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La tragedia in Colorado

Il dolore dei genitori della studentessa morta negli Usa: «Qui hanno creato un motto, #LLG, vivi come Giorgia»

Una raccolta fondi su Go Found Me per permettere alla famiglia americana che ospitava la ragazza di essere presente ai funerali a Bolzano Vicentino.

«È stato un fulmine a ciel sereno. Le persone possono morire ma se si ricordano, non muoiono mai». Appena sono stati avvertiti della tragica morte della loro Giorgia, il papà Gianfranco Trocciola, militare di stanza a Padova, e la mamma Marialuisa Grego, impiegata, sono partiti da Bolzano vicentino dove vivono assieme all'altra figlia Azzurra verso gli Stati Uniti, arrivando a Colorado Spring, tra giovedì e venerdì.

La tragedia in Colorado

Giorgia stava andando a scuola, la Doherty High School, istituto che stava frequentando grazie ad un programma di scambio internazionale. Attraversando le strisce pedonali davanti all’istituto quando una Jeep è passata con il semaforo rosso e l’ha investita. È morta così mercoledì scorso nella contea di El Paso, la studentessa di 17 anni. La morte della ragazza ha creato sconcerto e dolore nella scuola e c’è chi ha proposto di costruire il ponte Giorgia Trocciola, un attraversamento pedonale per impedire che tragedie come questa possano ripetersi.

La testimonianza commossa del padre

Ogni tanto la voce del papà è rotta dal pianto, come è inevitabile che sia, ma la sensazione è che siano stati letteralmente avvolti dall'amore e dall'affetto della comunità che Giorgia, in appena otto mesi, era riuscita a conquistare. «Era partita ad agosto, era otto mesi che era qui a Colorado Spring - spiega dagli Usa- Non avevamo capito fino in fondo cosa nostra figlia avesse realizzato qui. Abbiamo creato, con gli amici, un "Go fund me" per permettere alla famiglia che la ospitava di volare in Italia per partecipare ai funerali. Bene, in poche ore abbiamo raggiunto i 20 mila euro».

Raccolta su Go Found portare ai funerali la famiglia che ospitava Giorgia

L'obiettivo dei genitori di Giorgia è quello di riportare nel più breve tempo possibile la salma di Giorgia a casa, per permettere a tutta la comunità di salutarle e per averla sempre accanto: «Ovviamente c'è molta burocrazia - racconta Trocciola -. Ma siamo pienamente supportati dai consolati e anche dall'agenzia che ha permesso a Giorgia di venire a studiare qui. Ci hanno avvisato di quello che era successo mercoledì e giovedì alle 6.30 eravamo già su un aereo. È stato un viaggio toccante».

I tempi di rientro in Italia della salma

I tempi per il rientro in Italia, come spiega Trocciola, sono ancora incerti: «Ci avevano detto che ci sarebbero volute dalle tre alle quattro settimane per portare il corpo di Giorgia in Italia. In un primo momento, la nostra idea era quella di stare qui qualche giorno per le prime incombenze e poi di rientrare. Poi avevamo pensato di tornare qui con Azzurra, la sorella di Giorgia, che ci ha chiesto di essere presente quando la salma sarebbe stata trasferita in Italia. Le cose ora sono cambiate, perché grazie al supporto del consolato di Chicago, ci hanno consigliato di rimanere qui e non "perdere tempo". Se stiamo qui, possiamo scortare Giorgia in ogni passaggio. Siamo ospiti della famiglia ospitante e sentiamo l'amore della comunità».

La mamma di Giorgia

Prende la parola la mamma Marialuisa: «Lei giocava a softball - ricorda -. Era tesserata per la squadra di Vicenza ma era in prestito al Padova Braves. Aveva giocato anche a Verona e Bussolengo. Ha deciso di venire qui negli Stati Uniti per imparare bene l'inglese e il softball. Gli sport sono stagionali qui. Ha ottenuto ottimi risultati sia nel softball, sia nel nuoto, sia nel tennis. Ci hanno detto che non era una cosa normale per gli studenti e che avrebbe ottenuto un encomio». «La cosa importante - conclude la mamma - è che se le persone si ricordano non muoiono mai. Qui hanno anche creato l'hashtag #LLG, live like Giorgia». 


 

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