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Montecchio Maggiore

Accoltellato alle spalle mentre apre il bar: è grave. Fermato un sospettato

Il ferito è Shpetim Plaku, 42 anni, titolare del bar-pizzeria Seven in via Giuriolo. All'origine dell'aggressione ci sarebbe una donna contesa.
Il luogo dell'accoltellamento a Montecchio Maggiore
Il luogo dell'accoltellamento a Montecchio Maggiore
Il luogo dell'accoltellamento a Montecchio Maggiore
Il luogo dell'accoltellamento a Montecchio Maggiore

È ricoverato nel reparto di terapia intensiva in condizioni gravissime dopo essere stato accoltellato alle spalle. I carabinieri hanno fermato un uomo ma mantengono il più stretto riserbo, anche se dalle voci trapelate all'origine dell'aggressione potrebbe esserci una donna contesa. Un agguato vero e proprio quello che ha subito nel pomeriggio di venerdì 28 aprile Shpetim Plaku, 42 anni, titolare del bar-pizzeria Seven in via Giuriolo.

Il racconto della sorella

Erano le 16 quando il barista ha parcheggiato l'auto, è sceso e si è avviato verso il civico 5 dove ha il locale. «Proprio mentre si accingeva ad aprire la porta - racconta la sorella, corsa in soccorso al fratello - ha ricevuto la prima pugnalata alla schiena. Lui poi si è girato per difendersi ed è stato nuovamente colpito, questa volta alla gamba. Così mi ha raccontato mentre cercavo di tamponargli le ferite. Ha detto anche che forse ha riconosciuto l'aggressore, ma era sotto shock, non era lucido, è tutto da verificare. Mi ha detto anche che l'aggressore aveva in mano un grosso coltello, forse da cucina. La ferita alla gamba gli ha trapassato la coscia da parte a parte. Ho chiamato carabinieri e ambulanza. E dire che due minuti prima ero passata anch'io davanti al locale e l'ho incrociato, poi ho proseguito perché dovevo portare a casa mia figlia».

I carabinieri con il sindaco e la sorella del ferito (Foto ZORDAN)
I carabinieri con il sindaco e la sorella del ferito (Foto ZORDAN)

Fermato un sospettato

Immediato l'intervento sul posto dei militari della compagnia di Valdagno e della tenenza di Montecchio unitamente alla polizia locale Dei Castelli, che hanno subito iniziato a setacciare le vie adiacenti. E le ricerche sembrano siano andate a buon fine. È stato fermato un sospettato: l'uomo è stato poi portato in caserma per essere interrogato. Gli investigatori hanno quindi sentito i racconti dei famigliari, anche se sembra non ci siano stati testimoni diretti dell'aggressione. Carabinieri e polizia locale, anche con l'utilizzo di un metal detector, hanno poi cercato a lungo, tra aiuole e cespugli - siamo alle spalle di piazza Fraccon - il coltello utilizzato per ferire il titolare del bar-pizzeria.
«Ho trovato mio fratello in un lago di sangue. Era accasciato a terra. Mi ha riferito che ha provato ad inseguire l'aggressore ma che gli sono mancate le forze. Ha perso molto sangue. Quando l'hanno caricato sull'ambulanza il personale medico mi ha detto che era gravissimo, in particolare erano preoccupati per la ferita alla schiena che ha raggiunto il polmone. Spero che in ospedale riescano a salvargli la vita. Ha una famiglia da mantenere: è sposato e ha due figli». In serata le notizie giunte dal San Bortolo sembrano essere incoraggianti: rimane la prognosi riservata ma il 42enne non sarebbe in pericolo di vita.

Il movente

 Resta da chiarire cosa abbia provocato un'aggressione così feroce. «Il nostro - sottolinea la sorella - è un locale per famiglie. Se recentemente ci sono stati dei litigi o contrasti con qualche avventore? Lo escludo. Ripeto, qui abbiamo una clientela tranquilla, non è mai successo nulla. Siamo da trent'anni in Italia, non abbiamo mai avuto screzi o problemi. Mio fratello dedicava tutto il suo tempo al bar-pizzeria».

La testimone

«Ho sentito dei rumori forti e delle urla. Sono uscita e l'ho trovato sanguinante che si lamentava. Sono subito corsa a dargli aiuto». Sono le drammatiche parole di una residente di via Giuriolo che, per prima, ha soccorso il ferito. «Pensavo fosse una lite - prosegue la residente - niente di particolare ma prima mi sono affacciata e, non vedendo nulla, subito dopo sono scesa. Non capivo cosa stesse succedendo. Ed è a quel punto che ho trovato l'uomo che sanguinava da una gamba e lamentava forti dolori anche al fianco. Ed era solo». Subito la donna è corsa per aiutare contattando immediatamente anche i soccorsi. «Seguendo le indicazioni del 118 insieme ad altre persone abbiamo legato uno strofinaccio intorno alla gamba per fermare l'emorragia e continuavamo a chiamarlo per impedire che potesse perdere conoscenza - prosegue la montecchiana nel suo racconto - l'operatore ci raccomandava di evitare che svenisse». Attimi, minuti, che sono sembrati ore fino all'arrivo dell'ambulanza e dei sanitari che hanno subito prestato soccorso al 42enne per poi decidere il suo trasferimento a Vicenza.

Giorgio Zordan

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