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Vicenza

«Mio figlio non esce più per paura del branco»

Le ferite del corpo si rimarginano più in fretta di quelle dell’anima. «Fisicamente mio figlio sta meglio, si sta riprendendo anche se è ancora a riposo. Ma sul piano psicologico è spaventato. Sente ogni giorno che le aggressioni continuano e non esce più nemmeno di casa. Certo, va a scuola, ma non ha più interesse a fare un giretto in centro con gli amici. Almeno fino a quando i suoi aggressori sono ancora liberi». A parlare è la madre di uno dei tre studenti di 14 anni assaliti ad Halloween da una baby gang che ha colpito più volte in pochi minuti.
Quella sera un gruppo formato da giovani e giovanissimi (alcuni probabilmente minorenni) aveva colpito sia in piazza San Lorenzo che in piazza Castello, dove aveva commesso anche un rapina. A condurre le indagini sono i poliziotti delle volanti che hanno a disposizione le registrazioni delle telecamere del circuito di videosorveglianza comunale e numerose testimonianze. Grazie agli elementi raccolti fino a questo momento, gli agenti starebbero seguendo una pista precisa per risalire al gruppo di violenti che aveva mandato all’ospedale i tre 14enni. Due di loro se l’erano cavata solamente con qualche ematoma mentre il terzo era stato massacrato di botte e derubato. «Anche gli altri non vogliono uscire dopo quello che è successo e pure noi genitori non ci fidiamo più a farli uscire - prosegue la madre del ragazzo, che è in contatto con le famiglie delle altre vittime -. Anch’io io la strada che facevo prima a piedi, ora la faccio in macchina». 
La donna non vuole polemizzare. Non è sua intenzione. Ha deciso di parlare solamente ora per riaccendere i riflettori sulla vicenda accaduta al figlio anche alla luce dell’escalation di violenza che si sta registrando in centro: «È un pensiero mio, ma mi sento anche con altri genitori che hanno figli adolescenti e che non si sentono più sicuri ad andare in giro. Prima stavano in casa per il lockdown, ora il lockdown se lo impongono da soli. E poi c’è il dispiacere per i fatti avvenuti successivamente perché so che le forze dell’ordine stanno lavorando, ma questi continuano. Mi sembra che non ci sia controllo del territorio. Sembrerebbe che ora tra gli obiettivi non ci siano solo i ragazzi presi di mira dalle baby gang, ma che siamo tutti sono attacco. Non sono solo i più indifesi, aggrediscono anche gli uomini. Ho molto rispetto per il lavoro di tutti, ma forse è il sistema che non va. Sapere che questi girano liberamente e impuniti... Il problema comunque non riguarda solo Vicenza, ma c’è anche in altre città». 
La madre del ragazzo lancia poi un appello: «Anche la collettività, chi ha attività commerciali... penso che siamo un po’ tutti coinvolti in questa vicenda e che abbiamo la responsabilità di aiutare le forze dell’ordine, chi sta facendo le indagini». E conclude: «Ci auguriamo di sapere qualcosa al più presto per una serenità nostra, ma qui siamo tutti in gioco. Per noi è stata una tragedia, un avvenimento che mai mi sarei aspettata a Vicenza. Adesso stiamo cominciando a elaborare un evento traumatico che su un ragazzino di 14 anni lascia dei segni diversi. Un episodio che non dovrebbe mai succedere».

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Valentino Gonzato

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