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Da Lusiana
un amore
scozzese

Gaetano Capaldi e Corona Dal Sasso trasferitisi in ScoziaSandra in braccio al papà Guerrino Capaldi, 1962Sandra Bassiri e la mamma ApolloniaLe nozze di Guerrino Capaldi e Apollonia Dal Sasso
Gaetano Capaldi e Corona Dal Sasso trasferitisi in ScoziaSandra in braccio al papà Guerrino Capaldi, 1962Sandra Bassiri e la mamma ApolloniaLe nozze di Guerrino Capaldi e Apollonia Dal Sasso
Gaetano Capaldi e Corona Dal Sasso trasferitisi in ScoziaSandra in braccio al papà Guerrino Capaldi, 1962Sandra Bassiri e la mamma ApolloniaLe nozze di Guerrino Capaldi e Apollonia Dal Sasso
Gaetano Capaldi e Corona Dal Sasso trasferitisi in ScoziaSandra in braccio al papà Guerrino Capaldi, 1962Sandra Bassiri e la mamma ApolloniaLe nozze di Guerrino Capaldi e Apollonia Dal Sasso

Maria Elena Bonacini

GLASGOW

Una mostra a Edimburgo accende l’interesse della cronista sull’emigrazione italiana in Scozia nel secolo scorso. E lavorando con i curatori, emerge dalle anagrafi una bella storia vicentina. «Solo quando sono venuta a Lusiana l’anno scorso ho capito perché mia madre amasse tanto le montagne delle Highlands». È stato soprattutto un viaggio nel tempo quello che nel 2015 ha portato Sandra Capaldi Bassiri e la cugina Pamela a Lusiana, nella frazione di Laverda, da dove sono partite per Glasgow due generazioni di famiglie Dal Sasso. E ancora oggi, nella capitale economica della Scozia, c’è chi porta il cognome altopianese.

Fu un’emigrazione quasi “famigliare” - la terra di Braveheart non fu una delle grandi mete dei trasferimenti veneti e vicentini - attraendo italiani soprattutto da Lazio e Toscana.

E proprio da Piccinisco, in provincia di Frosinone, ha inizio la storia, con la partenza di Gaetano Capaldi, nonno di Sandra. «Non aveva nessun parente in Scozia – spiega oggi la nipote - ma gente della zona aveva aperto locali lì e avevano bisogno di ragazzi che andassero a lavorare. Così nel 1912 mio nonno emigrò».

Al destino, però, non si sfugge, nemmeno frapponendo centinaia di chilometri. «Quando scoppiò la Prima Guerra Mondiale – continua Bassiri - fu richiamato in Italia e mandato in Altopiano, dove conobbe mia nonna, Corona Dal Sasso, che sposò nel 1920 a Lusiana, portandola subito dopo in Scozia. Nel 1922 nacque mio padre Guerrino».

Corona non è l’unica Dal Sasso che sarebbe approdata a Glasgow. Quando nel 1934 suo fratello Giobatta si ammala di tubercolosi, infatti, si trasferisce a Piccinisco con la moglie Anna Xausa e i figli Apollonia Maria, Antonio, Maddalena, Elena e Gaetano, alla ricerca di un clima migliore, che potesse giovare alla sua salute, purtroppo inutilmente. Un destino che, nel 1940, avrebbe accomunato anche Corona al fratello.

Dopo qualche periodo di lavoro in Italia, anche Apollonia nel 1947 prende la via della Scozia, andando a lavorare in casa dello zio. «Qui – racconta Sandra – conobbe mio padre e si innamorarono, nonostante fossero primi cugini. Mia nonna adorava mia madre, anche se purtroppo non poté vedere lei e Guerrino sposati. Per le nozze, vista la stretta parentela, ebbero bisogno di una particolare dispensa, ma alla fine nel 1950 poterono formare una famiglia e mia madre diede alla luce cinque figli: Corona, Giovanni, Diana, Paolo e me».

La famiglia Capaldi, nel frattempo, ha aperto la “Capaldi delicatessen”, un’attività di produzione alimentare. Ma i lutti non erano finiti. «Anche mio padre morì giovane – continua Bassiri – lasciando mia mamma disperata e sola con cinque figli tra i 14 e i 6 anni, proprio come era accaduto a sua madre Anna. Dopo due anni dalla morte di mio padre anche l’attività dovette chiudere e tutti noi dovemmo iniziare a lavorare. In questa fase della sua vita le fu di grande aiuto che Maddalena e Antonio, si fossero a loro volta trasferiti a Glasgow».

Nonostante le difficoltà, però, Apollonia non torna in Italia. «Rientrare non avrebbe avuto senso – osserva Bassiri - La famiglia ormai era stabilita definitivamente qui, anche se credo che nel suo cuore le sarebbe piaciuto ritornare a Lusiana. Pur avendo vissuto molto più tempo a Piccinisco che in Altopiano, considerava sempre quella come la sua terra. Ci raccontava della sua infanzia, di quando ogni giorno, per andare a scuola, percorreva a piedi la strada da Laverda a Lusiana». I figli crescono, si sposano, e il viaggio tanto sognato arriva una trentina di anni fa, insieme alla sorella Maddalena. «Un ritorno che per loro fu una grande gioia. Purtroppo prima i costi di un viaggio per sei persone le avevano sempre impedito di portare tutti noi in Italia. Una volta adulta mi sarebbe piaciuto tornare con lei, ma invecchiando viaggiare era diventato difficile».

Per Sandra, che era già stata più volte a Piccinisco, la scoperta delle radici vicentine arriva solo un anno fa, nel 2015. «Mamma era morta nel 2014 e un anno prima era mancata anche mia zia Maddalena - riassume -. Io e Pamela, mia cugina, abbiamo deciso di venire finalmente a Lusiana, anche per cercare se ci fossero parenti e fare ricerche negli archivi. Quello che abbiamo trovato è stato più di quanto ci aspettassimo: un paese bello, soleggiato, c’è qualcosa di affascinante nella semplice vita di montagna. Solo in quel momento ho capito l’amore di mia madre per il nord della Scozia e le sue montagne. È stato un viaggio emozionante, sentivamo la mancanza delle nostre madri, anche se non siamo riuscite a trovare la casa dove avevano vissuto, né a trovare discendenti dei fratelli dei nonni: Pietro, Maria, Augusto Pietro, Riccardo e Maddalena Dal Sasso, che aveva sposato Giobatta Xausa, fratello di nonna Anna. Quando siamo finite a Venezia per aver sbagliato treno, abbiamo sentito che stavamo ripercorrendo lo stesso viaggio che avevano fatto le nostre madri, è stata una sensazione molto particolare». Adesso l’intenzione è di tornare presto: «Voglio portare mio marito Bijan e i miei figli Nadia e Riccardo a vedere dove sono le loro radici, dove sono cresciute la nonna e la bisnonna – conclude - E sarebbe bello se qualche cugino, riconoscendosi, volesse contattarmi: sandra@bassiri.net».

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