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Val Liona

Pensionato travolto e ferito da un cinghiale in corsa

Un sessantunenne ha passato una notte in ospedale: «Stavo sistemando la legna quando sono stato investito dall’animale»

Travolto e ferito da un cinghiale mentre sistema la legna per l’inverno. È la disavventura capitata l’altra mattina ad Alberto Missiaggia, un pensionato di 61 anni residente a Grancona di Val Liona. Un episodio che fortunatamente non ha avuto gravi conseguenze fisiche ma che gli ha causato un volo di due metri e qualche contusione. A raccontare l’accaduto è lo stesso pensionato, appena dimesso dall’ospedale dopo una notte trascorsa in osservazione. «Ogni tanto svolgo qualche lavoretto per la mia vicina di casa che abita a 500 metri dalla mia abitazione – spiega –. Taglio l’erba, poto le siepi, taglio e sistemo la legna, insomma faccio qualcosa per tenermi occupato e attivo».

L’aggressione da parte di un cinghiale nascosto in un vigneto

«Erano da poco passate le 11.30 e avevo appena finito di sistemare la legna tagliata vicino a una staccionata quando ho sentito un fruscio provenire da un vigneto vicino - racconta Missiaggia -. Non mi sono preoccupato perché lì passano sempre animali, anche cavalli, quindi per me il rumore non implicava un pericolo». Nemmeno il tempo di capire esattamente di cosa si trattasse, che è sbucato un cinghiale, secondo il pensionato di una novantina di chili di peso, che lo ha letteralmente travolto.

Un volo contro la staccionata

L’urto è stato talmente violento che il pensionato è stato sbattuto contro la staccionata, l’ha sfondata ed è ruzzolato in un canale di scolo un paio di metri più in basso, mentre l’ungulato ha proseguito la sua forsennata corsa. «Tutto è successo in una frazione di secondi, l’ho appena visto e mi sono ritrovato giù. Secondo me il cinghiale era molto spaventato da qualcosa – aggiunge -. Non ho potuto far altro che rialzarmi e tornare pian piano a casa. Ho chiamato la mia compagna che mi ha accompagnato in ospedale».

I sanitari gli hanno riscontrato delle contusioni alle costole e a un ginocchio e hanno deciso che avrebbe passato la notte sotto osservazione. «Ovviamente ho dolori ma mi è andata bene – dice Missiaggia -. Nelle nostra zona è ormai un anno che vediamo cinghiali che passano in branco ma stanno sempre a distanza, notiamo i segni che lasciano per terra ma non era mai accaduto un fatto simile».

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Un allarme ancor più elevato è scattato da quando la loro cattura e l’abbattimento dei cinghiali sono stati sospesi per la peste suina. E proprio a causa della malattia i macelli, per il rischio contagio, non accettano più ungulati. A spiegarlo è Enrico Padrin, titolare del macello di Villaga. Il suo, e quello che si trova a Molino di Altissimo, hanno deciso di chiudere le porte. «Proprio a causa della peste suina abbiamo deciso di non accettare cinghiali – dichiara – perché se ne arriva uno malato contamina tutto lo stabilimento e ciò significa che sono da abbattere, e incenerire, anche i miei capi dal momento che ho un allevamento di maiali».

La soluzione: creare macelli apposta per i cinghiali

La soluzione sarebbe creare dei locali appositi, lontani dagli allevamenti e senza alcun contatto, dove poter lasciare le carcasse di cinghiale in attesa dei controlli. «Ma in tutto questo la Regione è assente – prosegue – è tutto in carico al servizio veterinario dell’Ulss 8 Berica, alla polizia provinciale e a noi. Non possiamo mettere a rischio gli animali e soprattutto la salute di tutti perché chi deve intervenire non lo fa». 

La presa di posizione di Joe Formaggio

«Conosco bene Missiaggia e mi dispiace per lui. Ha rischiato grosso - ha detto il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Joe Formaggio, che vive nell’Area berica -.I cinghiali sono animali nocivi e vanno abbattuti tutti, catturati e uccisi, peste o non peste. Vent’anni fa sui colli Berici non c’erano, ce li hanno portati e si riproducono rapidamente. Sono preoccupato, costituiscono un rischio per tutti».

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