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Emergenza frane

La mappa delle strade “malate” nel Vicentino. Intanto riapre la via per Trento

L’arteria più colpita, la sp 350, torna agibile da oggi dopo la chiusura dettata dalla caduta di pesanti massi che hanno provocato anche gravi danni all’asfalto. Problemi pure al passo dello Zovo
Un’immagine che testimonia i danni provocati dalla frana che si è abbattuta sulla provinciale 350 che collega il Vicentino con il Trentino
Un’immagine che testimonia i danni provocati dalla frana che si è abbattuta sulla provinciale 350 che collega il Vicentino con il Trentino
Un’immagine che testimonia i danni provocati dalla frana che si è abbattuta sulla provinciale 350 che collega il Vicentino con il Trentino
Un’immagine che testimonia i danni provocati dalla frana che si è abbattuta sulla provinciale 350 che collega il Vicentino con il Trentino

Frane che cadono sull’asfalto, distruggendolo. Smottamenti che scaricano pietre, ghiaia e alberi sulle carreggiate, bloccandole. Cedimenti del terreno che provocano il collasso delle vie di comunicazione, quasi sempre strade di montagna o di collina che portano a contrade o centri abitati a rischio isolamento.

Situazione allarmante

Nel Vicentino la situazione appare drammatica: diversi sono gli episodi nei quali dissesti o smottamenti sono arrivati a compromettere la normale circolazione di persone e merci lungo le vie di comunicazione. Con effetti spesso molto negativi per i residenti e per il tessuto economico delle aree interessate. Lungo la Valle dell’Astico, ad esempio, dai primi del mese una frana ha bloccato uno dei collegamenti tra Veneto e Trentino, utilizzato non solo per gli scambi commerciali e per il turismo, ma anche da molti abitanti della zona, nei due sensi, per raggiungere i propri posti di lavoro. Quando, poi, crolla magari l’unica via di collegamento verso una frazione o un nucleo abitativo, intere famiglie vengono messe in ginocchio.

Riapre la provinciale tra Vicentino e Trentino

Uno degli eventi più disastrosi ha dunque avuto luogo il 4 novembre scorso, quando, verso le 23, massi e rocce sono franati, in territorio trentino, dal versante della montagna sulla strada che collega Lastebasse a Folgaria, bloccandola. Sulla carreggiata sono piombate rocce di circa 30 metri cubi l’una, con uno dei massi, frantumatosi poi in quattro pezzi, della dimensione stimata in 50-60 metri cubi, per un peso di circa 100 tonnellate. Da quel giorno è stato chiuso un passaggio frequentato ogni giorno da pendolari, oltre che da turisti e veicoli per il trasporto di merci.

La Provincia autonoma di Trento ha dato subito il via ai lavori ed è stata fatta brillare una massa di roccia pari a circa 2 mila metri cubi. Poi si è provveduto alla pulizia e al ripristino della sede stradale, pesantemente danneggiata dal materiale caduto; l’obiettivo della Provincia trentina era quello di riuscire a riaprire il collegamento, almeno a senso unico alternato, per l’8 dicembre e la promessa è stata mantenuta, addirittura con un giorno di anticipo.

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Passo dello Zovo

È stata invece chiusa nei giorni scorsi la strada provinciale 45, che da Novale di Valdagno porta al passo dello Zovo. Un collegamento importante tra la Valle dell’Agno e Schio, che ora però rimarrà precluso per un mese dopo il crollo di un versante all’altezza di contrada Grendene. Il movimento franoso aveva suscitato l’allarme già ad agosto, per poi peggiorare sempre di più, fino a quando Vi.abilità ha deciso di mettere mano alla situazione con un intervento d’urgenza. Non è la prima volta che la strada collinare finisce sotto i ferri a causa di cedimenti e smottamenti. Ora, da Valdagno, le alternative per raggiungere Schio sono quelle del traforo o della Priabonese.

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Tonezza e Recoaro

Problematiche, dal punto di vista di frane e smottamenti, si sono sempre rivelate anche la strada della Vena e la strada dei Fiorentini, provinciali che collegano appunto Tonezza del Cimone con l’Altopiano dei Fiorentini. Sulla prima sono iniziati lavori di allargamento dell’ultimo tratto, interventi che hanno destato preoccupazione, a Tonezza.

Una delle strade di collegamento con Valdastico, quella della Barcarola, è infatti chiusa al transito da 4 anni, sempre per problemi legati a frane e smottamenti, mentre sussistono seri dubbi di riuscire a tenere aperta la provinciale 64 in caso di copiose nevicate. E se anche la strada della Vena viene chiusa per lavori, il rischio è che i turisti non riescano a raggiungere le piste da sci, con gravi ripercussioni per l’economia locale. La Provincia ha assicurato che, nonostante il cantiere, il passaggio lungo la sp 136 sarà sempre garantito.

Infine ci sono strade caratterizzate da dissesti storici: ne è un esempio la strada per Recoaro Mille, da anni costretta a convivere con la frana in località Fantoni.

Matteo Carollo

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