È un dispiegamento di forze massiccio quello in corso in Veneto, e nel Vicentino in particolare, per mettere in sicurezza le zone più colpite dal violento temporale che sabato si è abbattuto sulla regione. Il giorno dopo è quello della conta dei danni, o comunque di una prima mappatura delle criticità. A meno di 48 ore di distanza da quando raffiche di vento a 120 chilometri orari e intensa pioggia hanno spazzato via tetti, rotto finestre, sradicato alberi e allagato strade, è difficile stimare l’esatto impatto economico di quei venti minuti di paura. Di certo la prospettiva è di un conto salatissimo. «Potremmo essere sull’ordine dei trenta-quaranta milioni di euro, ma è presto ora per quantificare perché tutte le operazioni sono in corso e vanno fatte prima le opportune valutazioni», ha precisato Francesco Rucco, presidente della Provincia, ieri in sopralluogo nelle aree più colpite - tra Arzignano e Trissino - con il prefetto di Vicenza Pietro Signoriello e il presidente del Veneto Luca Zaia, che ha poi proseguito la visita a Montecchia di Crosara, nel Veronese.
Lo scenario nel day after è quello della devastazione. Le raffiche di vento hanno inferto sciabolate a case, capannoni, impianti sportivi, scuole, parchi pubblici, giardini privati, nessuna categoria esclusa. Nessun ferito fortunatamente, ma ingentissimi i danni alle strutture. Ad Arzignano stimate in 150 le abitazioni danneggiate, una settantina per problemi alla copertura. A San Zeno è stato “mozzato” anche il campanile della piccola piazza, con la punta schiantatasi al suolo (IL VIDEO); gravi danni anche all’istituto scolastico Galilei, in via Vicenza. Zona artigianale in ginocchio invece a Trissino, con una cinquantina di capannoni seriamente danneggiati. Intere coperture di lamiera sono state sollevate e fatte volare via. Danni ai macchinari, ai magazzini, ai veicoli in sosta. Ma la conta dei danni è appena iniziata.
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