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IL CASO

Olimpico, riconoscimento beffa. Monumento nazionale con altri 400 teatri

Il gioiello del Palladio doveva ottenere un merito speciale ma è stato inserito con la qualifica di decine di altri teatri più recenti e meno prestigiosi. E così nel Vicentino sorridono Schio, Lonigo, Noventa e Thiene
L'interno del teatro Olimpico. A lato e sotto le strutture teatrali di Schio, Thiene, Lonigo e Noventa Vicentina ARCHIVIO
L'interno del teatro Olimpico. A lato e sotto le strutture teatrali di Schio, Thiene, Lonigo e Noventa Vicentina ARCHIVIO
L'interno del teatro Olimpico. A lato e sotto le strutture teatrali di Schio, Thiene, Lonigo e Noventa Vicentina ARCHIVIO
L'interno del teatro Olimpico. A lato e sotto le strutture teatrali di Schio, Thiene, Lonigo e Noventa Vicentina ARCHIVIO

Il diavolo si nasconde nei dettagli che, in questo caso, tanto dettagli non sono visto che vanno a modificare l’intera sostanza del provvedimento che ieri l’altro è stato approvato alla Camera e che riguarda anche l’Olimpico. La notizia è stata salutata come un grande trionfo e lungo l’asse Roma-Vicenza è sempre stata venduta così: «Il gioiellino palladiano diventa monumento nazionale insieme ad altri 46 teatri italiani». 
Peccato che, recuperando l’ultima versione del testo votato in aula e considerando gli emendamenti approvati, il risultato finale sia assai diverso: i teatri “promossi” a monumento nazionale, che all’inizio erano 46, sono saliti alla bellezza di 406. 
L’Olimpico, il teatro coperto più antico del mondo, diventa dunque uno di questi 406. 

Una goccia nel mare

E per altro non è nemmeno l’unico teatro vicentino a diventare monumento nazionale. Niente affatto: nell’elenco ci sono anche il teatro comunale di Lonigo, il teatro civico di Schio, il teatro comunale di Thiene e anche il teatro modernissimo di Noventa Vicentina. Che da parte loro raggiungono un traguardo che forse non avevano neanche previsto. 

Sono gli unici in Veneto? Macché, l’infornata di monumenti nazionali riguarda altri 23 teatri, in tutte le province della regione: 2 a Belluno, 4 a Padova, 4 a Rovigo, 5 a Treviso, 5 a Venezia e 3 a Verona. Tutti insieme appassionatamente nel nuovo chilometrico elenco di monumenti nazionali, titolo che evidentemente non si nega a nessuno. 

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La "spilletta" di cartone

Ed è chiaro che quando una “spilletta” viene assegnata urbi et orbi diventa una “spilletta” di cartone. Al Senato – dove il forzista Pierantonio Zanettin aveva confezionato un disegno di legge solo a misura di Olimpico e dove tutti i senatori vicentini avevano fatto massa critica per difenderlo e farlo approvare in tempi record - avevano fiutato il rischio che la decisione presa alla Camera di non prendere per buono quel disegno di legge ma di inserire l’Olimpico in un testo unificato, portasse guai. E in effetti così è stato: perché quando si è iniziata la discussione alla Camera, complice un testo iniziale pieno di lacune uscito dalla commissione cultura presieduta dal deputato meloniano Federico Mollicone, è scattata la corsa di tutti i parlamentari a piantare la bandierina e ciascuno guardando al proprio orticello ha fatto inserire il teatro del proprio territorio.

Un testo difeso ad oltranza

«Fin dall’inizio dell’iter alla Camera - ricorda Zanettin - avevo manifestato delle riserve. Al Senato, insieme alle colleghe Daniela Sbrollini, Mara Bizzotto, Erika Stefani e Barbara Guidolin, avevamo lottato per non “inquinare” il testo dell’Olimpico e proteggerlo, per non allargare il perimetro ad altri monumenti, per preservare l’unicità del nostro teatro. Era facilmente prevedibile che le modalità scelte nell’altro ramo del parlamento avrebbero scatenato l’appetito di ogni singolo parlamentare». 

E una volta aperta la porta nel calderone è entrato di tutto. «Per quanto mi riguarda il risultato che si è ottenuto è insoddisfacente e vanifica l’iniziativa che avevamo portato avanti. Quello di monumento nazionale, seppur come si evince dal testo licenziato alla Camera non sono previsti né vantaggi economici né giuridici, era un fregio che si poteva vantare, ma va da sé che avendo inserito un numero così abnorme di teatri perde il suo valore».

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L'amarezza

Non nasconde una punta di amarezza anche la senatrice leghista Erika Stefani, pure lei a palazzo Madama si era impegnata sul dossier Olimpico, che adesso, dopo aver scoperto il lunghissimo elenco dei nuovi monumenti nazionali, rimarca: «Noi avevamo puntato su una legge che riguardasse solo l’Olimpico, perché in quel modo avremmo dato lustro effettivo al nostro straordinario teatro». Che invece, così, perde la sua unicità in mezzo a centinaia di altri. 

E adesso che quel provvedimento passerà a palazzo Madama sia Stefani che Zanettin spiegano: «Cosa si può fare per rimediare alla situazione? Proveremo a fare un ragionamento in commissione, cercheremo, se possibile, di fare qualcosa ma non sarà semplice perché il rischio adesso è che, visto quello che è accaduto alla Camera, pure i senatori decidano di fare altrettanto e di inserire ciascuno il “proprio” teatro». Già, il ragionamento potrebbe essere legittimamente questo: se i deputati hanno inserito la loro valanga di monumenti, perché noi senatori no? È un po’ come cercare di chiudere una porta con la serratura ormai scassinata.

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Il riconoscimento

Prova a guardare il bicchiere mezzo pieno il deputato leghista Erik Pretto, concentrandosi sui teatri della provincia: «Esprimo soddisfazione per il riconoscimento ai teatri di Schio, Thiene, Lonigo e Noventa Vicentina come monumenti nazionali. Una decisione che ha saputo recepire le sensibilità territoriali veicolate attraverso il nostro lavoro svolto a fianco di tanti amministratori locali innamorati delle loro città, e che sono certo darà lustro a tutta la nostra provincia. Una scelta che conferisce prestigio a palcoscenici storici, simbolo della nostra tradizione culturale e artistica». 
Ma la “beffa” per l’Olimpico rimane. 

Roberta Labruna

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