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Vicenza

Santa Maria Nova torna a splendere. Viaggio nello scrigno del Palladio

Dopo 17 anni l’edificio si è mostrato senza più scaffalature. «Un gioiello». Visite Fai anche oggi dalle 10 alle 15
L'accompagnamento musicale dei ragazzi della Giuriolo
L'accompagnamento musicale dei ragazzi della Giuriolo
Santa Maria Nova, scrigno del Palladio (Colorfoto)

Rinascita da star, ieri, per la chiesa di Santa Maria Nova, con circa 400 visite e persone in attesa sotto i portici già prima delle 10, orario dell’apertura. Segno che l’appuntamento, almeno tra gli amanti dell’arte e dell’architettura, era atteso. In effetti erano 17 anni che l’edificio attribuito al Palladio (che l’avrebbe progettata intorno al 1578 senza riuscire a vederla realizzata) non si mostrava al pubblico nella sua bellezza. Ossia da quando, in emergenza, vi è stata trasferita parte degli archivi della biblioteca Bertoliana. L’apertura di ieri è il punto finale di un percorso avviato negli ultimi anni con la predisposizione dei nuovi archivi all’ex Giuriolo, dove è stato trasferito ora il materiale accolto finora nell’ex chiesa. 

Il calendario delle visite

Ieri e oggi (dalle 10 alle 15) il primo fine settimane di visite, con un’apertura straordinaria organizzata grazie al Fai, come delegazione Vicenza e gruppo giovani. I visitatori hanno potuto così ammirare la pianta rettangolare a una sola navata con il pontile addossato alla facciata; le semicolonne corinzie; gli stucchi, il soffitto in legno. Il pavimento, invece, è protetto da una copertura in legno. Ad accompagnare la visita e a creare l’atmosfera, un’esibizione musicale dei ragazzi della Giuriolo. 

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Tolte le scaffalature

«Fino a 15 giorni fa questa chiesa era completamente scaffalata - ha ricordato Mattea Gazzola, direttrice della Bertoliana - e conteneva 1.100 metri lineari di archivi storici. Era talmente piena di materiale che non ci si rendeva conto di come, nelle sue dimensioni contenute, fosse un piccolo gioiello».

Un passato avventuroso

Il passato di questa costruzione, patrimonio Unesco dal 1994, è stato avventuroso: prima chiesa con opere di artisti importanti, da Giulio Carpioni a Francesco Maffei, passando per i Maganza e Palma il Giovane (disperse in parte per il Veneto); poi sconsacrata all’inizio dell’Ottocento e quindi usata come caserma, magazzino e in questi ultimi anni, come detto, come archivio

E il futuro?

Allo studio, fa sapere l’amministrazione comunale. Servirà un progetto, dal quale emergeranno anche i costi per una rifunzionalizzazione. Qualche intervento di manutenzione sarà comunque necessario, indipendentemente dall’uso, ad esempio per alcune vetrate danneggiate. 

Un pezzo della storia di Vicenza

«Vicenza ha un patrimonio così grande che a volte rischia di dimenticarsi di alcuni pezzi - ha commentato il sindaco Giacomo Possamai - invece uno degli obbiettivi che ci siamo dati è di valorizzare e aprire gli spazi della città. Come questo, che va restituito in tutta la sua bellezza e tutta la sua fruibilità. Il lavoro dei prossimi mesi sarà dare una destinazione, una gestione e la possibilità ai vicentini di poterlo frequentare in modo assiduo». 

«Mi ritengo molto fortunato, prima come cittadino di Vicenza, perché mi è stata restituita una cosa meravigliosa, e poi come presidente della Bertoliana, perché non ho più questa patata tremenda di pensare di avere dei libri in questo spazio incredibile», ha evidenziato Alberto Galla, alla prima uscita pubblica con il nuovo incarico.

«Questo bene si trova in un quartiere che oggi viene definito un po’ “fantasma” - l’analisi di Alessandra Ronchi, capo delegazione del Fai - eppure è un quartiere che rivela gioielli di grandissimi architetti come Muttoni, Calderari, Palladio, Scarpa. Evidentemente i gradi artisti hanno ritenuto che questo fosse un quartiere particolarmente significativo». «È la prima apertura - ha annunciato - ma siamo certi che prossimamente ci saranno altre sorprese, sempre in questo quartiere, per farlo riscoprire». 

Alessia Zorzan

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