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Lonigo

Il camionista che ha ucciso Davide Rebellin resta libero e cambia avvocato

Il campione di ciclismo è stato travolto il 30 novembre scorso a Montebello. Avviati i contatti per il risarcimento dell'assicurazione.
La bicicletta distrutta di Davide Rebellin dopo il terribile incidente che gli è costato la vita
La bicicletta distrutta di Davide Rebellin dopo il terribile incidente che gli è costato la vita
La bicicletta distrutta di Davide Rebellin dopo il terribile incidente che gli è costato la vita
La bicicletta distrutta di Davide Rebellin dopo il terribile incidente che gli è costato la vita

Wolfgang Rieke, l'autotrasportatore tedesco 62enne indagato dalla procura con le accuse di omicidio stradale e fuga per la morte di Davide Rebellin, avvenuta lo scorso 30 novembre, ha nominato un difensore di fiducia. Al momento del suo rintraccio in Germania, che risale al giorno seguente alla disgrazia, gli era stato assegnato un legale d'ufficio, Andrea Nardin.

Rieke ha nominato un legale di fiducia

Ora Rieke, a carico del quale non è stato finora emesso alcun mandato di arresto europeo da parte della magistratura vicentina, un'ipotesi che pare sempre meno probabile perché dal giorno del tragico incidente sono ormai passati più di due mesi, ha scelto di farsi assistere da Antonio Salzano di Ferrara, che svolge attività forense in ambito penale e civile con particolare riferimento anche all'infortunistica stradale. Il cambio di difensore sarebbe coinciso anche con l'avvio dei contatti per risarcire gli eredi del campione di ciclismo tramite la compagnia con la quale è assicurato il tir della Rtr, l'impresa di spedizioni della famiglia Rieke con sede a Recke, un Comune di quasi 12 mila abitanti nella Renania settentrionale-Vestfalia.

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L'incidente costato la vita a Davide Rebellin

Rebellin era stato travolto sulla rotatoria della Fracanzana che porta al parcheggio del ristorante albergo "La Padana", a Montebello. In base alla ricostruzione fatta dal pubblico ministero Claudia Brunino che coordina le indagini dei carabinieri, l'autotrasportatore si sarebbe reso conto dell'incidente. Sarebbe quindi sceso dal camion e avrebbe osservato il corpo straziato del ciclista. Dopodiché sarebbe tornato al posto di guida e si sarebbe allontanato. Tra i vari elementi in mano alla procura ci sarebbero anche i video girati dalle telecamere de "La Padana" e il filmato realizzato da un testimone con lo smartphone. Rieke avrebbe quindi fatto l'ultima tappa del proprio giro programmato in un'azienda al Quadrante Europa di Verona e, infine, è rientrato in Germania. Se fosse stato fermato dalle forze dell'ordine in Italia, il camionista sarebbe stato arrestato. Invece, era stato individuato il giorno dopo nella città dove risiede dalla polizia tedesca. Subito dopo l'investimento del campione di Lonigo sembrava dovesse essere tutto pronto per chiedere al giudice per le indagini preliminari la firma sulla richiesta di un Mae nei confronti di Rieke. Così, però, non è stato. Neppure il camion che ha investito Rebellin è mai stato messo sotto sequestro. La polizia tedesca, su delega della magistratura italiana, ha scattato alcune foto del mezzo nel corso di un accertamento.

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La super perizia slitta ancora

Infine, né l'avvocato Davide Picco, che assiste i familiari del ciclista, né l'avvocato Salzano hanno finora ricevuto comunicazioni dalla procura in merito a un'eventuale super consulenza per ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente. L'unico esame disposto fino a questo momento rimane dunque l'autopsia, che ha stabilito la causa della morte: Rebellin è deceduto «per trauma toracico e addominale da schiacciamento».

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Valentino Gonzato

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