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IL RICORDO

«Giorgia, solare e affidabile: quando giocava, faceva brillare il diamante»

Le ex allenatrici di softball ricordano la 17enne vicentina morta in Colorado
Giorgia Trocciola con le compagne di allenamento
Giorgia Trocciola con le compagne di allenamento
Giorgia Trocciola con le compagne di allenamento
Giorgia Trocciola con le compagne di allenamento

La sua solarità ha fatto brillare i diamanti. Giorgia Trocciola, la diciassettenne vicentina travolta sulle strisce pedonali in Colorado mentre si dirigeva al Dorethy High School, dispensava il suo sorriso fra le compagne di softball e voleva crescere tecnicamente. «Giocatrice squadra, determinata» la definiscono Elisa Bruno e Emanuela Giovinazzo che l’hanno allenata da pitcher rispettivamente a Bussolengo e a Verona con le Dynos, insegnandole a lanciare la palla dal monte del diamante e sorprendere la mazza del catcher.

Una sfida a due che a Giorgia Trocciola piaceva un mondo e ha pesato sulla scelta degli Usa, culla dello sport della mazza. Elisa Bruno l’ha vista crescere in tecnica e determinazione; allenatrice delle giovanili del Bussolengo Softball, nelle quattro stagioni in cui il club dell’allora presidente Angelo Scardino collaborava con il Vicenza Bsc, le ha spiegato come correre da una base all’altra bruciando i tempi alle avversarie, a leggere la traiettoria della pallina e dare il giro al polso per lo strikeout.

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Il trasferimento negli Usa per far crescere la sua passione

«Era nata pitcher e a ogni allenamento alzava l’asticella delle difficoltà per crescere. Spostarsi negli Usa le consentiva di unire studio alla sua passione sportiva». Una scelta condivisa da tanti atleti, grazie alla borsa di studio che le high school americane garantiscono e che coprono tutta o parte della retta scolastica.

«Ricordo Giorgia dolcissima, tenace, dedita allo sport e alla famiglia. Aveva un sorriso capace di conquistare le persone. Mamma Mery fra le lacrime mi ha raccontato quanto ci tenesse al softball e univa agli allenamenti sul diamante altre discipline, il nuoto e il tennis soprattutto. Sportivamente questa era Giorgia, un’atleta sorridente che non si fermava mai».

Amava stare fra i compagni del Dorethy Hisg School e contava i giorni per tornare a giocare con il Padova Softball Braves in serie B, che scrive su facebook: «Ora che sei lassù continuerai a giocare con la passione e la felicità che hai trasmesso a noi in questi anni, in quel diamante che amiamo tutti i giorni».

 

«Quando entrava in campo, si illuminava. Faceva brillare il diamante»

«L’avremmo ritrovata da avversaria, ora la piangiamo e il giorno in cui affronteremo il club patavino sarà commovente per tutti», conclude Elisa Bruno, che fra le foto del suo album sportivo c’è questo scatto in cui Giorgia le sta accanto e più di tutte gonfia il petto mostrano i muscoli, come a dire sono pronta, sportivamente si intende, alla battaglia. E invece è stata travolta davanti alla scuola dove si alternava fra aule e gli impianti di gioco. «Nelle due stagioni (dal 2020 al 2022) che ha giocato con noi in B era la nostra lanciatrice e la giocatrice su cui facevo affidamento», aggiunge Emanuela Giovinazzo, allenatrice delle Dynos.

«Ricordo una partita in cui la richiamai in panchina perché non stava lanciando benissimo, lei piangendo mi pregò di rimetterla in pedana e che avrebbe giocato molto meglio: non vincemmo la partita ma lei mantenne la promessa». E aggiunge: «Spulciando le foto del passato, ho ritrovato il suo sguardo in uno scatto in cui emerge la sua solarità, giocosa in un gruppo-squadra molto unito. Le ragazze sono scosse e per rispetto di Giorgia abbiamo fermato gli allenamenti e rinviato l’amichevole a Ronchi».
Giovinazzo, quindi, conclude: «Quello che leggo sui giornali la descrive perfettamente: quando entrava in campo si illuminava, faceva brillare il diamante».

Giorgia durante un allenamento
Giorgia durante un allenamento

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Anna Perlini

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