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Vicenza

Stop a Borgo Berga. Cotorossi presenta il conto: «Danni per 14,5 milioni»

di Nicola Negrin
La società ha inviato una diffida al Comune dopo il vincolo di inedificabilità del Ministero: «Ora il rimborso»
Borgo Berga incompleto, il ministero ha bloccato il completamento della lottizzazione con il vincolo sul lotto E
Borgo Berga incompleto, il ministero ha bloccato il completamento della lottizzazione con il vincolo sul lotto E
Borgo Berga incompleto, il ministero ha bloccato il completamento della lottizzazione con il vincolo sul lotto E
Borgo Berga incompleto, il ministero ha bloccato il completamento della lottizzazione con il vincolo sul lotto E

La mossa era nell’aria. E ieri pomeriggio è arrivata. Sviluppo Cotorossi ha presentato una richiesta di risarcimento danni al Comune di Vicenza. La società costruttrice del complesso Borgo Berga ha messo nero su bianco la diffida in cui chiede a palazzo Trissino la restituzione di 14,5 milioni di euro; per la precisione, 14.512.015,58. Il motivo è presto detto: il vincolo di inedificabilità sul lotto E imposto dal Ministero, l’impossibilità di proseguire con il completamento dell’operazione immobiliare e di conseguenza la perdita di valore del patrimonio. 

Borgo Berga: le motivazioni del risarcimento

La raccomandata inviata agli uffici del municipio parla chiaro, ribadendo come sia «evidente - scrive la Spa - che l’intervenuta inedificabilità ha minato in modo sostanziale, a tutto vantaggio del Comune e a detrimento dell’interesse di Sviluppo Cotorossi, l’equilibrio economico raggiunto tra le parti pubblica e privata in sede di convenzionamento del Piruea».

Nel dettaglio, mentre i privati «hanno adempiuto a tutte le proprie obbligazioni in tema di esecuzione di opere di urbanizzazione», il Comune «non è più in grado di assicurare il completo adempimento delle proprie». Certo, i privati riconoscono che l’inedificabilità «è imputabile all’attività provvedimentale del ministero» ma «il pregiudizio patrimoniale che la società sta subendo costituisce una conseguenza immediata e diretta del Comune». Questo perché «dall’imposizione del vincolo di inedificabilità sono trascorsi oltre due anni e mezzo, ma non è stato mai avviato il procedimento per la modifica delle previsioni pianificatorie».

E, sostengono, l’operazione di «ri-pianificazione dell’ambito avrebbe già potuto condurre al riequilibrio delle prestazioni pattuite». Come? Ad esempio «attribuendo a Sviluppo Cotorossi la capacità edificatoria da sviluppare in un’area diversa». 



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Cotorossi: «Perdita di valore pari a euro 9,6 milioni» 

Da qui l’affondo. Considerati dunque lo stop del Ministero per quanto riguarda l’area di oltre 12 mila metri quadrati e allo stesso tempo la mancata azione risarcitoria - in termini di terreni - da parte del Comune, Sviluppo Cotorossi, stimando una perdita «di valore del patrimonio pari a euro 9,6 milioni» chiede che il Comune «risarcisca alla società il suddetto danno».

Il valore delle opere di urbanizzazione

Ma non è finita qui. Perché, nel computo delle opere fatte-non fatte, c’è anche la partita delle opere di urbanizzazione. La società sottolinea, infatti, che a suo tempo «a fronte del riconoscimento di una volumetria privata totale pari a 47.000 metri cubi», dei quali 13.101 (pari al 27,87%) collocati nel lotto E, si è impegnata «all’esecuzione di opere di urbanizzazione per un valore commisurato e concordato in convezione con il Comune pari a un totale di 11,8 milioni» di cui è stata eseguita «la quasi totalità, per una spesa sostenuta pari a 12,2 milioni». Per questo motivo «considerando l’incidenza percentuale, sul totale previsto, della cubatura privata non più realizzabile (27,87%)», vale a dire quella del lotto E «consegue che appare oggi priva di giustificazione la corrispondente quota di costi assunti da Sviluppo Cotorossi».

Ciò significa che il Comune, viste le opere pubbliche già realizzate, dovrebbe restituire ai privati la somma di 3,2 milioni «al fine di reintegrare l’equilibrio economico presupposto tra le parti in sede di approvazione e convenzionamento del Piruea». Infine, i privati nella diffida inviata al Comune ricordano che «sempre in ragione dell’entità e del correlato valore delle volumetrie edificabili» all’epoca sono stati ceduti al Comune 15 mila metri quadrati da destinare alla realizzazione del nuovo tribunale «il cui valore stimato era pari a 5,8 milioni». Anche in questo caso «tale beneficio pubblico deve essere proporzionalmente ridotto in ragione della diminuita capacità edificatoria». Il che vuol dire ancora una volta 27,87 per cento e quindi importo da restituire di 1,6 milioni.

La conclusione: «14,5 milioni quale integrale rimborso»

Cotorossi chiede dunque la restituzione dell’intera somma di 14,5 milioni quale «integrale rimborso» e «diffida sin d’ora il Comune alla tempestiva restituzione della somma richiesta, invitando a dare al più presto un riscontro». C’è tuttavia un, però, al termine della diffida inoltrata ieri via raccomandata. Il però è che la società si dice «disponibile a un incontro che possa consentire alle parti di valutare in contradditorio ogni diversa ipotesi di soddisfacimento delle giuste ragioni esposte».

Leggi, compensazioni dei crediti edilizi in altre aree? La risposta per ora non si può dare. Quel che è certo è che per l’amministrazione Possamai è una nuova patata bollente. 

 

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