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Dal 7 gennaio

In Veneto riparte la scuola in presenza, ma solo fino alle medie: tutta la classe a casa se c'è un positivo. Studenti delle superiori contro Zaia

Un flash mob degli studenti contro la didattica a distanza (foto Ansa)
Un flash mob degli studenti contro la didattica a distanza (foto Ansa)
Un flash mob degli studenti contro la didattica a distanza (foto Ansa)
Un flash mob degli studenti contro la didattica a distanza (foto Ansa)

Doveva essere il giorno del ritorno a scuola per le scuole superiori, almeno per quasi tutti, invece (se va bene) i ragazzi ci torneranno fra 25 giorni. Invece giovedì 7 gennaio non ci sarà il tanto auspicato ritorno sui banchi per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado: l'ordinanza di Luca Zaia ha spostato il ritorno della didattica in presenza a febbraio, mentre in molte altre regioni si ripartirà l'11. Didattica a distanza che prosegue anche nelle università. Con la giornata di domani invece, riprende la frequenza per medie (secondaria inferiore), elementari (primaria), scuola dell'infanzia e asili nido.

 

Cambia però la vita in tutte le altre scuole venete che potranno riaprire. Nella nuova ordinanza firmata da Zaia, infatti, ci sono anche le "Linee di indirizzo per la gestione dei contatti di casi di Covid-19 all'interno delle scuole e dei servizi per l'infanzia". D'ora in poi «in presenza di un caso positivo in una classe, i contatti identificati nella classe stessa (cioè tutti i compagni di classe), saranno posti in quarantena ed eseguiranno un test di controllo al termine della stessa (indicativamente al 10° giorno). In caso di comparsa di sintomatologia durante la quarantena dovranno contattare il proprio medico curante. Per insegnanti e operatori scolastici c'è una differenza: nei casi di asili e scuole dell'infanzia: c'è lo stesso quarantena di dieci giorni con test al 10° giorno. Per le scuole medie (e superiori, in futuro) per insegnanti e operatori scattano invece la quarantena e il test al 10° giorno soltanto «se si è svolta attività in presenza con il caso positivo, per un tempo maggiore a 4 ore, nelle ultime 48 ore».

 

Nel frattempo monta la protesta tra gli studenti delle scuole superiori che, fatta eccezione per la "finestra" autunnale, ormai non vanno a scuola da quasi un anno. Un flash mob è stato organizzato dalla Rete degli Studenti Medi in varie città del Veneto contro la proroga della riapertura delle scuole all’1 febbraio. A Vicenza gli studenti si troveranno domani, giovedì 7 gennaio, davanti al liceo Quadri. 

«Guardando ai contagi sappiamo perfettamente come il Veneto non abbia avuto una buona organizzazione, ma il fatto che non ci sia stato un piano pronto a riaccogliere gli studenti in aula è vergognoso: ancora una volta sono gli studente a pagare! Non ci stiamo, non siamo marionette da spostare a piacimento», spiegando i rappresentanti della Rete degli Studenti Medi di Vicenza. «Bisogna tornare a fare scuola in presenza: la dad è, dati alla mano, uno strumento di emergenza che però, nel lungo periodo rischia di fare abbandonare gli studi a 34mila adolescenti. Qui l'unico piano per l'istruzione pubblica sembra essere un piano di distruzione».

 

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