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La conferenza stampa

Zaia: «Gli assembramenti del fine settimana uno spettacolo immondo». Nuova ordinanza in arrivo. Vaccini, entro giugno piano completato

Zaia punto stampa 14 dicembre

Luca Zaia torna in diretta oggi, lunedì 14 dicembre, dalla sede della Protezione civile di Marghera per fare il punto sulla situazione coronavirus in Veneto. Sul tavolo i dati dei contagi, ma anche il pericolo assembramenti. Nel pomeriggio il governatore ha convocato i sindaci per fare il punto alla luce di quanto successo nel fine settimana, con i centri storici presi d'assalto. «Mi sembra chiaro che non abbiamo più paura di morire. Io non sono per uno stato di polizia, ma deve essere chiaro a tutti che certi comportamenti hanno delle conseguenze», ha detto Zaia in un'intervista al Corriere della Sera. 

 

LA DIRETTA

 

PRESSIONE OSPEDALIERA

«C'è un timido rallentamento nella crescita dei ricoveri. Ma la pressione sanitaria è una pressione importante. Nella prima ondata abbiamo avuto il picco delle terapie intensive il 31 marzo, con 356 pazienti; oggi siamo a 373, a cui si sommano poi le 207 terapie intensive non Covid. Il picco dei ricoveri in area non critica c'è stato il 1° aprile con 2.028; oggi sono 3.267, vuol dire più di mille in più. Oggi rispetto a marzo-aprile abbiamo le terapie intensive in linea, ma i ricoveri in area non critica sono un terzo in più»

 

VERONA IN DIFFICOLTÀ. «Pressione molto importante negli ospedali, in primis Verona che è maglia nera e avrà una contrazione importante dei servizi sanitari per far fronte ai pazienti Covid. Fatto salvo le emergenze e le prestazioni oncologiche, Verona va verso una ulteriore restrizione di almeno il 30 per cento» 

 

ASSEMBRAMENTI SPETTACOLO IMMONDO

«La partita degli assembramenti è la vera partita. Non sto generalizzando, perché la stragrande maggioranza dei veneti sta rispettando le regole. Lo spettacolo immondo di tutto quello che è accaduto in Italia e in Veneto è indescrivibile. A noi sono arrivate foto di città prese d'assalto, o serpentoni di auto per andare ad Asiago o sulle Dolomiti»

 

NUOVE RESTRIZIONI, OGGI INCONTRO CON I SINDACI

«Oggi alle 14.30 incontrerò i sindaci, sentirò le loro idee, qualcosa bisognerà fare. Ma resta una sconfitta dal punto di vista comunitario. Ho sempre più l'impressione che una parte della popolazione deleghi alle istituzioni la responsabilità del Covid, ma la linea del contagio riporta invece ai comportamenti individuali. Immonda e vomitevole anche la convinzione per cui questo sia il virus dei vecchi e "che se la vedano loro". È vergognosa e non può essere un alibi per certi comportamenti. Qualcosa bisognerà fare. Fermo restando che anche a livello nazionale qualcosa si farà»

«Dovremo vedere ora come fare per limitare le folle. Ricordo che le misure più restrittive e innovative sono sempre state prese da questa Regione e mentre tutti facevano baldoria io ho chiuso i negozi la domenica. La base da cui partire sono le restrizioni nei festivi e prefestivi, su cui sta lavorando anche il governo. Pronti a fare una nuova ordinanza, di cui discuterò con i sindaci, che potrebbe essere attiva da metà settimana»

 

VENETO ANCORA IN ZONA GIALLA?

«Ieri ho sentito il ministro della Salute Speranza e la situazione è che i numeri stanno ricominciando a muoversi ovunque. Ricordo per l'ennesima volta che il Veneto è in zona gialla secondo parametri del protocollo nazionale. Per andare in area arancione l'Rt deve essere superiore a 1,25 e noi non lo abbiamo mai avuto». 

 

VACCINO

L'assessore alla Sanità veneta Manuela Lanzarin ha affermato che entro la prima metà di gennaio arriveranno le prime dosi del vaccino contro il Covid in Veneto. «La richiesta che abbiamo fatto è di 185mila dosi, abbiamo inserito anche la sanità privata. Per giugno il commissario conta di completare la vaccinazione complessiva su base volontaria. Stiamo parlando di tre fasi: i primi saranno gli operatori sanitari e ospiti e operatori delle Rsa, poi over 60 e forze dell'ordine, infine il restante della popolazione. I vaccini verranno stoccati nei 7 hub ospedalieri e da lì distribuiti anche con equipe mobili che andranno nelle case di riposo: saranno sorvegliati dall'esercito»

 

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