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Vicenza

Il caso Vannacci accelera l'approvazione della clausola antifascista

In Consiglio si discuterà il ripristino della norma di ripudio del fascismo per chi occupa spazi (e sale) pubbliche

Se la nuova clausola antifascista fosse già in vigore, molto probabilmente la presentazione del libro del generale Vannacci si sarebbe dovuta tenere altrove. E non, come invece sarà sabato 23 marzo, al Teatro Astra. Uno spazio comunale per la cui assegnazione - in base a quanto previsto dal testo che a breve sarà discusso - il Comune avrebbe potuto porre un sonoro “niet” alla richiesta degli organizzatori. A meno di una dichiarazione ufficiale di ripudio del fascismo da parte dei promotori.

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Questa è, in sintesi, la più rilevante novità relativa all’ipotesi di modifica del regolamento Cosap, per l’occupazione degli spazi e delle aree pubbliche. Una modifica contenuta nella mozione presentata lo scorso dicembre dai consiglieri di maggioranza (Coalizione civica-Sinistra Verdi) Martina Corbetti e Mattia Pilan e che approderà in consiglio comunale per l’approvazione il 26 marzo, dopo un passaggio in Terza commissione consiliare (Sviluppo economico e attività culturali) il 25 marzo. «Un traguardo atteso per anni dalla Vicenza democratica e che, come auspichiamo, allargherà il campo di applicazione dei vincolo antifascista a tutti gli spazi comunali, non solo al suolo pubblico», spiega la consigliera Corbetti. Il riferimento è proprio al caso Vannacci: «Con la vecchia clausola, essendo limitata all’occupazione temporanea di aree pubbliche, difficilmente si sarebbe potuto estendere il limite dell’antifascismo alla concessione dell’Astra - precisa Corbetti - la nostra versione prevede invece un ampliamento della clausola, in modo da renderla vincolante per tutti i luoghi comunali».

Per assegnare spazi servirà una dichiarazione di antifascismo

Come ribadiscono i consiglieri, «riteniamo necessario subordinare l’assegnazione o concessione di spazi, suolo pubblico e sale di proprietà comunale ad una dichiarazione esplicita di rispetto dei valori e dei principi fondanti della Costituzione». Una clausola che, proseguono Corbetti e Pilan, «è un vero e proprio antidoto al dilagare di ideologie antidemocratiche, razziste e reazionarie».
Tempo qualche giorno dunque e si saprà se Vicenza tornerà a dotarsi di una norma specifica per l’“autocertificazione” di antifascismo. Una norma inserita per la prima volta nel regolamento Cosap dalla giunta Variati, nel 2018. Appena due anni dopo, a giugno 2020, l’amministrazione Rucco l’aveva eliminata mediante una variazione di forma promossa dall’allora assessore al commercio Silvio Giovine.

La dicitura "antifascismo" cambiata in "totalitarismo"

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La dicitura “antifascismo” era stata cambiata in “totalitarismo”, come si legge ancora oggi nel modulo di richiesta di occupazione del suolo: “Il sottoscritto...dichiara di riconoscersi nei principi e valori fondamentali della Costituzione Italiana e dello Statuto Comunale, di ripudiare ogni forma di totalitarismo e di condannare l’uso di ogni forma di violenza”. 
Intanto, fervono i contro preparativi per il “Vannacci Day”. Prima, alle 15.30, è in programma invece la manifestazione di protesta in piazza Castello annunciata da una fitta rete di associazioni e movimenti, dal Bocciodromo a Friday for Future al Caracol Olol Jackson, passando per Welcome Refugees e Coordinamento studentesco. È di ieri anche il promemoria di Anpi, che sempre sabato, ma alle 16.15, sarà in piazza Matteotti per un “presidio democratico, antifascista e antirazzista” ribattezzato “Vannacci non ci piaci”.

Giulia Armeni

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