 31 anni
A sinistra Henrique Cappellari; a destra la vittima, Giulia Rigon, 31 anni

Aggiornamento venerdì 8 marzo

La sentenza

È stato condannato a 21 anni di reclusione Henrique Cappellari, 33enne originario di Foza, per l'omicidio di Giulia Rigon avvenuto nella notte tra il 28 e il 29 dicembre del 2021. L'accusa, rappresentata dalle pm Serena Chimichi e Alessia Grenna, aveva chiesto per l'uomo la pena dell'ergastolo.

Agli anni inflitti si aggiungono quelli già scontati in carcere dove Cappellari era stato trattenuto fin dal gennaio 2022 perché ritenuto pericoloso. 

La sentenza pronunciata dalla Corte d'Assise di Vicenza oggi pomeriggio chiude così un triste capitolo per le due famiglie coinvolte così come di tutta la comunità altopianese.

 

***

Giovedì 7 marzo

 

«Ergastolo per Henrique Cappellari, che ha ucciso Giulia Rigon». È la richiesta al Tribunale collegiale, presieduto dal giudice Lorenzo Miazzo, avanzata ieri dalle pm Serena Chimichi e Alessia Grenna al termine di una lunga giornata nell’aula della Corte d’Assise del tribunale di Vicenza.

Una giornata dedicata alle discussioni finali delle parti: al mattino è toccato all’accusa presentare la ricostruzione della serata sfociata nel decesso di Rigon e i fatti che hanno portato alla sua morte, che secondo l’accusa è stato provocato dai colpi inferti da Cappellari, «che ha poi cercato di coprire l’omicidio con una serie di falsità».

Un colpo al petto ha ucciso Giulia Rigon

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Riportando quanto determinato dai medici legali incaricati dalla Procura, i pm hanno spiegato come la 31enne commessa asiaghese sia stata uccisa da un colpo talmente forte da spezzarle lo sterno e che ha provocato la fibrillazione cardiaca e il conseguente arresto respiratorio. Un pugno che ha lasciato lesioni compatibili con l’anello che Cappellari portava all’indice sinistro al momento dell’arrivo dei carabinieri in via Capitelvecchio a Bassano, dove era parcheggiato il camper dove i due vivevano, luogo dell’omicidio.

L'accusa non ha dubbi sulla colpevolezza di Cappellari

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Già questi fatti secondo l’accusa provano la colpevolezza del 33enne originario di Foza, che avrebbe ucciso Giulia picchiandola, quindi volontariamente, con l’aggravante del legame affettivo. In più i pm hanno a turno descritto minuziosamente le prove raccolte dai carabinieri e dalla scientifica sul luogo del delitto, così come le dichiarazioni contraddittorie rilasciate da Cappellari, sottolineando soprattutto la sua prima versione che attribuiva le ferite di Giulia prima a una caduta e poi all’aggressione di una banda proveniente dalla Lombardia, con cui Cappellari aveva dei contrasti, cosa mai provata. Importante anche la perizia psicologica, che ha stabilito come l’uomo avesse dei problemi nel controllare la rabbia, così spiegando, secondo la Procura, la violenza dei colpi inferti a Giulia.

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La difesa: «Ferite dovute al tentativo di rianimazione»

Al pomeriggio è stata la volta della difesa di Cappellari: l’avvocato Dario Lunardon si è soffermato sull’ipotesi alternativa di ricostruzione delle ferite rinvenute sul corpo di Giulia, ovvero che sarebbero da ricondurre a un tentativo maldestro di Cappellari di rianimare la ragazza dove averla trovata esanime in seguito a una caduta. La difesa poi ha contestato tutta la procedura d’inchiesta, dalla perquisizione sul posto di Cappellari alle intercettazioni fatte in carcere, fino al fermo di Cappellari, in carcere dal gennaio 2022, «perché non c’era pericolo di fuga».
Presenti all’udienza, a tutela della famiglia Rigon, anche gli avvocati Antonio Marchesini e Marilena Gasparella, che hanno chiesto un risarcimento di 500 mila euro.

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Gerardo Rigoni

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