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Vicenza

Stop ai lavori a Borgo Berga. Il Tar: «Nel lotto E non si può costruire»

Il tribunale amministrativo ha bocciato il ricorso di Sviluppo Cotorossi. confermando il vincolo della Soprintendenza che blocca l’intervento

«L’area in questione è ancora libera dal più vasto ambito interessato da un’iniziativa edificatoria che ha già fortemente compromesso le connotazioni originarie e l’autenticità del paesaggio e dell’area dichiarata patrimonio dell’umanità». E ancora: «La scelta mira a scongiurare l’aggravamento dei danni già prodotti da interventi edilizi di rilevante impatto» ed è frutto di una specifica richiesta «quale misura necessaria per minimizzare il pregiudizio dell’area dichiarata patrimonio dell’umanità dagli ispettori Icomos/Unesco».

I passaggi della sentenza del Tar: «Area già fortemente compromessa»

Rinunciare a tale provvedimento «significherebbe arrecare un ulteriore pregiudizio a un’area di rilevantissimo pregio, già compromessa e si porrebbe in frontale contrasto con l’esigenza espressa nella motivazione del provvedimento, in via generale, di preservare il territorio dall’ulteriore espansione edilizia e, nella specifica zona in esame, di minimizzare i danni già arrecati da iniziative edificatorie all’area dichiarata patrimonio dell’umanità». Ecco perché «la scelta operata non può ritenersi sproporzionata». Sono solo alcuni dei passaggi con i quali i giudici del Tar chiudono (per il momento) una delle partite urbanistiche più complesse degli ultimi anni a Vicenza. Con sentenza pubblicata nella giornata di martedì, il tribunale amministrativo regionale ha deciso, infatti, di bocciare il ricorso di Sviluppo Cotorossi nei confronti del maxi-vincolo sui Berici, di dare ragione alla Soprintendenza, di ritenere di fatto la stretta legittima e - in sintesi - di confermare l’inedificabilità del lotto E del grande complesso. Che tradotto significa: in quel terreno che sorge tra il Bacchiglione e viale dello Stadio non si può più costruire. Il Piruea Borgo Berga non potrà più essere completato e dovrà quindi fermarsi alla sola penisola tra Retrone e Bacchiglione. 

Anche la Regione aveva perso il ricorso

Una prima parte della vicenda è stata raccontata nei giorni scorsi da Il Giornale di Vicenza, quando è stata data notizia delle recente sentenza del Tar che ha bocciato il ricorso della Regione proprio nei confronti del maxi-vincolo deciso dalle Belle arti per la zona di Monte Berico e della Riviera Berica settentrionale tramite la “dichiarazione di notevole interesse pubblico dell’area”. E così a poche ore di distanza è arrivata un’altra sentenza che ribadisce il concetto e che mette a segno un “1-2” mica da poco in ambito urbanistico. 

Di fatto il lotto E di Borgo Berga è inedificabile

Già, perché l’oggetto del contendere, come per il ricorso della Regione, è sempre il medesimo: quel maxi-vincolo sui Berici che mettendo dei limiti stringenti alla zona sud di Vicenza (circa 12 mila metri quadrati di area) ha di fatto dichiarato l’inedificabilità del lotto E di Borgo Berga, posto sulla sponda opposta del fiume Bacchiglione rispetto al complesso principale, terminato ed edificato. Una decisione, questa, che è stata impugnata da Sviluppo Cotorossi poiché «l’area non ha mai posseduto alcune delle connotazioni identitarie che il vincolo intende salvaguardare, poiché dalla prima metà del ’900, fino all’avvio del cantiere per le opere previste dal Piruea ha costituito una pertinenza dello stabilimento industriale; e dal 2006 ospita il cantiere delle opere».

Cotorossi parla di un «eccesso di potere della Soprintendenza»

Cotorossi (che parla di «un eccesso di potere» da parte della Soprintendenza «che è stato esercitato per venire incontro alle richieste di talune associazioni volte a impedire l’attuazione del Piruea») giudica «illogica la previsione che assoggetta l’area a un vincolo di inedificabilità assoluta» e ritiene che il vincolo sia «contrastante con il principio di proporzionalità poiché si impedirebbe in toto l’attuazione di un importante intervento urbanistico» che, sottolineano, «ha già ottenuto le autorizzazioni paesaggistiche da parte del Ministero». Da qui «l’aperta contraddizione». 

La presenza in vicinanza della villa La Rotonda un elemento decisivo

Il Tar, però, respinge tutte le “censure”; a partire dall’ultima. Secondo i giudici «non si evince una palese contraddittorietà» poiché «le precedenti autorizzazioni paesaggistiche sono state rilasciate dalla Soprintendenza in epoca ormai lontana e il notevole lasso di tempo giustifica la valorizzazione dell’emergere di nuove esigenze di tutela». Il tribunale amministrativo, ribadendo come sia «necessario che ogni singolo elemento compreso nella grande area sottoposta a vincolo presenti i caratteri della bellezza naturale», sottolinea come «l’area, ancora libera di edifici, sia collocata a una distanza di soli 500 metri da villa Valmarana, detta La Rotonda» e richiama inoltre le raccomandazioni formulate da Icomos/Unesco con «la limitazione delle altezze» nel blocco principale e «il divieto di insediare nuove costruzioni sul lotto E».

Ecco perché secondo i giudici «le motivazioni del provvedimento» della Soprintendenza «appaiono sufficienti a dimostrare che la finalità perseguita fosse la tutela paesaggistica dell’area, in coerenza con la necessità di preservare il contesto». Da qui la bocciatura del ricorso, lo stop a Borgo Berga, ma di certo - c’è da crederci - non lo stop a una prossima querelle. 
Già, perché Sviluppo Cotorossi non starà con le mani in mano dopo lo stop certificato anche dal tribunale regionale amministrativo. Al di là di un eventuale appello c’è anche la partita della richiesta di risarcimento, visto e considerato che lì - in quel lotto E - ci sono dei diritti edificatori non da poco e delle volumetrie che il Comune aveva concesso di realizzare. C’è poi la partita delle opere pubbliche legate a quel pezzo di terreno, come (si veda foto sopra) il ponte di collegamento e le ciclabili.

Nicola Negrin

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