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Montecchio Maggiore

È un barista vicentino ad aver accoltellato il rivale in amore ad Alte

L’indagato di 28 anni ora si trova agli arresti domiciliari. È accusato di tentato omicidio.
Il luogo dell'accoltellamento a Montecchio Maggiore
Il luogo dell'accoltellamento a Montecchio Maggiore
Il luogo dell'accoltellamento a Montecchio Maggiore
Il luogo dell'accoltellamento a Montecchio Maggiore

Tentato omicidio. È l’accusa che la procura muove nei confronti del barista, 28 anni, vicentino, che venerdì pomeriggio, intorno alle 16, ha accoltellato Shpetim Palku, il 42enne pizzaiolo, di origini albanesi, titolare del bar-pizzeria Seven di via Giuriolo a Montecchio. L’indagato si trova agli arresti domiciliari; verrà interrogato lunedì dal giudice per le indagini preliminari, Chiara Cuzzi. Assistito dall’avvocato Paolo Tabasso, il 28enne potrà raccontare la sua versione dei fatti al gip. 

L'accoltellamento a Montecchio Maggiore per motivi di gelosia

Il barista, dipendente del bar Dejà Vu, di Montecchio Maggiore, avrebbe accoltellato il pizzaiolo per motivi di gelosia, anche se attualmente, proprio in relazione al movente sono in corso le indagini dei carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Paolo Fietta. Il vicentino si sarebbe diretto al bar-pizzeria Seven per cercare una sorta di vendetta contro Plaku; lo avrebbe fatto dopo avere ascoltato alcune cose riferite dalla sua fidanzata riguardanti alcuni comportamenti del pizzaiolo. Condotte che avrebbero quindi portato il barista a procurarsi un coltello e a dirigersi verso il locale di via Giuriolo in cerca del suo titolare. 

Cos'è accaduto al bar-pizzeria

I due si sarebbero immediatamente fronteggiati. Il barista armato del coltello; il pizzaiolo “imbracciando” una sedia con la quale ha tentato di difendersi dai fendenti sferrati dal “rivale”. Plaku, durante la lotta, è stato raggiunto da diverse coltellate riportando ferite che sarebbero andate a pochi centimetri dal raggiungere organi vitali. Il pizzaiolo, prima soccorso da una residente della strada, che ha cercato come poteva di arginare soprattutto l’emorragia dovuta a una ferita riportata alla gamba; è stato poi soccorso dal personale del Suem 118 e quindi accompagnato al San Bortolo dove è stato ricoverato in terapia intensiva. L’arma dell’agguato è stata ritrovata ieri, in via Madonnetta, piantata nel terreno, dalla polizia locale Dei Castelli. 

La testimonianza

«Proprio mentre si accingeva ad aprire la porta del suo locale Shpetim ha ricevuto la prima pugnalata alla schiena», ha raccontato la sorella del pizzaiolo. Che poi, proseguendo, ha aggiunto: «Mio fratello poi si è girato per difendersi ed è stato nuovamente colpito, questa volta alla gamba. È quanto mi ha detto mentre cercavo di tamponargli le ferite. Forse ha riconosciuto il suo aggressore, ma era sotto choc, non era lucido, quindi le sue parole sono da verificare. Mi ha riferito che il suo aggressore aveva in mano un grosso coltello da cucina. La ferita alla gamba gli ha trapassato la coscia da parte a parte».

La confessione

Il barista, dopo avere affrontato il suo presunto rivale in amore, avrebbe chiamato la sua titolare per raccontarle quanto era successo. Una sorta di confessione che avrebbe poi ripetuto una volta incontrata la donna che a sua volta avrebbe avvisato i carabinieri spiegando la situazione. 
I militari dell’Arma una volta raggiunto il Dejà Vu di Montecchio avrebbero quindi preso in consegna il 58enne che è stato poi trasferito ai domiciliari. Lunedì, quindi, davanti al gip Cuzzi, il barista, accusato di tentato omicidio, con accanto il suo legale, potrà decidere se rispondere alle domande del giudice oppure se avvalersi della facoltà di non rispondere. 

 

Matteo Bernardini

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