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L'allarme

Le predazioni del lupo sempre più vicine alle case. La paura di allevatori e cittadini

Gli avvistamenti vengono segnalati in varie parti della provincia e in pianura. Predate capre, mucche, cavalli e asini ma nessun attacco all'uomo

Caprioli e pecore sbranati, avvistamenti anche in pianura, nelle vie dei paesi e tra le case delle zone residenziali. Oramai non si contano più, le segnalazioni dei lupi nel territorio vicentino. Secondo i dati della polizia provinciale, nell'anno che si è appena concluso sono stati 101 gli accertamenti per la verifica dei danni provocati da predazioni di lupi su animali allevati o domestici. Nel 2022 erano stati 82. Quella del lupo è dunque una presenza in aumento, che si sta estendendo sul territorio berico. E tra la gente è sempre più diffuso il timore di incontri ravvicinati con il grande carnivoro.

La paura dei cittadini per bimbi e cani

«Abbiamo paura ad uscire di casa anche di giorno, per i bambini e per i nostri cani», ha dichiarato nei giorni scorsi un cittadino della zona di Lastebasse. Inizialmente gli avvistamenti avevano riguardato le montagne, in particolare l'Altopiano, dove nel tempo sono state numerose le predazioni soprattutto di mucche e pecore; una situazione che ha portato all'esasperazione molti allevatori che salivano sui pascoli montani e alle malghe per l'alpeggio durante il periodo estivo. Gradualmente, i lupi sono scesi però a quote sempre più basse, finendo per essere visti, e spesso immortalati in foto e video da passanti e automobilisti, nelle zone collinari, ad esempio a Monte di Malo, e poi ancora ad Arsiero, al Tretto di Schio, a Lastebasse, a Pedemonte, a Valli del Pasubio, a Torrebelvicino, a Santorso. Da poco i lupi sono stati avvistati anche in pianura, come a Ca' Trenta, sempre nel territorio di Schio, a Bassano, addirittura a Vicenza, all'oasi di Casale.

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L'allarme lanciato dagli allevatori

«Noi non siamo contrari alla presenza del lupo, ma è ovvio che se ci sono troppi esemplari rispetto a quanti ne può sopportare il territorio, il fenomeno va controllato». Floriano De Franceschi, presidente dell'Associazione regionale allevatori del Veneto, esprime tutta la preoccupazione della categoria di fronte alla diffusione e alle predazioni del grande carnivoro. «La situazione per noi resta grave», spiega De Franceschi. «L'aumento dei lupi rappresenta un problema, con le greggi dei pastori che vengono continuamente attaccate». Il problema, secondo gli allevatori, riguarda soprattutto le zone montane, gli alpeggi, le malghe.

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La Regione e i proiettili di gomma

Anche da Venezia si sta tentando di far fronte al problema. «La Regione sta provando a fare dei progetti, come quello che prevede l'installazione di recinti elettrificati», sottolinea il presidente degli allevatori veneti. «È stato fatto anche un progetto che prevedeva di sparare ai lupi con proiettili di gomma, il quale, secondo me, ha avuto anche risultati discreti. Nelle zone in cui è stato applicato, da parte degli agenti della polizia provinciale, il lupo non è più tornato per cacciare, ma si è spostato di diversi chilometri; è stato possibile verificare i suoi spostamenti in quanto l'animale era dotato di radiocollare. Si tratta di uno sparo di difesa da parte dell'allevatore, non per uccidere l'animale ma per spaventarlo; un progetto che potrebbe essere esteso anche ad altri territori».

Da 170 anni in Europa non si registrano attacchi all'uomo

«Negli ultimi 170 anni non si sono registrati in Europa attacchi del lupo all'uomo. Questo non vuol dire che non accadranno, ma stiamo parlando di statistica. Non possiamo dire altrettanto del cane, che a volte morde e ammazza l'uomo, delle mucche, dei cavalli che scalciano. Quindi sicuramente dobbiamo avere più paura dei cani lasciati liberi, delle mucche e dei cavalli che del lupo». È l'analisi di Daniele Zovi, ex comandante interregionale del corpo forestale dello Stato e oggi scrittore di libri sulla natura. 

Aumenta la fauna selvatica in provincia e arrivano i predatori

Zovi fornisce una chiave di lettura sull'aumento nella diffusione del lupo nel Vicentino. «La provincia di Vicenza si è arricchita molto di fauna selvatica, soprattutto di erbivori, come cervi, camosci, caprioli e cinghiali», spiega l'ex comandante. «In una ricerca durata tre anni, in Toscana, si è visto che la base alimentare del lupo è il cinghiale, quindi la presenza di questo carnivoro è motivata proprio dalla grande presenza di ungulati. Il mondo va visto anche in una prospettiva ecologica e il lupo, da questo punto di vista, è un grande regolatore della presenza di questi animali: contribuisce ad esempio a migliorare le popolazioni di cervi facendole correre, mantenendole sane, eliminando gli esemplari malati. Il lupo ha un significato importante nell'equilibrio naturale».

I carnivori si stanno spingendo anche verso la pianura. «Il lupo non è un animale di montagna», specifica Zovi. «Ora sta tornando a rioccupare un ambiente perché sono aumentati gli erbivori e perché è stato tutelato dalla legge, che lo protegge». A preoccupare, però, è il problema delle predazioni. «Ci sono stati anni in cui le malghe sono state abbastanza colpite dalle predazioni - continua Zovi - però devo dire che oggi il fenomeno mi sembra si sia affievolito, soprattutto perché gli allevatori hanno imparato a difendere meglio i loro animali

Matteo Carollo

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