Lunedì 30 ottobre, vincono i sì ma per poco non c'è il quorum
Vincono i sì ma non c'è il quorum. Si è concluso lo spoglio dopo il referendum per la fusione fra i due Comuni. A Gambugliano ha votato il 56,37 per cento degli aventi diritto; a Sovizzo il 29,63. In entrambi i Comuni ha vinto il "sì" alla fusione, con il 65 per cento a Gambugliano, con il 94 per cento a Sovizzo. Ma, poiché il quorum per entrambi era del 30 per cento, e a Sovizzo non è stato raggiunto, ora la palla - come recita la norma - passa alla Regione per decidere in merito alla creazione di un unico Comune che si chiamerebbe Sovizzo.
***
Referendum per la fusione di Sovizzo e Gambugliano, ci siamo. Domenica 29 e lunedì 30 ottobre la parola spetterà ai cittadini per dire se vogliono che nasca un nuovo Comune che si chiamerà Sovizzo. I seggi saranno aperti domani dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15.
Dove e come si vota
Per votare i cittadini maggiorenni, circa 6 mila in totale fra i due paesi, dovranno recarsi al seggio muniti di tessera elettorale e di un documento di riconoscimento valido, facendo riferimento alla sezione elettorale indicata sulla tessera.
A Sovizzo i seggi saranno aperti alle scuole medie "Aldo Moro" in via Alfieri e alla scuola primaria "G.Rodari", in viale delle Betulle a Tavernelle, mentre a Gambugliano il seggio sarà unico e si potrà votare nella sala giunta del municipio in piazza Corobbo.
Il quesito referendario, a cui gli elettori dovranno rispondere barrando il "sì" o il "no", sarà questo: «È lei favorevole al progetto di legge numero 207 relativo all'istituzione del nuovo Comune denominato "Sovizzo" mediante fusione dei Comuni di Sovizzo e Gambugliano della Provincia di Vicenza?».
Obiettivo quorum
Il risultato, per essere valido, dovrà raggiungere il quorum. Sia per Sovizzo che per Gambugliano, la soglia è fissata al 30% (+ 1) degli aventi diritto al voto. Oltre a ciò perché nasca il nuovo Comune è essenziale che il numero dei voti favorevoli prevalga sia a Sovizzo che a Gambugliano. In caso contrario, la fusione non avverrà.
Le casistiche possibili in base al voto
- Ma cosa potrebbe accadere se, ad esempio, il quorum dovesse essere raggiunto solo in uno dei due Comuni? In questo caso sarà la Regione ad analizzare il quadro generale e a decidere.
- E se, presupponendo che il quorum venisse raggiunto con il 30% più uno, ma in uno dei due paesi non passasse il “sì” anche per una manciata di voti? Anche in quel caso la situazione sarebbe presa in mano dalla Regione che deciderebbe se procedere con la fusione o meno.
Da parte di entrambi i sindaci, Paolo Garbin per Sovizzo, e Matteo Forlin per Gambugliano arriva l’invito agli elettori di recarsi alle urne e scegliere il “sì”. «Se non decidiamo noi oggi – affermano – ci sarà la concreta possibilità che entro cinque anni saranno altri a decidere d’imperio, magari scegliendo chi si dovrà fondere guardando solamente la cartina geografica e utilizzando un compasso. E probabilmente senza fondi a disposizione». E poi aggiunge Garbin: «Prima che qualcuno decida per il nostro territorio è meglio essere noi a stabilire chi siano i nostri compagni di viaggio da adesso in poi. Senza contare, ed è davvero importante, che otterremo 14 milioni di euro in 15 anni».
Il percorso verso la fusione tra Sovizzo e Gambugliano
Non solo, in questi ultimi quattro anni e mezzo le due Amministrazioni avevano iniziato la lunga strada della fusione praticamente all'indomani delle amministrative del 2019. Un cammino cominciato l'anno successivo con la firma di Gambugliano alla convenzione per la polizia locale "Unione Terre del Retrone" e, successivamente, con la condivisione degli ecocentri, di numerosi servizi comunali come l'ufficio tecnico per edilizia privata e urbanistica, lavori pubblici, manutenzioni, ambiente, commercio e Suap, il responsabile della ragioneria. E, infine, i servizi sociali. In contemporanea è andato avanti anche l’iter complesso del progetto di fusione e pure la comunicazione e l'informazione con i residenti. Nelle ultime settimane sono state numerose le serate pubbliche con i residenti di Sovizzo e Gambugliano per parlare dei benefici e dei vantaggi che porterà l’unione definitiva. Anche rispondendo ai dubbi e alle perplessità.
Ma cosa accadrà a Gambugliano se il referendum non passasse? «Lo scenario sarà tutto da vedere – risponde Forlin -. Se non si andasse in fusione è probabile che le unioni firmate con Sovizzo a fine scadenza potrebbero non rinnovarsi e ci troveremo da soli. La vedrei dura in futuro se il referendum non andasse in porto. Certo se ciò dovesse concretizzarsi non nascondo che ci troveremmo in grosse difficoltà».
Gli incentivi
Sovizzo e Gambugliano sono, in questa tornata, gli unici Comuni vicentini ad andare a voto referendario. Si tratta dei primi referendum di fusione con il quorum di partecipazione sceso dal 50% al 30%, in seguito all'approvazione della legge regionale del 6 settembre 2023. Il nuovo Comune, se nascerà, riceverà incentivi per ben 15 anni.
Secondo l'analisi della Fondazione Think Tank Nord Est, in caso di successo dei "si" arriveranno complessivamente oltre 3 milioni di euro dallo Stato ogni anno per 15 anni. Nello specifico, se venisse istituito, il nuovo Comune di Sovizzo guadagnerebbe circa 838 mila euro annualmente dallo Stato: un contributo pro capite di 101 euro, che vale in media il 18% delle entrate correnti. A questi incentivi si aggiungono i contributi straordinari erogati dalla Regione, che variano in base alla dimensione demografica del nuovo Comune, del numero di enti che si aggregano e del livello della spesa corrente. La Regione, infine, ha previsto un contributo integrativo "una tantum" per la riorganizzazione dei servizi del nuovo Comune e forme premiali nelle misure di incentivazione regionale.