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Altavilla/Arcugnano

Stop abbattimenti e catture. E i cinghiali proliferano

Fra Altavilla, Arcugnano, Brendola e Vicenza nei primi sette mesi eliminati 600 capi ma da agosto a causa della peste suina è stato tutto sospeso mentre il problema persiste.
Un campo di Arcugnano completamente arato dal passaggio dei cinghiali (Foto GREGOLIN)
Un campo di Arcugnano completamente arato dal passaggio dei cinghiali (Foto GREGOLIN)
Un campo di Arcugnano completamente arato dal passaggio dei cinghiali (Foto GREGOLIN)
Un campo di Arcugnano completamente arato dal passaggio dei cinghiali (Foto GREGOLIN)

Sono 600 i cinghiali abbattuti e catturati fra Altavilla, Arcugnano, Brendola e Vicenza. Un numero che va, però, da gennaio a luglio perché da agosto, quindi poco più di un mese fa, catture ed abbattimenti sono stati sospesi a causa della peste suina. Ed è allarme sulle colline occidentali per la presenza di questi mammiferi selvatici che si moltiplicano costantemente con pericolo per le colture, per i residenti e per gli automobilisti. Una situazione non semplice che rischia di complicarsi ancora di più nelle prossime settimane proprio per l’ordinanza del commissario straordinario nazionale alla peste suina africana. Gli animali abbattuti o catturati, proprio per il rischio di contaminazione dei maiali da allevamento, non possono essere portati nei macelli. 

L'allarme degli amministratori

«Se pensiamo che 600 cinghiali abbattuti in queste zone sono solo una minima parte delle migliaia presenti – afferma l’assessore all’ambiente di Altavilla, Roberto Scapin – e che manca poi il numero della zona sud, allora si può capire cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi. La loro presenza era già pericolosa e d’ora in poi, senza poter contare su abbattimenti mirati e catture, lo diventerà ancora di più. È necessaria assolutamente una soluzione».

Stesso concetto ribadito dal collega di Arcugnano, Gino Emilio Bedin. «Gli agricoltori non coltivano più mais nelle colline perché sanno che arrivano i cinghiali a devastare – aggiunge – le persone non vanno più a fare le passeggiate poiché è pericoloso. Davvero stiamo rischiando di arrivare ad un punto di non ritorno se non si interviene». 

La specie è sempre in crescita anche a causa dell’abbondanza di cibo che gli ungulati possono trovare, e la frequenza della riproduzione. Basti pensare che una femmina può arrivare a partorire anche tre volte l’anno. E ogni volta possono nascere dai 6 ai 10 piccoli. «Vogliamo anche aggiungere i danni alla natura che i cinghiali possono fare – prosegue Bedin –? Scavando alla ricerca di radici muovono le piante e spostano terra con il rischio di smottamenti durante le piogge».

Rischio incidenti

Si muovono di notte o all’imbrunire, alla ricerca di cibo e spesso si spostano in branco. Evitano il contatto con l’uomo ma se si sentono in pericolo, ad esempio una mamma con i piccoli, possono attaccare le persone. E attraversano le strade. Il passaggio dei cinghiali nelle arterie collinari può essere potenzialmente pericoloso per la viabilità.

Alcuni giorni fa a farne le spese è stato un centauro “centrato” da un cinghiale mentre tornava a casa in moto. Se l’è vista davvero brutta un vicentino di 40 anni in via Madurello ad Altavilla, colpito da un cinghiale di oltre cento chili mentre transitava lungo la strada collinare. L’uomo, che era in sella ad una Ducati Multistrada 990, era appena uscito dal lavoro e stava tornando a casa a Vicenza. All’improvviso è stato colpito dall’animale. Un colpo talmente violento che ha fatto schiantare la moto e fatto cadere a terra il centauro che ha perso i sensi e gli ha procurato delle fratture mentre l’animale è rimasto ucciso.

Già lo scorso anno, nella stessa località, ad essere investiti da un cinghiale erano stati padre e figlio, in sella ad uno scooter, che hanno rischiato la vita. 

Antonella Fadda

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