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VICENZA

Espropriati Tav: fuori casa da fine 2024

I primi immobili vanno lasciati tra circa un anno per gli abbattimenti. Il Comune pensa a esenzioni Imu e si apre il nodo mutui
Circa 200 le famiglie che dovranno lasciare casa ARCHIVIO
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Case da lasciare e da cercare; mutui da gestire, tasse da pagare. Con l’ipotesi, che si fa strada in Comune, di un’esenzione Imu sugli immobili soggetti ad abbattimento. I prossimi mesi per gli espropriati della Tav non saranno facili, sia sul piano emotivo, che burocratico. Il consorzio Iricav 2 ha già spedito 1.100 raccomandate delle 1.300 totali destinate a chi sarà in qualche modo coinvolto da espropri per la realizzazione del secondo lotto funzionale “Attraversamento Vicenza”.

Nell’elenco ci sono tutti

Da chi perde la casa a chi un metro di giardino. Le attenzioni dell’amministrazione in questi mesi si sono focalizzate sulle circa 200 famiglie che si vedranno buttare giù la casa. Questi nuclei, infatti, devono iniziare a guardarsi intorno, dato che le prime abitazioni dovranno essere libere «entro dicembre 2024», come spiegato dal direttore di Iricav 2 Paolo Carmona, per poter iniziare con i primi abbattimenti, che poi proseguiranno con l’avanzare dei lavori. Ovviamente spetterà ai singoli cittadini definire con Iricav dettagli e tempi del loro caso specifico. 

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Il punto a palazzo Trissino

Il punto è stato fatto ieri, a palazzo Trissino, dopo i 10 incontri voluti dall’amministrazione con i proprietari e gli affittuari di immobili oggetto di esproprio; appuntamenti che hanno coinvolto circa 180 nuclei, per quasi 350 persone. Alle riunioni hanno preso parte il consigliere delegato per la Tav Angelo Tonello, i tecnici comunali e di Iricav 2, e gli ordini professionali impegnati nello sportello di prima assistenza, al quale si sono rivolte circa un centinaio di persone.

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«L’opera è dello Stato ma vogliamo stare accanto ai cittadini - le parole del sindaco Giacomo Possamai - abbiamo organizzato gli incontri e abbiamo intenzione di attivare altri strumenti a supporto». I dettagli sono di Tonello: «Per gli affittuari, a differenza dei proprietari, non è previsto un indennizzo. In questa fase di emergenza abitativa generale, l’amministrazione intende essere vicina ai conduttori, da un parte operando un’azione di moral suasion con i proprietari, invitandoli a dare loro un sostegno, per esempio con il trasloco; dall’altra con la possibilità di estendere l’attuale bando per l’emergenza casa agli espropriati Tav per facilitare la ricerca».

C’è  il tema delle ipoteche

«Molti espropriati hanno segnalato la richiesta delle banche di restituire il mutuo residuo dell’immobile oggetto di esproprio attraverso l’indennizzo. Ci attiveremo perché gli istituti bancari favoriscano lo spostamento dell’ipoteca nel nuovo immobile». E ancora, l’Imu, che le famiglie che trovano un’altra casa prima della conclusione dell’iter di esproprio, rischiano di dover pagare sull’immobile appena lasciato, che diventa seconda casa. «Stiamo valutando la possibilità di introdurre l’esenzione per i cittadini espropriati per la linea Av/Ac».

Si sta attivando infine un tavolo tecnico sui sottoservizi con i vari enti, per la questione della servitù dei terreni. Per quanto riguarda l’indennizzo, invece, la partita sarà gestita dai singoli. «Gli immobili - precisa Carmona - sono valutati in base al valore di mercato, come prevede la legge. La cifra dipende da appartamento ad appartamento». Di Tav, e in particolare degli aspetti progettuali, si parlerà anche martedì prossimo, in commissione Territorio, sempre alla presenza di Rfi e Iricav 2.

Italia Nostra

Sul progetto Tav intanto interviene, allarmata, l’associazione Italia Nostra. «Per risparmiare solo pochi minuti sulla linea Milano-Venezia, la città di Vicenza verrà spaccata in due», evidenziano in una nota Antonella Caroli, presidente nazionale, e Maria Grazia Pegoraro, presidente di Vicenza. Secondo l’associazione le conseguenze dei cantieri saranno «9 anni, che rischiano di raddoppiare, di inquinamento atmosferico, acustico e un completo capovolgimento urbanistico e sociale della città, con lo smembramento di tre quartieri centrali e altamente popolati (Ferrovieri, S. Felice, S. Lazzaro)».

Alessia Zorzan

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