Quel matrimonio s’ha da fare.E, alla fine, così è stato. In barba a quei 25 voti mancanti per raggiungere il quorum del referendum dello scorso fine ottobre. La cerimonia, chiamiamola così, è avvenuta ieri pomeriggio a Venezia, a palazzo Ferro Fini. Lì il Consiglio regionale ha votato all’unanimità per la fusione tra i Comuni di Sovizzo e di Gambugliano.
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Un voto fondamentale
Un voto fondamentale e molto atteso dalle due comunità, come è stato sottolineato dai due consiglieri vicentini che ieri hanno preso parola in aula, Stefano Giacomin, Lega, e Chiara Luisetto, Pd. L’assessore ai rapporti con gli enti locali, Francesco Calzavara, ha sottolineato come il Veneto riduca così il numero dei Comuni arrivando a quota 560. «E sono ancora troppi - dichiara -. Con questo passaggio si chiude un primo round di applicazione della nuova legge sulle fusioni. Il Veneto deve iniziare a ripensarsi e a ridurre la frantumazione degli enti locali lasciando spazio a forme di miglioramento ed efficienza per i servizi ai cittadini attraverso razionalizzazioni come questa fusione, appunto, o il processo di unione. Speriamo che il percorso fatto da Sovizzo e Gambugliano abbia dato fiducia anche ad altre amministrazioni per comprendere che è possibile fondersi e ci sono gli strumenti corretti per farlo».
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Decisivo l'emendamento
Calzavara ha presentato e fatto approvare un emendamento per definire la pubblicazione sul Bur, bollettino regionale, del provvedimento che equivale a stabilire la data di quando rendere operativa la fusione. Solo allora infatti il prefetto può sciogliere i consigli e inviare il commissario. «Per evitare il lungo periodo di commissariamento - motiva - è stata scelta la data di pubblicazione: il 22 gennaio». Il 9 giugno (si vota pure per le europee) i cittadini di quei territori saranno chiamati per la prima volta a votare il nuovo e unico sindaco e consiglio.
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La storia della fusione
Giacomin ha presentato in aula la storia della fusione, spiegando come l’esito referendario abbia stupito: «Di solito sono i piccoli Comuni ad essere più reticenti, invece stavolta è stato Sovizzo, più grande, a non aver raggiunto il quorum. Ma va sottolineato che lì quasi il 14% dei votanti sono iscritti all’Aire e che solo nell’ultimo anno e mezzo quasi 400 figli di brasiliani si siano iscritti per ottenere la cittadinanza».
Luisetto ha sottolineato come sarà Gambugliano a perdere il proprio nome, eppure lì il quorum è stato ampiamente superato: «Un evidente segnale di volersi aggregare, peraltro a seguito di una effettiva condivisione di funzioni e servizi già gestiti da Sovizzo da anni. Ciò che ora deve muovere una riflessione politica è valutare quel mancato quorum per un soffio, rispetto al provvedimento di riduzione del quorum votato mesi fa. Va pensato il rischio di una demotivazione alla partecipazione al voto: l’abbassamento aiuta o no i processi di fusione?».